Patrick Zaki resta ancora in carcere: da 18 mesi e senza potersi difendere
Il Parlamento italiano aveva chiesto al Governo di concedere la cittadinanza italiana allo studente dell'università di Bologna. Un appello rimasto senza risposte
Le autorità egiziane hanno rinnovato la custodia cautelare per Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'università di Bologna trattenuto in carcere dalle autorità del Cairo dall'8 febbraio 2020. Lo ha annunciato il legale Hoda Nasrallah secondo quanto riferisce una nota di Amnesty International. Secondo la Nasrallah la durata della custodia sarà resa nota nelle prossime ore. L'annuncio è arrivato prima del previsto, dato che in genere la notifica dell'esito delle udienze viene dato il giorno dopo: resta da capire se come di norma il prolungamento sarà per 45 giorni o meno, come ha lasciato supporre la legale senza voler formulare ulteriori previsioni sull'esito dell'udienza svoltasi presso il Tribunale allestito presso il carcere di Tora, all'estrema periferia sud del Cairo.
Patrick si trova in detenzione da 18 mesi e mezzo, senza potersi difendere e sarebbe costretto a dormire in terra. Resta ancora senza risultati la mobilitazione italiana in suo favore, culminata istituzionalmente in una richiesta della Camera dei deputati al Governo di cittadinanza italiana. Tuttavia da mesi non è più consentito l'accesso al Tribunale per la sicurezza di Stato dove si svolgono le udienze.
La custodia cautelare in Egitto può durare due anni con possibilità di prolungamenti se emergono nuovi elementi d'accusa. Se si andrà a processo, secondo Amnesty International, il ricercatore-attivista per i diritti umani e civili rischia fino a 25 anni di carcere. Le accuse a suo carico sono basate su dieci post di un account Facebook che i suoi legali considerano curato da un'altra persona ma che hanno configurato fra l'altro la "diffusione di notizie false", "l'incitamento alla protesta" e "l'istigazione alla violenza e ai crimini terroristici".
"Chiedo al governo italiano di protestare formalmente con l'Egitto". Questo l'appello di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, per Patrick Zaki. "E chiedo ai parlamentari che hanno votato, alla Camera e al Senato, per la cittadinanza italiana a Zaki di farsi sentire e di chiedere al governo che appoggiano di cambiare la fallimentare strategia sin qui portata avanti nei confronti dell'Egitto".
"Una ulteriore conferma che il governo italiano deve mettere in campo tutto quello che può e oltre per liberarlo da questo incubo - commenta il deputato del Pd Filippo Sensi - Finora poco, poco assai. Il Parlamento ha parlato, ora tocca all'esecutivo".