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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Angelo rischia la vita per lasciare spazio alle piantagioni di olio di palma

La domanda del grasso tropicale aumenta e così si disbosca la foresta pluviale per fare posto alle piantagioni. Angelo insieme alla sua specie sono le vittime dell'aumento della rischiesta del prodotto, che non fa bene alla nostra salute

Angelo è un orango di Sumatra di circa 14 anni e non ha avuto una gran fortuna: è rimasto ferito nei pressi di una piantagione di palma da olio con quattro proiettili ad aria compressa nel corpo. Gli operatori del programma di conservazione degli oranghi (Socp) lo hanno trasportato d'urgenza in un centro specializzato per la tutela dei primati. Le fotografie di Sutanta Aditya, Agence France-presse (Afp) raccontano la sua drammatica storia: nel centro è stato sedato e gli sono stati fatti gli esami clinici nessari. Nell'equipe medica che si è preso cura di lui soltanto quattro persone servivano a spostarlo. Queste persone gli hanno salvato la vita: gli oranghi sono sotto tiro degli abitanti della zona della Sumatra perché qui diverse sono le coltivazioni di olio di palma. 

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La domanda mondiale è in aumento e quest'olio viene utilizzato nel 90% dei prodotti da forno italiani, nei cosmetici e anche per biocarburanti. Nel nostro paese l’incremento delle importazioni nel 2014 è stato del 26%. Ecco perché Angelo è stato ferito: le foreste pluviali indonesiane, dove questa specie vive, stanno continuando a sparire per fare posto alle piantagioni. Il Socp ha fino ad ora salvato 280 oranghi riuscendo a riportarne allo stato brado 200. Da qualche anno l'olio di palma è al centro del dibattito sulla sostenibilità che le grandi aziende dell’agroalimentare stanno intraprendendo. Anche perché riununciarci significa mangiare cibo "vivo e integro" su cui dovrebbe basarsi la nostra dieta. Come verificare la sostenibilità delle aziende? Possiamo fidarsi delle certificazioni di sostenibilità per l'olio di palma? Dell'argomento si è occupata anche Report, facendo emerge che le aziende controllate pagano i loro controllori, i loro certificatori. Questo è il limite: non possiamo avere la certezza che l'olio di palma presente nei prodotti da supermercato, e talvolta anche nei prodotti bio, sia davvero sostenibile.

Purtroppo la deforestazione per la coltivazione di olio di palma avviene senza regole. Così in questi giorni è stata lanciata su Change.org per contrastare l’invasione dell’olio di palma che ha già raggiunto 118 mila firme. La petizione ha convinto molte catene di supermercati come Coop, Esselunga, Ikea, Ld Market a togliere  o a ridurre la quantità di olio di palma nei prodotti. 

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