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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'inchiesta / Cile

"Pablo Neruda è stato assassinato"

Un panel di esperti avrebbe confermato quanto sostenuto dai famigliari del poeta, ufficialmente morto per le conseguenze di un cancro alla prostata

Pablo Neruda è stato avvelenato. È questa la conclusione a cui sarebbero giunte le nuove analisi effettuate da un panel di esperti sui resti del poeta cileno, morto il 23 settembre del 1973, meno di due settimane dopo il colpo di stato di Augusto Pinochet.

Per oltre 40 anni la versione ufficiale è stata che il premio Nobel per la letteratura era deceduto in seguito al peggioramento delle condizioni di salute precarie con cui conviveva da qualche anno, a causa di un cancro alla prostata. Il colpo di Stato di Pinochet, sostenuto dagli Stati Uniti, durante il quale Allende si suicidò mentre le truppe assaltavano il palazzo presidenziale, devastò Neruda e lo portò a pianificare un esilio in Messico. Ma un giorno prima della sua partenza, il poeta è stato portato in ambulanza all'ospedale di Santiago del Cile, dove poi morì.

A gettare ombre su questa versione erano stati in tanti già all'indomani della sua morte, in particolare tra le file del Partito comunista cileno e i famigliari. Dieci anni fa la svolta: il suo ex autista, Manuel Araya, ha dichiarato che Neruda lo aveva chiamato dall'ospedale in cui era stato ricoverato sostenendo che qualcuno gli avesse iniettato qualcosa nel corpo. Da lì a poche ore, il poeta sarebbe morto. Un giudice cileno ha dunque deciso di riesumare il cadavere. 

Campioni dei resti di Neruda sono stati inviati a laboratori forensi in quattro Paesi e nel 2015 il governo cileno ha affermato che era "altamente probabile che una terza parte" fosse responsabile della sua morte. Due anni dopo, un team di scienziati internazionali si è detto “convinto al 100%” che il poeta non fosse morto di cancro alla prostata, rilevando che all'interno del corpo era presente il batterio Clostridium botulinum, che sarebbe stata la vera causa del decesso. Per chiudere il cerchio, però, restava un ultimo tassello: stabilire se il batterio fosse stato effettivamente iniettato da qualcuno. Ed è proprio su questo che si sono concentrate le ultime analisi, secondo quanto reso noto dal nipote di Neruda, Rodolfo Reyes. 

Reyes ha anticipato i risultati della perizia eseguita da un team internazionale di scienziati nei giorni scorsi: in base a tale analisi, che dovrebbe essere pubblicata nelle prossime ore, il team ha stabilito che queso batterio non avrebbe dovuto essere presente nelle ossa di Neruda: "Questo è ciò che stavamo aspettando, prima non si sapeva se il batterio fosse esogeno o endogeno, adesso sappiamo che è stato iniettato. Pablo Neruda è stato assassinato dagli agenti dello Stato cileno", ha detto Reyes al quotidiano El Pais.

La pubblicazione dei risultati ufficiali delle analisi è stata rimandata più volte, ufficialmente per via dei gravi incendi che hanno investito il Paese nell’ultimo periodo, compromettendo la rete internet con la quale gli esperti comunicano da remoto. In realtà, alla base della posticipazione ci sarebbe il disaccordo tra i membri del panel sull’effettivo livello di tossicità del batterio ritrovato all’interno di un molare del poeta, da cui dipende la possibilità di provare o meno il suo assassinio per ragioni politiche.

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