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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Papa Francesco incontra le vittime dei preti pedofili: "Provo dolore e vergogna"

Durante la visita a Santiago del Cile, Bergoglio ha avuto un incontro privato con alcune persone vittime di abusi da parte di preti o vescovi

Durante la sua visita a Santiago del Cile, Papa Francesco ha avuto modo di incontrare nella Nunziatura Apostolica, un gruppo di persone vittime di abusi sessuali da parte di preti e vescovi. La riunione si è svolta in privato, come confermato dal direttore della sala stampa vaticana, Greg Burke: “L’incontro si è svolto in forma strettamente privata. Nessun altro era presente: solamente il Papa e le vittime. E questo perché potessero raccontare le loro sofferenze a Papa Francesco, che li ha ascoltati e ha pregato e pianto con loro”.

I riferimenti al problema pedofilia

Durante la prima giornata del suo viaggio in Cile, Bergoglio aveva già fatto riferimento due volte al problema della pedofilia nel clero. Una prima volta, nel primo discorso ufficiale, Jorge Mario Bergoglio ha espresso davanti alle autorità civili del paese “il dolore e la vergogna, vergogna che sento davanti al danno irreparabile causato a bambini da parte di ministri della Chiesa. Desidero unirmi ai miei fratelli nell’episcopato, perché è giusto chiedere perdono e appoggiare con tutte le forze le vittime, mentre dobbiamo impegnarci perché ciò non si ripeta”.

“Dolore e vergogna”

Il Papa ha ripreso la questione quando la sera ha incontrato i sacerdoti, i religiosi e i seminaristi cileni, nella cattedrale della capitale, affermando: “Conosco il dolore che hanno significato i casi di abusi contro minori e seguo con attenzione quanto fate per superare questo grave e doloroso male. Dolore per il danno e la sofferenza delle vittime e delle loro famiglie, che hanno visto tradita la fiducia che avevano posto nei ministri della Chiesa. Dolore per la sofferenza delle comunità ecclesiali; e dolore anche per voi, fratelli, che oltre alla fatica della dedizione avete vissuto il danno provocato dal sospetto e dalla messa in discussione, che in alcuni o in molti può aver insinuato il dubbio, la paura e la sfiducia. So che a volte avete subito insulti sulla metropolitana o camminando per la strada; che andare ‘vestiti da prete’ in molte zone si sta ‘pagando caro’. Per questo vi invito a chiedere a Dio che ci dia la lucidità di chiamare la realtà col suo nome, il coraggio di chiedere perdono e la capacità di imparare ad ascoltare quello che Lui ci sta dicendo, e non ruminare la desolazione”. 

Il programma di oggi

Oggi il Papa visita la città di Temuco, a sud del Cile, dove alle 10.30 (12.30 in Italia) dice messa nell’aeroporto di Maquehue. Alla celebrazione parteciperanno, con canti e balli tradizionali, i Mapuches, e il Papa pranzerà poi con otto di loro. In serata, tornato a Santiago, il Pontefice incontra i giovani nel santuario di Maipú (alle 21.30 ora italiana) e più tardi (le 23 in Italia) visita la Pontificia Università Cattolica del Cile. La Chiesa cilena, già circondata da grande prestigio per l’opposizione alla dittatura militare del generale Auguto Pinochet, è precipitata al più basso livello di gradimento popolare nel continente, secondo il Rapporto Latinobarometro 2017, a causa degli scandali legati agli abusi sessuali del clero. 

I religiosi sotto accusa

Nei giorni scorsi BishopAccountability.org, che compila un database di religiosi accusati pubblicamente di abusi sessuali contro i minori, usando le informazioni arrivate dai tribunali e dai media, ha contato almeno 80 sacerdoti cattolici accusati di pedofilia in Cile dal 2000. Secondo l’associazione si tratta di “una frazione del numero totale”. Tra i preti, numerosi stranieri inviati a un certo punto del loro ministero in Cile dai propri vescovi.

Il caso di Fernando Karadima

La lista include il sacerdote cileno Fernando Karadima, condannato all’età di 80 anni nel 2011 dal Vaticano ad una vita di ritiro e preghiera. La giustizia cilena non lo ha condannato. Si tratta di una figura-chiave della Chiesa del paese, carismatico sacerdote riverito dall’establishment cileno che ha avuto tra i suoi seguaci diversi sacerdoti poi divenuti vescovi. “Sulla vicenda di padre Fernando Karadima si fanno libri, programmi televisivi, addirittura film. E questo diventa un come un marchio di infamia che pesa su tutta la Chiesa e tutti i sacerdoti”, ha detto a Vatican Insider il gesuita cileno Fernando Montes Matte, amico di Jorge Mario Bergoglio che farà parte del seguito papale. “Un problema che non so come si va a risolvere è quello del vescovo Juan Barros, nominato da Papa Francesco alla guida della diocesi di Osorno. Fa parte dei cinque vescovi considerati vicini al sacerdote Karadima. Nella diocesi di sono gruppi che lo contestano e annunciano manifestazioni. Il Papa tiene informazioni dirette dal vescovo e sul vescovo. Ma forse è meno informato su quello che la nomina ha provocato e sta provocando nel Paese. Anche i vescovi di fatto hanno preso le distanze da Barros, e pochissimi vescovi sono andati alla sua presa di possesso della diocesi. Il Papa ha ragione a dire che contro Barros non ci sono prove e nessuna condanna. Ma lui è diventato il simbolo di quella situazione legata a quel gruppo di persone vicine a Karadima, anche se non ha colpe personali. E anche se non può essere accusato individualmente, forse, alla luce di tutto questo, la sua nomina non è stata prudente”.

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