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Giovedì, 25 Aprile 2024
Scenari / Ucraina

Perché Putin ora punta a Odessa

La terza città più grande dell'Ucraina è strategicamente importante, ma è anche un simbolo senza tempo. La conquista di Odessa darebbe a Mosca il controllo dell'intera costa meridionale e metterebbe ancor più in ginocchio l'economia del Paese

L'esercito russo domenica ha colpito un impianto di lavorazione del petrolio e depositi di carburante intorno allo strategico porto di Odessa nel Mar Nero. Le forze russe continuano a consolidare le posizioni e a riorganizzarsi per concentrare la loro offensiva nella regione orientale ucraina del Donbass. E' quanto afferma il ministero della Difesa britannico nell'ultimo rapporto di intelligence, secondo il quale le forze russe, compresi i mercenari del Gruppo Wagner, vengono spostati nell'area. Ma c'è anche la costa meridionale, tutta la costa meridionale, nelle mire di Putin.

Odessa è la base principale della marina ucraina, era stata in gran parte risparmiata dalla violenza nel conflitto nelle cinque settimane che hanno preceduto gli attacchi di ieri. A Odessa la guerra fino a poco fa era solo nella voce e nei racconti dei profughi. Dalle 5.45 di ieri mattina, la guerra è realtà. Colpiti depositi e raffinerie: linfa vitale per la macchina bellica ucraina. I missili russi hanno colpito "infrastrutture critiche", molto probabilmente un deposito di carburante, vicino al porto; non ci sono state vittime. Odessa è un punto focale per le forze russe perché, se preso, consentirebbe a Mosca di costruire un corridoio terrestre verso la Transnistria, regione separatista di lingua russa della Moldova che ospita truppe russe. Il ministero della Difesa di Mosca ha affermato che gli attacchi missilistici dei suoi militari hanno distrutto una raffineria di petrolio e tre strutture di stoccaggio di carburante, aggiungendo che le strutture sono utilizzate dall'Ucraina per rifornire le sue truppe vicino alla città di Mykolaiv.

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Il fronte di Mykolaiv dista meno di 120 chilometri

Il fronte di Mykolaiv è lontano un centinaio di chilometri. Lì si combatte da quasi un mese. Un'autostrada dritta come un fuso le collega. Con il passare delle ore si ha sempre più l'impressione che l'esercito di Putin voglia concentrarsi non solo sul sudest dell'Ucraina. Il Mar d'Azov è in mano russa. Mariupol è in mano russa.  "A che serve, ora che l'esercito nemico si è ritirato e ha rinunciato a investire Odessa? - si domanda Ugo Poletti sulla Stampa - Sembra una mossa per mantenere alta la pressione sulle difese ucraine e impedire che possano mandare rinforzi al fronte più caldo del Donbass. Oppure è la vendetta dei russi che si sono imbestialiti, quando è esploso il deposito di carburante di Belgorod".

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Dal 24 febbraio in poi le forze russe hanno conquistato Kherson e assediato il porto di Mariupol, ma finora a Odessa la guerra non era arrivata. Mikolayiv ha uno dei tre porti più grandi dell'Ucraina: lì si combatte furiosamente da settimane. L'eventuale caduta di Mikolayiv prelude secondo alcuni analisti alla battaglia per Odessa. Circa un milione di persone vive a Odessa, porto cosmopolita, dove da centinaia di anni convivono persone di lingua ucraina e russa e minoranze bulgare ed ebraiche. L'avanzata russa dalla Crimea occupata si è in parte rivolta a oriente per collegare il territorio con i separatisti sostenuti dalla Russia nell'est e per impadronirsi del porto di Mariupol nel Mar d'Azov.

Odessa è anche vicina al confine con la Moldova e alla regione contesa della Transnistria. Nel più grande porto marittimo dell'Ucraina passa la stragrande maggioranza delle esportazioni. Se i russi conquistassero Odessa, insieme ad altre città portuali del sud, l'Ucraina nei fatti diventerebbe un Paese senza sbocco sul mare. Mariupol permetterebbe a Mosca di controllare l'intera costa nord del Mar d'Azov, Odessa permette lo stesso ma su un mare molto più importante, il Mar Nero. Dopo Mariupol, l'obiettivo di Putin è Odessa, garantendo così la contiguità territoriale con la Crimea. E' sempre più chiaro che l'invasione della Russia può continuare solo nel sudest.

