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Giovedì, 25 Aprile 2024
Senza gioia

Olimpiadi e Covid: la bolla è già scoppiata?

Entusiasmo ai minimi termini a Tokyo. Niente pubblico. Si sono moltiplicati già i casi di positività di atleti e di altre figure arrivate in Giappone per le Olimpiadi: "Puntiamo a evitare che si formino cluster epidemici, attraverso una puntuale diagnostica presso il Villaggio olimpico"

L'ambasciatore italiano a Tokyo Giorgio Starace ha confermato oggi il fatto che un cittadino italiano è risultato positivo nell'ambito dell'afflusso per i Giochi olimpici che cominceranno il 23 luglio. "Stiamo seguendo la questione con estrema attenzione, la persona è stata posta in isolamento e presenta solo lievi sintomi", ha detto il diplomatico. "Una persona che era vicina - ha continuato - è stata sottoposta a test e risulterebbe negativo". La persona risultata positiva, secondo l'ambasciatore, era negativa alla partenza, Alitalia ha quindi dovuto mettere in atto le procedure di sanificazione.

Giochi in tono minore per il rischio Covid

A Tokyo la bolla sempre già ampiamente scoppiata. I Giochi con zero contagi erano ovviamente una vana speranza, ora l'obiettivo è mantenere per 20 giorni la situazione sotto controllo. Le rassicurazioni arrivate dal governo giapponese e dal Comitato internazionale olimpico in relazione al rischio Covid per i Giochi olimpici a quattro giorni dall'inaugurazione già vacillano pesantemente. Si sono moltiplicati già i casi di atleti e di altre figure arrivate in Giappone per le Olimpiadi risultate positive ai test. Dal Comitato organizzatore è arrivata la notizia che tre operatori dei media arrivati ieri dall'estero sono risultati positivi ai test, ma non ci sono al momento altri dettagli. Sempre ieri tre membri della delegazione sudafricana - due atleti e una figura tecnica - sono risultati a loro volta positivi al tampone. Questa notizia potrebbe avere un impatto anche da un punto di vista sportivo. I contatti diretti di questi due calciatori e dell'analista video infettati sono 21 e fra tre giorni la squadra sudafricana dovrebbe giocare la partita di debutto proprio contro il Giappone. Verranno effettuati i test sei ora prima del match e, sulla base del loro esito, si deciderà se svolgere o meno il match.

Bruxelles vuole che la bandiera dell’Unione europea sventoli alle Olimpiadi di Tokyo

Per adesso, dall'inizio del monitoraggio con test PCR nell'ambito dell'organizzazione delle Olimpiadi, iniziato il primo luglio, sono 58 le persone risultate positive al Covid-19. In Giappone l'opinione pubblica è preoccupata e sempre più contraria allo svolgimento dei Giochi, come dimostrano i sondaggi che quotidianamente si susseguono sui media nipponici, il governo ha imposto regole piuttosto stringenti: doppio test molecolare prima della partenza, un programma vincolante delle attività previste con limitazione per i primi 14 giorni di permanenza esclusivamente alle sedi olimpiche, test molecolare all'arrivo e test per i primi tre giorni (in isolamento, salve esigenze specifiche). Rigido divieto di frequentare esercizi pubblici e richiesta di non avere contatti con la cittadinanza.

"Puntiamo a evitare che si formino cluster epidemici, attraverso una puntuale diagnostica presso il Villaggio olimpico durante lo svolgimento dei Giochi, una gestione delle attività che minimizzi drasticamente i contatti con gli altri e, nel caso si verifichino casi di positività, con il ricovero nella struttura di cura dei positivi e il controllo dei contatti diretti, oltre che con il mantenimento del distanziamento sociale", ha spiegato stamani il portavoce del governo, Katsunobu Kato. "Collaboriamo con il Comitato organizzatore e con il Cio per svolgere Giochi olimpici in sicurezza". L'equilibrio tra la sicurezza e la possibilità di svolgere Olimpiadi degne di questo nome è tuttavia difficile. Lo si può vedere, per esempio, all'aeroporto internazionale di Narita, dove le delegazioni e la stampa stanno arrivando in massa e ci sono pesanti difficoltà per gestire le procedure di accertamento, accredito e tamponi vari.

"Il CIO e Tokyo 2020 sono assolutamente chiari sul fatto che il Villaggio Olimpico è un posto sicuro in cui stare", ha detto ai giornalisti il portavoce di Tokyo 2020, Masa Takaya. "La cosa importante, devo dirvelo, riguarda la risposta ai casi positivi", ha aggiunto.

Toyota non trasmetterà più spot

La Toyota - uno dei principali sponsor delle Olimpiadi di Tokyo 2020 - non intende trasmettere più i video pubblicitari in Giappone, e il suo presidente, Akio Toyoda, non parteciperà alla cerimonia di apertura dei Giochi, in programma questo venerdì. La decisione di Toyota riflette la scelta, sempre più diffusa tra le aziende che sponsorizzano i Giochi, di non vedere il proprio marchio associato ad un evento potenzialmente negativo, in considerazione dell'alto livello di contrarietà all'interno dell'opinione pubblica nipponica.

"Credo che tanti soldi delle nostre tasse siano serviti a finanziare questa Olimpiade. Ma, nonostante questo, le persone non potranno andare a seguirle dal vivo. Allora mi chiedo a cosa servano questi Giochi, perché è chiaro che noi atleti vorremmo giocare, o gareggiare, davanti ai tifosi". È polemico Maya Yoshida, 32enne fuoriquota e capitano della nazionale olimpica giapponese, e difensore della Sampdoria. La decisione degli organizzatori di chiudere gli impianti di Tokyo 2020 non gli va giù, anche perché finora la J-League del calcio e il campionato di baseball si sono svolti a porte aperte, seppur con un numero limitato di spettatori. "Le nostre famiglie si sono sacrificate e hanno dovuto sopportare tante cose - dice ancora il roccioso difensore -, e ci hanno sempre appoggiato mentre facevamo il nostro lavoro in Europa. Ma adesso, qui, non stanno competendo solo gli atleti, e i giocatori, ma anche i membri delle nostre famiglie, ognuno di loro. Quindi, se nemmeno loro possono assistere alle partite rimane la domanda: 'a cosa serve tutto questo?'. Spero davvero che certe decisioni vengano riconsiderate".

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