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Venerdì, 29 Marzo 2024
TURCHIA / Turchia

Abortire sarà sempre più difficile: è polemica a Istanbul

Un nuovo progetto di legge voluto da Erdogan renderà più complesso abortire. Protestano gli attivisti per i diritti delle donne e i medici: "Si tornerà ai giorni bui degli aborti clandestini"

Una nuova legge che dovrebbe essere presentata al parlamento turco nei prossimi giorni renderà sempre più difficile per le donne ottenere l'accesso ad aborti legali. E' quanto denunciano attivisti per i diritti umani e medici. Lo racconta il Guardian.

Il governo ha promesso che il nuovo disegno di legge riguarderà gli abusi sui minori e non toccherà il limite legale per gli aborti, che attualmente è di 10 settimane. Ma mentre un divieto totale sembra improbabile, gli attivisti per i diritti delle donne dicono la legislazione renderà impossibili gli aborti non in tutti, ma solo in alcuni casi.

Secondo il progetto di legge, l'aborto sarà consentito solo se effettuato da ostetrici negli ospedali, secondo quanto riferito dai media turchi. Attualmente gli aborti sono eseguiti anche da professionisti certificati e da cliniche sanitarie locali. La nuova legge introduce anche il diritto per i medici di rifiutare di eseguire un aborto facendo obiezione di coscienza. "In questo modo si limita drasticamente la possibilità di abortire, soprattutto per le donne nelle zone rurali e le donne con poche risorse economiche", dice l'attivista Selin Dagistanli. "Quindi non ci sarà un vero e proprio divieto legale, ma queste misure renderanno l'aborto di fatto non disponibile. In molte città ci potrebbe essere un solo ospedale, e forse un solo ostetrico. Cosa fare se questo medico si rifiuta di eseguire un aborto? Molte donne non possono permettersi di viaggiare in un'altra città o andare in un ospedale privato". Deniz Bayram, un avvocato di Istanbul, speiga: "Il nome stesso del progetto di legge mette pedofilia e aborto sullo stesso piano. Si criminalizza un atto medico che deve essere disponibile per le donne."

L'aborto in Turchia è stato legalizzato nel 1983 per porre fine al gran numero di donne che moriva per aborti clandestini. Secondo uno studio, solo il 2% dei decessi legati alla gravidanza sono il risultato di aborti a rischio, mentre era il 50% nel 1950. "Se questa nuova legge passa, torneremo ai giorni bui degli aborti clandestini. Le donne inizieranno a morire di nuovo", ha detto Dagistanli.

Il primo ministro Recep Tayyip Erdoğan ha più volte descritto l'aborto come un "omicidio". L'anno scorso, l'allora ministro della Sanità Recep Akdag scatenò un'ondata di proteste quando minacciò di vietare gli aborti. Erdogan ha invitato le coppie turche ad avere almeno tre figli. "Da quando il governo ha iniziato a concentrarsi sulla crescita della popolazione nel 2007, sono aumentati gli ostacoli per le donne che vogliono abortire", ha detto Dagistanli. Il progetto di legge dovrebbe passare all'esame del parlamento, dove Erdogan ha una maggioranza granitica.

Nonostante al momento si tratti soltanto di un disegno di legge, la retorica anti-aborto di Erdoğan ha già reso più difficile per le donne ottenere un aborto, spiega l'avvocato Bayram. La sua organizzazione sta ricevendo un numero crescente di telefonate di donne che sono state allontanate dagli ospedali: "Le donne ci chiamare e dicono: 'Ci hanno detto [in ospedale] che l'aborto è illegale in Turchia, è vero?' Queste donne quindi spesso non sanno dove andare".

Un medico turco che ha voluto rimanere anonimo, ha detto: "Questa legge viene elaborata a porte chiuse, senza la consulenza di specialisti di consulenza o di gruppi per i diritti delle donne. I professionisti sanitari sono preoccupati per ciò che potrebbe causare. La posizione del governo è molto chiara. Non vogliono migliorare la sicurezza degli aborti".

La parità tra i sessi è sempre stata una chimera in Turchia, ma le donne hanno spesso ricoperto incarichi importanti dal primo ministro (Tansu Ciller), al capo della Corte Costituzionale. Negli ultimi anni però la visibilità delle donne nel sistema politico e  amministrativo sembra essere svanita. La presenza femminile sul lavoro è scesa dal 34 al 24% negli ultimi 20 anni (1990-2010). Nell’attuale governo filoislamico di Erdogan non c’è nessuna sottosegretaria e si conta solo una governatrice su 81 governatori provinciali sparsi nel Paese.  La situazione non migliora nelle università dove c’è una docente ogni quattro professori. E una donna su cinque non sa né leggere né scrivere. Nelle zone rurali spesso le bambine non vengono nemmeno mandate a scuola.

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