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Odessa è un simbolo

"Da chi ci state salvando?": è il grido da settimane del sindaco Gennadiy Trukhanov, che fino al 2017 aveva un passaporto russo ed era stato visto con sospetto dai filo-ucraini. Odessa  è cruciale per la sopravvivenza economica del paese. Ed è un simbolo. Fondata da Caterina la Grande alla fine del 1700, era un gioiello della corona dell'Impero russo e un importante porto commerciale per l'Unione Sovietica. Un luogo di vacanza per la nomenklatura sovietica ai tempi dell’Urss al pari della Crimea. Sebbene non sia militarmente significativa come la penisola di Crimea, che la Russia ha annesso nel 2014, per le mire imperiali del presidente russo Vladimir Putin la regione lungo il Mar Nero con "capoluogo" Odessa è centrale.

Come le regioni orientali di Donetsk e Luhansk , Odessa è stata teatro di una rivolta separatista sostenuta dalla Russia nel 2014 che ha cercato di creare uno stato indipendente. Odessa, un milione di abitanti, ospita una numerosa popolazione di residenti filo-russi. Per le mire di Putin è una città simbolo, o almeno lo è diventata da otto anni a questa parte. Nel 2014 gruppi filo-russi si sono scontrati con i sostenitori della cosiddetta rivoluzione Maidan, provocando 48 morti. Tutte le vittime tranne due erano filo-russi e 42 morirono quando un edificio, il palazzo dei sindacati, in cui uomini e donne si erano nascosti, fu dato alle fiamme. Una folla composta da ultrà calcistici ed estremisti di destra, sostenitori del governo auto-proclamatosi, aveva circondato il palazzo e l'aveva incendiato con un fitto lancio di bombe molotov.

Alcuni giorni prima dell'inizio dell'invasione del 24 febbraio, Putin aveva lanciato una minaccia contro coloro che avevano appiccato proprio quell'incendio, suggerendo che Odessa fosse realmente nella sua mente. "I criminali che hanno commesso questo atto malvagio non sono stati puniti", ha detto. "Nessuno li cerca, ma li conosciamo per nome". Sebbene Odessa non abbia subito l'intenso bombardamento di altre città come Mariupol Mykolaiv, Kiev e Kharkiv, ci sono stati sporadici attacchi di razzi. Ora si prepara a resistere, circolano da ormai un mese immagini di migliaia di molotov distribuite alle milizie. I sacchi di sabbia realizzati sulle spiagge sono ovunque: bloccano porte, finestre e strade. Sulle strade sono state collocate enormi croci d'acciaio per fermare i carri armati

Il bombardamento di domenica ha frantumato l'idea di sicurezza che rasserenava gli abitanti. "Da ieri - racconta la Stampa - i soldati caricano l'arma se chi non veste la divisa ucraina si avvicina ad un obbiettivo sensibile. Non basta più un pass per poter avere informazioni. Ora la polizia passa in rassegna la galleria fotografica di ogni cellulare e se c'è un'immagine che non li convince viene cancellata senza troppi complimenti". La terza città più grande dell'Ucraina è strategicamente importante per Vladimir Putin. Se riesce a prendere la città, potrebbe isolare l'Ucraina dal mare, motivo per cui resterà uno dei principali obiettivi dell'offensiva russa, finché ci sarà guerra. L'Ucraina teme che la Transnistria possa essere usata come un nuovo fronte, esercitando ulteriore pressione su Odessa.

Anche nelle primissime ore dell'invasione, giovedì 24 febbraio, alle 5 del mattino, la costa, non lontano dalla città, era stata colpita da alcuni missili. Tutto era drammaticamente chiaro fin dal primo giorno di guerra: Odessa è un obiettivo.

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