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Martedì, 16 Aprile 2024

Abbiamo deciso che dell'Ucraina non ce ne frega più niente

Sembra quasi che l'Europa stia lentamente abbandonando l'Ucraina. Macron e Scholz hanno dichiarato che Kyiv potrà entrare nell'Unione Europea forse tra 10 anni, forse tra 20. Un tempo biblico rispetto all'evidente e immediata esigenza di sicurezza e integrazione dell'Ucraina, ma anche di sicurezza dello spazio europeo in sé. Però hanno anche detto che l'Ucraina, così come altri paesi, potrà entrare in una "comunità politica europea" (tra l'altro prendendo il nome che si voleva dare all'Unione prima di farne solo una entità economica negli anni '50), cioè un'istituzione che oggi non esiste nemmeno, e non si capisce bene chi la fonderà, quando, e con quali contenuti concreti.

Sono dunque già accantonati i voti parlamentari a Bruxelles? La standing ovation riservata a Zelensky in collegamento al Parlamento europeo? Le centinaia di dichiarazioni di tutti i leader europei con un certo "peso" sul fatto che l'Ucraina è già moralmente europea? Che cosa sta succedendo?

Il piano di pace italiano

Quasi contemporaneamente, l'Italia ha consegnato all'Onu un "piano di pace" di cui non si conoscono i virgolettati ma alcune anticipazioni. Che hanno messo in subbuglio gli ucraini. Stando a quanto anticipato, dopo un cessate il fuoco si dovrà discutere di neutralità dell'Ucraina a livello di alleanze militari e poi di Crimea e Donbas. Non si sa nemmeno come siano stati definiti questi territori nel documento, ma un giornale ha parlato di "aree contese" e in Ucraina si è scatenato il putiferio. Secondo le anticipazioni, queste aree dovrebbero avere "piena autonomia", e ancora una volta non si capisce bene a che cosa ci si riferisca, dato che, per Costituzione, la Crimea è una Repubblica Autonoma all'interno dell'Ucraina e le altre regioni godono già di una certa autonomia amministrativa. Quale altra autonomia è necessaria senza che l'Ucraina ne perda la sovranità?

Da Kyiv la risposta è stata chiara: "Stiamo valutando questo piano, insieme ad altri". Il portavoce del ministero degli esteri, Oleg Nikolenko, ha aggiunto che "ogni decisione politica deve partire dal rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina nei suoi confini così come sono riconosciuti dalla comunità internazionale". Come potrebbe essere diversamente?

Tutti vogliamo la pace, soprattutto tutti noi europei occidentali che, in pace, viviamo da decenni tra noi. Non abbiamo più idea di cosa significhi un vicino ingombrante che desidera annichilirci. E, schermandosi dietro dichiarazioni sulla "fratellanza", in realtà le usa per giustificare la cancellazione. Ma su quale pace possiamo lavorare per gli ucraini? Davvero un punto di caduta legittimo, giusto, può essere la cessione di autonomia, la neutralità? Ed in cambio di cosa? Fino a quando?

Nei discorsi del presidente Zelensky, quelli agli ucraini e ai parlamenti di tutto il mondo, almeno fino alla scoperta del massacro di Bucha e Borodyanka, una delle parole più ricorrenti era proprio "pace". Ma in Ucraina tutti, dal presidente al popolo, sono coscienti fin dall'inizio che non può esserci "qualunque" pace, e che una pace giusta sia l'unica strada possibile per prevenire altri conflitti, altre guerre, altre invasioni.

Quale pace?

Per esempio il 7 marzo, undici giorni dopo lo scoppio della guerra, Zelensky diceva: "Insisteremo sui negoziati finché non troveremo un modo per dire al nostro popolo: è così che arriveremo alla pace. Esattamente alla pace. Dobbiamo capire che ogni giorno di lotta, ogni giorno di Resistenza crea per noi condizioni migliori. Ci mette in una posizione forte in grado di assicurarci un futuro di pace dopo questa guerra". Il giorno dopo, la first lady Olena Zelenska, in una lettera aperta ai media di tutto il mondo, scriveva: "L’Ucraina vuole la pace, ma difenderà i suoi confini, difenderà la sua identità, non cederà mai".

Volere la pace non significa cedere pezzi di identità o pezzi di territorio. Equiparare i punti di vista non è il modo giusto di arrivare alla pace. La Resistenza ucraina serve esattamente a raggiungere una pace giusta. L'abbiamo armata e la stiamo armando per questo. Chi brucia libri, chi massacra i civili, chi annienta l'identità, chi deporta i prigionieri (nella Federazione Russa ci sono decine di campi per i civili che sono stati "evacuati" dall'Ucraina) non ha un punto di vista equiparabile al nostro, ma mostruoso e disumano. Siamo riusciti ad aiutare l'Ucraina a prolungare la Resistenza all'invasione russa, anche con sanzioni economiche mai viste prima e che aumenteremo ancora, almeno stando alle promesse. E mostriamo cedimenti? Non possiamo abbandonare l'Ucraina proprio adesso, facendo concessioni al Cremlino e legittimando la sua guerra.

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