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Martedì, 23 Aprile 2024
intensi combattimenti / Russia

I partigiani russi filo-ucraini seminano il caos in Russia, Kiev: "Osserviamo la fine di Putin"

I militanti contro Mosca hanno preso in ostaggio due soldati russi da offrire come moneta di scambio per ottenere un incontro con il governatore della regione russa

Un gruppo di combattenti russi filo-ucraini sta seminando il panico nella regione russa di Belgorod, al confine con l'Ucraina. Dopo gli scontri che si sono registrati nella giornata di oggi 4 giugno, i partigiani della Legione della Libertà della Russia e il Corpo dei Volontari Russi hanno preso in ostaggio due soldati russi da offrire come moneta di scambio per ottenere un incontro con il governatore della regione russa, Vyacheslav Gladkov, anche solo "per pochi minuti di conversazione".

In un video sul canale Telegram di Freedom of Russia, un uomo che si identifica come il comandante del Corpo dei volontari russi ha detto che avrebbe consegnato i due prigionieri al governatore di Belgorod se si fosse presentato nella giornata di oggi 4 giugno a un incontro nel villaggio di Novaya Tavolzhanka. "Noi, rappresentanti dell'Rdk (il Corpo dei Volontari russi, ndr) e della Legione, ci offriamo di scambiare due prigionieri per pochi minuti di conversazione con lei in chiesa". I partigiani si presenterebbero all'appuntamento disarmati, si sente dire dal numero uno del gruppo dei partigiani. Quindi, prosegue il messaggio, "oggi fino alle 17.00 avete l'opportunità di chiacchierare senza armi e di portare a casa due cittadini russi, soldati comuni, che lei e la sua leadership politica avete mandato in questo massacro. Ci vediamo lì!".

All'invito dei combattenti russi è seguita la replica del governatore della regione al confine con l'Ucraina, che ha accettato di incontrare i membri del gruppo del Corpo dei volontari russi, nella speranza di ottenere il rilascio dei due soldati russi catturati. Ma poco dopo, è arrivata la notizia che l'incontro tra le due parti non è andato come sperato. "Comunque Gladgov (il governatore di Belgorod, ndr) ha rifiutato, ovviamente, li ha chiamati nazisti e ha detto loro di arrendersi", ha scritto in un post su Telegram la Legione libertà della Russia, riferendosi alla precedente offerta di consegnare due prigionieri in cambio di un incontro. Non è chiaro se una delegazione degli incursori russi filo-ucraini abbia effettivamente visto faccia a faccia il governatore, ma in ogni caso l'esito non è stato positivo, a giudicare da questo messaggio.

Proprio nel villaggio di confine di Novaya Tavolzhanka sono in corso combattimenti tra partigiani e forze militari russe, stando a quanto dichiarato dallo stesso governatore della regione russa. Secondo il ministero, "le unità che coprono il confine di Stato del distretto militare occidentale e il servizio di frontiera del Servizio di sicurezza federale hanno scoperto un tentativo da parte di un gruppo di sabotaggio di terroristi ucraini che cercavano di attraversare il fiume vicino all'insediamento di Novaya Tavolzhanka". 

Il governatore Gladkov ha chiesto ai residenti delle zone adiacenti al confine con l'Ucraina di lasciare "provvisoriamente" le loro case e sfollare altrove "per mettersi al sicuro". Il provvedimento riguarda il distretto di Shebekino, nella regione di Belgorod. Già 4mila persone sono state trasferite in rifugi, all'interno della regione. "La nottata è stata turbolenta. Ci sono stati molti danni ma non ci sono informazioni relative a vittime".

Da Mosca, il ministero della Difesa afferma di aver respinto un'incursione: "Un tentativo da parte di un gruppo di sabotaggio e ricognizione di terroristi ucraini di attraversare il fiume vicino all'insediamento di Novaya Tavolzhanka", è stato rilevato dalle unità del distretto militare occidentale e del servizio di frontiera dell'Fsb. I sabotatori, però, informa Mosca, "sono stati colpiti dall'artiglieria, il nemico si è disperso ritirato".

La regione di Belgorod, al confine con l'Ucraina, è quella che negli ultimi giorni ha subito una serie di bombardamenti e incursioni, un fatto che evidenzia la vulnerabilità della retroguardia russa, tanto più nel contesto della controffensiva che Kiev sta preparando.

La cattura dei due militari del Cremlino è arrivata a seguito dell'ingresso dei partigiani russi nel distretto di Shebekino, nella regione russa di Belgorod, nella giornata del 4 giugno. Sebbene Kiev abbia sempre respinto le illazioni che vedono un sostegno diretto e militare dell'Ucraina ai gruppi di partigiani russi filo-ucraini, non ha mai negato l'idea di trarre vantaggio dalle azioni dei militanti nella regione russa. Un'azione che spinge il Cremlino a spostare parte dei soldati impegnati in Ucraina in difesa di Belgorod. Tanto che nella giornata di oggi, il consigliere del presidente ucraino Mykhailo Podolyak ha scritto su Twitter che gli eventi di Shebekino "dovrebbero essere visti come il futuro della Russia. Nell'esempio di una piccola città osserviamo la fine dell'era della stabilità di Putin e la sentenza per vent'anni di parodia da parte di una mano forte, una mano che ruba".

Non è la prima volta che i combattenti russi allineati contro Mosca spaventa il Cremlino a seguito delle incursioni nella regione di Belgorod. Anche la scorsa settimana i partigiani hanno lanciato un'offensiva contro la regione russa, usando almeno quattro veicoli tattici forniti a Kiev da Stati Uniti e Polonia. Lo riporta il Washington Post citando alcuni funzionari americani, secondo i quali tre dei quattro Mrap - Mine-Resistant Ambush Protected - portati in Russia dai combattenti sono stati forniti a Kiev dagli Stati Uniti e uno dalla Polonia.

I combattenti avevano inoltre fucili prodotti in Belgio e in Repubblica Ceca. Le rivelazioni suscitano dubbi sui controlli dell'Ucraina sulle armi che le sono state fornite dai paesi della Nato e mostrano come le stesse armi possono cambiare facilmente di mano, creando problemi proprio nei controlli.

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