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Giovedì, 25 Aprile 2024
In attesa / Ucraina

Perché Odessa è la città spartiacque della guerra in Ucraina

Il porto sul Mar Nero, la "capitale meridionale", ha un milione di abitanti: Odessa è stata in gran parte risparmiata fino a oggi. Secondo alcuni osservatori, uno sbarco dei russi si allontana. Secondo altri, un attacco su larga scala è invece possibile, probabile addirittura

Aggrappata alla pace, si prepara alla guerra. Dal 24 febbraio in avanti le notizie di un possibile sbarco dei russi a Odessa si susseguono. Non è mai successo, e forse non accadrà. La città, la "capitale meridionale dell'Ucraina", è un obiettivo strategico ed è sul mare. Per la flotta del Mar Nero è e resta un possibile obiettivo. Uno sbarco come quelli visti nella Seconda guerra mondiale è una teoria lontana dalla realtà attuale. Se in Sicilia e in Normandia gli alleati fecero convogliare più di 100.000 uomini, i russi hanno solo circa 2.000 uomini, fanti di marina, a Sebastopoli. Impossibile, oggi come oggi, conquistare una città così grande, che ha avuto settimane di tempo per prepararsi alla resistenza. Ma sono giorni di attesa e timori. Il tempo è dalla parte di Odessa: in questo mese la resistenza di Mariupol e Mykolayiv, a est, ha permesso di mettere da parte armi, cibo, medicine e rendere la città "una fortezza inespugnabile", assicura il sindaco.

Odessa è un obiettivo di Putin

In tre settimane le forze russe hanno conquistato Kherson e assediato Mariupol (dove oggi 300mila civili sono bloccati ed è catastrofe umanitaria con migliaia di morti e fosse comuni). Odessa finora è stata in gran parte risparmiata. Ci sono stati attacchi missilistici su Mikolayiv, una città portuale del Mar Nero cruciale per gli eventuali piani russi di prendere Odessa. Mikolayiv ha uno dei tre porti più grandi dell'Ucraina e ostacola le truppe russe mentre marciano a ovest lungo la costa del Mar Nero verso ovest: è tra i centri ucraini più colpiti dai bombardamenti, è una città fantasma, deserta, da cui sono scappati quasi tutti quelli che potevano farlo.

Odessa ha evitato per ora attacchi feroci come quelli a Mykolayiv e Mariupol: è un porto cosmopolita sulla costa meridionale dell'Ucraina, dove da centinaia di anni convivono persone di lingua ucraina e russa e minoranze bulgare ed ebraiche. L'avanzata russa dalla Crimea occupata si è in parte rivolta a oriente per collegare il territorio con i separatisti sostenuti dalla Russia nell'est e per impadronirsi del porto di Mariupol nel Mar d'Azov. La città è anche vicina al confine con la Moldova e alla regione contesa della Transnistria. E' il più grande porto marittimo dell'Ucraina. Il 70 percento delle esportazioni passa attraverso il mare. Se i russi conquistassero Odessa, insieme ad altre città portuali del sud, l'Ucraina nei fatti diventerebbe un Paese senza sbocco sul mare.

La caduta di Mariupol permetterebbe a Mosca di controllare l'intera costa nord del Mar d'Azov, Odessa permetterebbe lo stesso ma su un mare molto più importante, il Mar Nero. "Prendere" Odessa vorrebbe dire garantire la contiguità territoriale con la Crimea. L'invasione della Russia avanza lentamente nelle pianure costiere del sud, aperte e quasi impossibili da difendere, mentreè sempre più rallentata nella parte settentrionale dell'Ucraina.

Il sindaco di Odessa Gennadiy Trukhanov fino al 2017 aveva un passaporto russo ed era stato visto con sospetto dai filo-ucraini. Nelle scorse settimane i suoi video su Facebook esprimevano lo sgomento di una città intera. Odessa è sempre stata cruciale per la sopravvivenza economica del paese: è la quarta città ucraina per numero di abitanti, ma la sua importanza va molto al di là della questione demografica: controlla l'accesso sul Mar Nero e il suo porto è il polmone economico ucraino da cui passano gli scambi con l’Europa e l’Asia, da cui passano presente e futuro.

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Non solo una città, un simbolo

Odessa non è "solo" una città, è un simbolo. Fondata da Caterina la Grande alla fine del 1700, era un gioiello della corona dell'Impero russo e un importante porto commerciale per l'Unione Sovietica. Un luogo di vacanza per la nomenklatura sovietica ai tempi dell’Urss al pari della Crimea. Sebbene non sia militarmente significativa come la penisola di Crimea, che la Russia ha annesso nel 2014, per le mire imperiali del presidente russo Vladimir Putin la regione lungo il Mar Nero con "capoluogo" Odessa è centrale.

Come le regioni orientali di Donetsk e Luhansk , Odessa è stata teatro di una rivolta separatista sostenuta dalla Russia nel 2014 che ha cercato di creare uno stato indipendente. Odessa ospita una numerosa popolazione di residenti filo-russi. Per le mire imperiali di Putin è una città simbolo, o almeno lo è diventata da otto anni a questa parte. Nel 2014 gruppi filo-russi si sono scontrati con i sostenitori della cosiddetta rivoluzione Maidan, provocando 48 morti. Tutte le vittime tranne due erano filo-russi e 42 morirono quando un edificio, il palazzo dei sindacati, in cui uomini e donne si erano nascosti, fu dato alle fiamme. Una folla composta da ultrà calcistici ed estremisti di destra, sostenitori del governo auto-proclamatosi, aveva circondato il palazzo e l'aveva incendiato con un fitto lancio di bombe molotov.

