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Venerdì, 29 Marzo 2024
POLITICA INTERNAZIONALE / Siria

La svolta di Obama: "Assad ha usato gas, armeremo i ribelli"

L'annuncio in una nota in cui la Casa Bianca accusa il presidente siriano di aver fatto ricorso alle armi chimiche, seppure su scala ridotta, causando la morte di almeno 150 persone. Ma Mosca non ci sta: "Bugie come quelle sulle armi di distruzione di massa di Saddam"

NEW YORK - Il regime di Bashar al Assad ha superato la "linea rossa" imposta dal presidente Barack Obama e per questo gli Stati Uniti si preparano a intervenire in maniera più consistente e diretta anche dal punto di vista militare nel conflitto siriano. 

E' questo il risultato della conferma, da parte dell'amministrazione Obama, dell'utilizzo di armi chimiche contro i ribelli dell'opposizione. Dell'esito delle indagini è stato ufficialmente informato anche il Congresso. Secondo il Wall Street Journal, gli Usa prevedono di creare una 'no fly zone' limitata al confine tra Siria e Giordania, che verrà fatta rispettare con aerei dalle basi giordane. La 'no fly zone non comporterà la distruzione delle batterie antiaeree siriane.

Parlando in conferenza stampa subito dopo l'annuncio, il vice consulente di Obama per la sicurezza nazionale, Ben Rodhes, ha spiegato che tra le armi chimiche impiegate ci sarebbe - come già emerso in precedenza - il gas sarin, una forma di gas nervino. Utilizzate "diverse volte in piccola scala", le armi chimiche avrebbero ucciso circa 150 persone. "Sono solo una piccola parte rispetto al catastrofico numero di vittime - ha commentato Rodhes - ma è una violazione delle leggi internazionali e della linea rossa che avevamo imposto". Proprio ieri l'Alto Commissariato dell'Onu per i diritti umani ha fatto sapere che il numero dei morti dall'inizio del conflitto, nel 2011, è salito a 93.000, di cui 6.500 sono bambini.

Rispondendo alle domande dei giornalisti che chiedevano maggior chiarezza sul tipo di ruolo che gli Stati Uniti intendono assumere, Rodhes ha detto che verrà fornito "sostegno diretto sia dal punto di vista militare che politico", che "verranno incrementati gli aiuti già dati" e che allo stesso tempo ne verranno forniti di "nuovi".

93MILA VITTIME DALL'INIZIO DEL CONFLITTO

Tuttavia il consulente di Obama non ha saputo elencare nello specifico le tipologie di sostegno, aggiungendo che l'intervento potrebbe non essere imminente. "L'urgenza c'è da due anni, da quando è iniziato il conflitto - ha detto Rodhes - ma ora è un momento particolarmente delicato perchè Hezbollah e l'Iran stanno assumendo un ruolo sempre più grande" al fianco di Assad. "Dobbiamo anche individuare quale gruppo dell'opposizione sostenere sul territorio", ha aggiunto. Intanto i media americani annunciano che l'esercito sta valutando l'ipotesi di imporre la no-fly zone sul territorio siriano.

In vista del G8, Rodhes ha affrontato anche lo scottante tema dei rapporti con la Russia, sostenendo che la destituzione di Assad dal potere è una condizione necessaria per raggiungere una soluzione del conflitto ed è fondamentale che anche Mosca lo ammetta. La conferma sull'uso delle armi chimiche data ieri dagli Stati Uniti, si unisce a quella già annunciata da Francia e Gran Bretagna nelle scorse settimane.

Gli Stati Uniti inoltre lasceranno caccia DF-16 e missili Patriot in Giordania, Paese alla frontiera con la Siria, dopo esercitazioni congiunte che si concluderanno alla fine mese. L'amministrazione di Washingtondovrebbe inoltre lasciare un reparto dei Marines sulle nave "anfibie" al largo delle coste del Paese, secondo quanto deciso dopo consultazioni con i responsabili di Amman.

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