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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Padre Dall'Oglio è vivo nelle mani dell'Isis": l'indiscrezione sul gesuita rapito a Raqqa nel 2013

Secondo il Times, il sacerdote sarebbe ancora vivo e oggetto di una trattativa del sedicente stato islamico per chiedere una via di fuga sicura

Padre Paolo Dall'Oglio, il gesuita rapito il 29 luglio del 2013 mentre si trovava a Raqqa, in Siria, sarebbe vivo. E' l'indiscrezione lanciata dal quotidiano britannico The Times, che cita fonti curde di alto livello secondo le quali i miliziani del sedicente Stato islamico (Is) starebbero cercando un accordo con le forze curdo-arabe sostenute dagli Stati Uniti che li circondano, chiedendo una via di fuga sicura in cambio della liberazione di alcuni ostaggi che sostengono di avere nelle loro mani. Tra questi - precisa il quotidiano - figurano "il giornalista britannico" John Cantlie, "un prete italiano, Paolo Dall'Oglio, 64 anni, e un'infermiera della Croce Rossa dalla Nuova Zelanda". I tre, ricorda il 'Times', furono sequestrati separatamente nei giorni dell'ascesa in Siria del gruppo terrorista. Due giorni fa il sottosegretario britannico all'Interno, Ben Wallace, in un briefing alla stampa, ha dichiarato che Cantlie, catturato dallo Stato Islamico oltre sei anni fa, è ancora vivo. Il giornalista è noto per essere comparso in una serie di video propagandistici dell'Is, ma non se ne hanno notizie dalla sua ultima apparizione nel 2016. Nell'ultimo video veniva mostrato a Mosul, nel nord dell'Iraq.

Chi è padre Dall'Oglio, rapito a Raqqa nel 2013

La notizia diffusa dal 'Times' su alcuni ostaggi occidentali che il sedicente Stato islamico starebbe tentando di usare come moneta di scambio nelle trattative con le forze curdo-arabe, riaccende quindi la speranza che padre Paolo Dall'Oglio sia ancora vivo. Il gesuita è stato rapito il 29 luglio del 2013 mentre si trovava a Raqqa, in quella che era la 'capitale' dell'autoproclamato "califfato" di Abu Bakr al-Baghdadi. Il suo rapimento non è mai stato rivendicato e di lui non si hanno più notizie, anche se in passato sono circolate voci mai confermate sulla sua prigionia in un 'carcere' dell'Is (nella provincia di Aleppo, avevano detto ad Aki - Adnkronos International fonti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani alla fine del 2014) e anche sulla sua morte. Per la sua liberazione ha rivolto un accorato appello anche Papa Francesco.

Romano, 62 anni il 17 novembre scorso, Dall'Oglio ha passato metà della sua vita in Siria, a Deir Mar Musa, dove ha fondato una comunità monastica dedita al dialogo interreligioso. Nel giugno 2012, il gesuita fu espulso dal governo di Bashar al-Assad per aver incontrato membri dell'opposizione e criticato le azioni del regime nella guerra siriana. Per qualche mese si trasferì nel Kurdistan iracheno, da dove rientrò in Siria qualche mese dopo, prima di essere rapito. Nel 2015 è stata fondata a Roma l'associazione ''Giornalisti Amici di padre Dall'Oglio'' per riportare all'attenzione dell'opinione pubblica e delle istituzioni il caso del gesuita.

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La gigantografia di padre Paolo Dall'Oglio esposta al Campidoglio, 29 luglio 2015 a Roma. ANSA/ MASSIMO PERCOSSI

"Padre Dall'Oglio è vivo", l'indiscrezione che riaccende la speranza

"Sarebbe una bellissima notizia se risultasse vera". Così il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, commenta in un'intervista ad Aki-Adnkronos International l'articolo dell 'Times'. "Ci speriamo tutti, ora aspettiamo", afferma Zenari, che precisa di non avere "direttamente notizie" su Dall'Oglio da tempo. "Sono cinque anni e mezzo che seguiamo piste, anche le più impossibili" per ritrovare il religioso, ma "purtroppo non c'è mai stato niente di concreto, nemmeno un centimetro quadrato su cui basarsi sia in senso positivo che negativo", spiega. Zenari dichiara di aver avuto, tuttavia, un barlume di speranza sulle sorti di Dall'Oglio dopo aver ascoltato recentemente il presidente Stati Uniti, Donald Trump, annunciare che "intende pulire tutta l'area" della Siria ancora in mano all'Is. "Allora ho fatto questo pensiero: ora verrà fuori se è vero che ci sono degli ostaggi" in mano all'organizzazione jihadista, conclude.

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