Alcuni giorni prima dell'inizio dell'invasione, la scorsa settimana, Putin aveva lanciato una minaccia contro coloro che avevano appiccato proprio quell'incendio, suggerendo che Odessa fosse realmente nella sua mente. "I criminali che hanno commesso questo atto malvagio non sono stati puniti", ha detto. "Nessuno li cerca, ma li conosciamo per nome". Sebbene Odessa non abbia subito l'intenso bombardamento di altre città come Kiev e Kharkiv, ci sono stati sporadici attacchi di razzi. Odessa si prepara a resistere, circolano immagine di molotov distribuite alle milizie.

Se la strategia russa avesse però contemplato sin dall'inizio uno sbarco, "questo sarebbe dovuto avvenire i primi due giorni, quando la difesa era ancora debole - scrive sulla Stampa Ugo Poletti da Odessa - Hanno perso questa occasione perché i piani di attacco russi, trovati addosso a dei prigionieri, prevedevano una guerra lampo di pochi giorni. Quindi, davano per scontato che la città sarebbe caduta senza combattere. Invece, oggi la difesa è molto agguerrita. Se n'è accorta una corvetta russa, la Vasily Bykov , centrata e quasi affondata da una batteria costiera di missili. Adesso le navi russe si avvicinano con più cautela". Odessa resta un obiettivo culturale e politico che Putin ha menzionato molte volte nei suoi discorsi. La certezze è che se le truppe russe proveranno a sfondare, la battaglia durerà a lungo. Gli abitanti di Odessani "non sono guerrieri", ha detto il sindaco Trukhanov. "Ma quando abbiamo ospiti indesiderati, qui diventiamo veri eroi". 

"La guerra arriverà a Odessa"

C'è chi ritiene che un attacco su larga scala sia possibile, probabile addirittura. La guerra del presidente russo Vladimir Putin contro l'Ucraina "arriverà presto a Odessa", secondo il Washington Post: "La gente della città ha un disperato bisogno di armi e aiuti umanitari per sopravvivere all'imminente assalto. Finora, tuttavia, la comunità internazionale non è abbastanza concentrata su questa battaglia cruciale e la finestra di opportunità si sta chiudendo".

Il sindaco di Odessa, Gennadiy Trukhanov, ha detto al Washington Post che non sa esattamente quando le forze russe attaccheranno, ma segnali minacciosi ci sono ovunque. Le navi da guerra russe stanno sondando le spiagge del Mar Nero e bombardando parti della costa, indicando che una forza di invasione anfibia potrebbe presto essere in arrivo. Le forze ucraine non hanno armi sufficienti, come i missili Harpoon, per fronteggiare la flotta russa.

Migliaia di soldati russi con equipaggiamento pesante si stanno spingendo verso Odessa da est, ma stanno incontrando una dura resistenza ucraina . A ovest, il sindaco si aspetta che Putin attivi le truppe russe già di stanza in Transnistria. "La nostra preoccupazione è che la città possa essere circondata", ha detto Trukhanov, un ex ufficiale militare sovietico. "Questo è lo scenario che ci aspettiamo dal nemico".

Perdere Odessa sarebbe disastroso, "sia per l'Ucraina che per il mondo" secondo l'autorevole quotidiano. La città è il porto più importante dell'Ucraina e vanta una notevole capacità industriale. Conosciuta per la sua cultura, diversità e ricca storia interreligiosa, Odessa rischia di vedere distrutti il suo patrimonio e i suoi siti culturali. Ma soprattutto, la caduta di Odessa porterebbe la guerra ancora più vicina agli stati della NATO come la Romania, a causa della probabilità che le truppe russe in Transnistria possano essere coinvolte.

La resistenza di Mykolaiv sta concedendo a Odessa tempo prezioso per fortificare la città e accumulare rifornimenti. Basterebbe? Basterà?  I giornalisti devono esibire le proprie credenziali per accedere al centro storico della città, ora ricoperto da travi di ferro saldate a croce, mentre i carri armati sono schierati agli incroci stradali. I funzionari della città e della difesa organizzano tour stampa per i pochi giornalisti occidentali presenti, ringraziandoli per essere andati a "mostrare al mondo cosa sta succedendo qui".

Attilio Malliani, ambasciatore italiano a Odessa, da 20 anni in Ucraina, è il responsabile dell'evacuazione degli italiani, un'ottantina in tutto, bloccati nel Sud del Paese: "Prima di terminare il mio incarico devo mandare a casa anche l'ultimo italiano rimasto. È un dovere prioritario", dice al Giornale. Teme che Odessa venga bombardata: "Molti lasciano presagire anche questa opzione senza però escludere che ci sia compromesso prima del disastro. Questa gente difenderà fino all'ultimo le proprie case e la propria terra. Qui combatte un popolo eroico, la città è russofona, non russofila: parlare russo non significa stare con Putin".

Oggi, racconta un reportage di France 24, il silenzio della città è rotto solo da un altoparlante proveniente dalla famosa, iconica, funicolare di Odessa. "Attenzione! Attenzione! State al sicuro!". A volte si sentono alcuni spari dal porto. Si guarda verso il mare e verso l'orizzonte. In attesa.

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