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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Pedofilia, la svolta di Papa Francesco: a Roma vescovi e vittime degli abusi

A gennaio Bergoglio aveva pubblicamente difeso un vescovo accusato da molti cileni di avere insabbiato le accuse contro un prete pedofilo. Ora il Papa esprime "dolore e vergogna"

L'atto di accusa di 64 testimoni ascoltati dal suo inviato speciale tra Santiago del Cile e New York sono contenute in 2300 pagine che Papa Francesco invita i vescovi cileni ad accogliere "con il cuore e umilmente".

Un viaggio tra le polemiche

Papa Francesco volta pagina sul Cile. Il suo viaggio, a gennaio, era stato costellato di polemiche che affondavano le radici negli anni passati. E ora Jorge Mario Bergoglio ha preso carta e penna per scrivere ai vescovi, convocarli a Roma, esprimere "vergogna e dolore", chiedere "perdono" per gli errori di valutazione e proporre alle vittime di venire anch'esse a Roma per poter comunicare di persone le sue scuse.

Accuse contro un prete pedofilo

Nel corso del viaggio cileno il Papa ha pubblicamente difeso un vescovo accusato da molti cileni di avere insabbiato le accuse contro un prete pedofilo. Il sacerdote è Fernando Karadima, influente sacerdote della borghesia di Santiago sin dai tempi di Pinochet, con amicizie in Vaticano nella cerchia wojtyliana, condannato nel 2011 dal Vaticano. Tra i suoi pupilli c'era Juan Barros, che ha poi fatto carriera e che Papa Francesco stesso ha nominato vescovo di Osorno. Innescando in molti fedeli delusione, indignazione, aperte manifestazioni di protesta. Anche durante il suo recente viaggio, però, il Papa ha difeso questo presule, sostenendo che le accuse fossero calunnie. Una presa di posizione che gli ha guadagnato una raffica di critiche da parte dei suoi amici e collaboratori: dal cardinale Sean O'Malley, presidente della commissione pontificia per la tutela dei minori, ai gesuiti cileni e statunitensi, dal sito specializzato in informazione vaticana Il Sismografo al Centro per la tutela dei minori della Pontificia Università Gregoriana. Ascoltate tutte queste voci critiche, Jorge Mario Bergoglio si è corretto e ha deciso di mandare in Cile mons. Charles Scicluna, arcivescovo della Valletta a Malta, in passato procuratore generale vaticano nei casi di pedofilia e ora a capo del collegio di appello nei casi di abusi, uomo di Chiesa notoriamente poco incline ai compromessi. Scicluna ha incontrato le vittime di Karadima, che si sono dette molto soddisfatte e finalmente ascoltate. Ora, a quanto emerge, Francesco, ricevuto il rapporto dall'arcivescovo maltese, ha scritto una lettera ai vescovi cileni che verrà resa nota questa sera.

"Dolore e vergogna"

Nella missiva il Papa esprime "dolore e vergogna" per "i gravi abusi di coscienza e di potere e, in particolare, gli abusi sessuali" su minori da parte di sacerdoti, in una lettera inviata ai vescovi cileni dopo aver inviato nel paese un suo inviato, mons. Charles Scicluna, per ascoltare le vittime e convoca l'episcopato cileno a Roma "per dialogare sulle conclusioni" della visita. "Mi rivolgo a voi, riuniti nella 115esima assemblea plenaria, per chiedere umilmente la vostra collaborazione e assistenza nel discernimento delle misure a corta, media e lunga scadenza che dovrebbero essere adottate per ripristinare la comunione ecclesiale in Cile con lo scopo di riparare il più possibile lo scandalo e ristabilire la giustizia". "Penso di convocarvi a Roma per dialogare sulle conclusioni della citata visita (di mons. Scicluna, ndr.) e le mie conclusioni. Ho pensato in questo incontro come un momento fraterno, senza pregiudizi né idee preconcette, con il solo scopo di far rispendere la verità nelle nostre vite. Per quanto riguarda la data chiedo al vostro Segretario generale di farmi conoscere le possibilità".

"Riconosco e desidero che lo trasmettiate fedelemente che sono incorso in gravi errori di valutazione e percezione della situazione, specialmente per mancanza di informazione veritiera ed equilibrata" scrive ancora Papa Francesco in una lettera ai vescovi cileni.

Pedofilia, monsignore in manette in Vaticano

Nella lettera non si menzionano esplicitamente i destini del vescovo Barros. Ma Il Papa scrive: "Sin da ora chiedo perdono a tutti quelli che ho offeso e spero di poterlo fare personalmente, nelle prossime settimane, nella riunione che avrò con i rappresentanti delle persone intervistate" da Scicluna. si tratterebbe in particolare di James Hamilton, Juan Carlos Cruz e José Andrés Murillo, vittime di Karadima che secondo i media cileni avrebbero già confermato il viaggio a Roma. La Conferenza episcopale cilena in una nota ha subito confermato di essere pronta ad accettare la decisione del Papa.

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