ROMA - Da L'Aia a Mosca. Senza intermediari né troppi giri di parole. Barack Obama, in Olanda per il G7 e per il vertice sulla sicurezza nucleare, alza voce e "minaccia" direttamente Putin. Motivo del contendere, naturalmente, la situazione in Crimea e le possibili mire espansionistiche dello zar, che ha da poco "conquistato" la penisola che fu ucraina. 

"Ogni alleato della Nato ha la rassicurazione che tutti noi, inclusi gli Stati Uniti, ribadiamo pieno sostegno al concetto di difesa collettiva previsto dal Patto Atlantico - ha detto il presidente degli Stati Uniti, prima di rincarare la dose - Ci sono momenti in cui l'azione militare può essere giustificata. Sta alla Russia agire in modo responsabile: se non lo farà dovrà aspettarsi costi ulteriori".

Quindi, ancora Obama: "Abbiamo legami indivisibili con tutti i leader europei da diversi decenni. La Russia è una potenza regionale che sta minacciando alcuni Paesi limitrofi sulla base della debolezza - ha ricordato l'inquilino della Casa Bianca - Non c'è bisogno di invadere i propri vicini per avere rapporti stretti di collaborazione tra loro". 

"Ci stiamo organizzando in modo ancora più intenso - ha spiegato Obama - per fare in modo che ci siano piani di emergenza e tutti gli alleati abbiano delle garanzie. Agiremo in loro difesa qualunque cosa accada: questa è la Nato".

Una Nato che, dopo le minacce e le sanzioni "generiche", è pronta ad alzare la posta. "Le sanzioni occidentali - ha concluso Obama - saranno fatte in modo da colpire soprattutto la Russia ed evitare conseguenze per gli altri Paesi. Se Mosca andrà oltre sono pronte sanzioni settoriali che possono colpire l'energia, la finanza e il commercio". 

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