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Giovedì, 18 Aprile 2024
Chi è il killer / Filippine

Fausto Tentorio, il missionario brutalmente ucciso dieci anni fa: c'è la svolta

Era stato assassinato il 17 ottobre 2011 nelle Filippine: preso il presunto killer

Svolta nel caso della morte di padre Fausto Tentorio, il missionario lecchese del Pime assassinato il 17 ottobre 2011 nelle Filippine. Secondo quanto riferito da Asianews, la polizia filippina ha infatti arrestato il principale indiziato dell'omicidio che risale a oltre dieci anni fa: in manette è finito il 66enne Ricardo Boryo Dorado, detto Nene Dorado, ex capo villaggio del Barangay Dallag.

Secondo la testata l'uomo, colpito insieme ad altre 6 persone da un mandato di arresto emesso nel 2019, non si stava nascondendo, tanto che è stato fermato a casa sua. Il provvedimento è già stato convalidato dal giudice. Nessuna traccia degli altri sospettati che risultano tutti irreperibili.

La notizia è stata riportata da Philippine Agency news. L'uomo arrestato dalla polizia è solo uno dei sospetti legati all'omicidio del missionario il 17 ottobre 2011. Almeno altri quattro sospetti legati all'omicidio restano latitanti. Tentorio è stato ucciso all'alba di quel giorno da assalitori fuori dal suo convento parrocchiale. Subito dopo, il Governo provinciale ha istituito una task force investigativa locale per indagare sull'omicidio.

Fu ucciso davanti alla sua Chiesa ad Arakan, culla del separatismo musulmano, da un uomo che sarebbe comparso all’improvviso e avrebbe sparato alla vittima, che aveva appena finito di celebrare la messa, alla testa e alla schiena. Fu crivellato di colpi.

Chi era padre Fausto Tentorio

Padre Fausto Tentorio (7 gennaio 1952 – 17 ottobre 2011), nato a Santa Maria di Rovagnate e cresciuto a Santa Maria Hoe’ (Lecco), era stato ordinato nel 1977 ed era partito per le Filippine subito dopo. Prima della missione in Arakan aveva lavorato in quella di Columbio, Sultan Kudarat, abitata da cristiani, musulmani e indigeni B’lang.

La morte di padre Tentorio è un nuovo capitolo in quel volto del martirio che da tanti anni ormai contraddistingue la presenza del Pime (Pontificio istituto missioni estere) a Mindanao. Prima di lui lì erano stati uccisi altri due missionari del Pime: padre Tullio Favali, ucciso nel 1985, e padre Salvatore Carzedda, ucciso nel 1992. Altri due missionari del Pime, in anni ancora più recenti, hanno subito un rapimento: padre Luciano Benedetti nel 1998 e padre Giancarlo Bossi nel 2007. Padre Tentorio stesso era già sfuggito a un agguato nel 2003. Quello di otto anni dopo non gli lasciò scampo.

Tentorio viveva nelle Filippine da 32 anni: aiutava le popolazioni tribali, gli agricoltori e i poveri contro lo sfruttamento da parte di latifondisti e potenti del territorio interessati alla ricchezze minerarie. Un martire, un sacerdote che "dava fastidio", dalla parte degli ultimi e mal visto dai miliziani di Manila. Un uomo coraggioso che credeva nella necessità di puntare sulla scuola e la formazione come strumento per combattere povertà e ingiustizie, e nell'importanza di un voto libero e consapevole anche all'interno delle comunità locali di un Paese complesso come le Filippine.

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