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Martedì, 23 Aprile 2024
Terza udienza

Zaki sarà scarcerato, ma non assolto: "Grazie Italia"

Lo studente egiziano dell’università di Bologna è in carcere da 688 giorni esatti. L'Italia si mobilita nuovamente per lui

Patrick Zaki sarà scarcerato anche se non è stato assolto dalle accuse. Lo studente egiziano dell’università di Bologna, sotto accusa per diffusione di false informazioni attraverso articoli giornalistici, è detenuto in carcere ormai da 22 mesi. A riferirlo alcuni avvocati al termine della terza udienza del processo a suo carico a Mansura, parlando a un gruppo di cronisti tra cui il corrispondente dell'Ansa. 

Il tribunale di Mansura ha ordinato la scarcerazione di Patrick Zaki, ha scritto su Twitter la ong Eipr per cui lavorava lo studente egiziano dell'università di Bologna, precisando che l'udienza è stata rinviata al primo febbraio.

"Un enorme sospiro di sollievo perché finisce il tunnel di 22 mesi di carcere e speriamo che questo sia il primo passo per arrivare poi ad un provvedimento di assoluzione", ha commentato a caldo Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, parlando con l'Ansa. "L'idea che Patrick possa trascorrere dopo 22 mesi una notte in un luogo diverso dalla prigione ci emoziona e ci riempie di gioia. In oltre dieci piazze italiane questa sera scenderemo con uno stato d'animo diverso dal solito e più ottimista".

Zaki dalla gabbia degli imputati: "Grazie Italia"

L'udienza si tiene a Mansura, la città natale di Zaki sul delta del Nilo. Dopo aver trascorso quasi tutto il periodo detentivo in custodia cautelare nella prigione di Tora al Cairo, nei giorni scorsi Zaki è stato trasferito nel carcere di Mansura. A differenza delle precedenti udienze, il trasferimento dalla prigione di Tora a quella di Mansura è avvenuto due giorni prima dell'udienza, mentre in precedenza Zaki era stato trasferito soltanto poche ore prima.

Due i diplomatici italiani presenti nell'ala nuova del vecchio Palazzo di Giustizia di Mansura per monitorare l’udienza. Con loro sono entrati anche diplomatici di Usa, Spagna e Canada che partecipano al monitoraggio su richiesta dell'Ambasciata d'Italia, un avvocato della Delegazione dell'Unione Europea e un legale di fiducia della rappresentanza diplomatica italiana al Cairo.

Poco prima dell’udienza, uno dei diplomatici italiani ha avuto modo di parlare brevemente con Zaki, per rappresentargli la vicinanza delle istituzioni italiane. Il giovane, dalla gabbia degli imputati, ha ringraziato per quello che l'Italia e l'Ambasciata stanno facendo per lui. 

Zaki è in carcere da quasi due anni, 668 giorni esatti. Il 7 febbraio 2020 lo studente fu arrestato dopo aver rimesso piede in Egitto per una vacanza per propaganda sovversiva attraverso dieci post su Facebook. Zaki è stato poi rinviato a giudizio per "diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese" sulla base di tre articoli, tra cui uno del 2019 sui cristiani in Egitto perseguitati dall'Isis e discriminati da frange della società musulmana.

L'Italia si mobilita ancora per Patrick Zaki 

Nei giorni scorsi in tutta Italia ci sono state mobilitazioni per Patrick Zaki e oggi, giorno della terza udienza, gli attivisti manifestano in circa 50 città italiane, con un evento a Roma alle 17.30 a piazza della Bocca della Verità. "Quella del 7 dicembre potrebbe essere l'udienza decisiva per Patrick, giacché altri processi come il suo sono arrivati o stanno volgendo alla fine", aveva dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. 

Un amico di Zaki, Mohamed Hazem Abbas, membro della Campagna della Libertà per Patrick, domenica ha rivelato che il giovane studente egiziano sarebbe stato "aggredito e brutalmente picchiato dalla polizia" e che le sue "condizioni fisiche e mentali peggiorano ogni giorno di più". 

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