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Martedì, 16 Aprile 2024
La tappa controversa / Corea del Sud

Pelosi continua il viaggio in Asia, ma il presidente sudcoreano Yoon rifiuta di incontrarla

La speaker è approdata in Corea del Sud, penultima tappa del viaggio in oriente prima di volare verso il Giappone. Ma il conservatore Yoon alla guida del governo di Seul si è concesso solo per una telefonata

Prosegue il tour in Asia della speaker della Camera Usa Nancy Pelosi. Dopo la tappa a Singapore, Malesia e quella non ufficializzata di Taiwan, la dem è approdata in Corea del Sud, penultima tappa del viaggio in Oriente prima di volare verso il Giappone. L’ultima volta che la speaker ha visitato Seul era il 2015: al governo c’era Park Geun-hye, caduta poi per impeachment. Pelosi ha incontrato nel paese democratico l'allora presidente Park e l'allora ministro degli Esteri, Yun Byung-se.

Il presidente sudcoreano che si è negato

A distanza di anni, gli equilibri nella regione sono cambiati. Durante la sua visita a Seul, la speaker non ha incontrato alcuna delegazione del governo, né tanto meno il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, perché ufficialmente in vacanza. Il conservatore alla guida della Corea del Sud sembra abbia voluto sottrarsi al faccia a faccia con Pelosi per evitare di inimicarsi la Cina, impegnata in una vasta e minacciosa esercitazione militare su e lungo le coste di Taiwan in risposta alla visita della speaker a Taipei.

La presidenza sudcoreana ha cercato inizialmente di abbassare i toni della polemica, negando che la postura della Cina abbia influito sulla scelta di Yoon di non incontrare Pelosi, perché il suo lungo periodo di vacanze era stato finalizzato prima dell'annuncio della sua visita. In un secondo momento è arrivata la rettifica: “Il presidente Yoon ha rifiutato di incontrare Pelosi sulla base di una considerazione globale dell'interesse nazionale”. Le illazioni erano quindi esatte. Si è fatto negare anche il ministro degli Esteri Park Jin, che è in Cambogia per un incontro dell'Associazione delle nazioni del sud-est asiatico. 

La deterrenza nucleare della Corea del Nord

Yoon ha quindi ceduto tenendo un colloquio telefonico con Pelosi durato 40 minuti, in cui ha affermato che la sua visita in Corea del Sud è un segno di deterrenza contro la Corea del Nord e che lavorerà a stretto contatto con il Congresso degli Stati Uniti per approfondire l'alleanza bilaterale. L'ufficio presidenziale in un comunicato stampa diffuso in seguito al colloquio telefonico ha fatto reso noto che Yoon, durante la telefonata, ha espresso la speranza di incontrare Pelosi quando visiterà gli Stati Uniti. Dal canto suo, la speaker ha ribadito l'importanza della relazione bilaterale come "pilastro chiave per la pace e la stabilità regionale".

Poco prima dei colloqui telefonici, Pelosi ha incontrato il presidente dell'Assemblea nazionale Kim Jin-pyo, il suo omologo sudcoreano, e membri dei partiti al governo e principali di opposizione. La speaker Usa e la sua controparte sudcoreana hanno firmato una dichiarazione congiunta come espressione del sostegno della deterrenza contro la Corea del Nord e della sua denuclearizzazione. Confermando la politica di Washington e Seul nei confronti di Pyongyang, nella dichiarazione si ribadisce che gli sforzi per denuclearizzare il Nord e per ottenere la pace attraverso la cooperazione e il dialogo sono basati su "una potente ed estesa deterrenza contro la Corea del Nord". Un modo con cui gli Stati Uniti fanno riferimento ad un'ampia gamma di risorse militari per difendere Seul. 

Le minacce del leader nordcoreano alimentano le preoccupazioni statunitensi e sudcoreane di un imminente test nucleare, il settimo nella storia della Corea del Nord e il primo dal 3 settembre 2017, il più forte mai compiuto da Pyongyang. Il rappresentante speciale degli Stati Uniti in Corea del Nord, Sung Kim, ha lanciato l’allarme sulla capacità di test missilistici di Pyongyang: nel 2022, Kim ha effettuato 31 test rispetto ai 25 eseguiti durante il 2019, anno record delle esercitazioni nordcoreane.
L’ipotesi della settima detonazione atomica potrebbe però divenire concreta a breve, a seguito della recente riapertura del sito nucleare di Punggye-ri a cinque anni dalla sua chiusura. I rapporti intercoreani sono ancora gelidi, mentre i colloqui di denuclearizzazione con gli Stati Uniti sono in stallo.

L'agenda di Pelosi prevedeva anche un viaggio alla zona demilitarizzata Dmz che divide le due Coree, recandosi nel villaggio di Panmumjom dove nel 2019 Donald Trump incontrà Kim Jong Un. La visita, non resa nota ufficialmente dallo staff della speaker, viene invece confermata da alcune fonti di NK News, il portale sulle informazioni al di là del 38° parallelo. Il viaggio di Pelosi nell'area di sicurezza congiunta (JSA) nella zona demilitarizzata è arrivato meno di un'ora dopo aver tenuto il colloquio telefonico con Yoon.

Seul guarda verso Pechino

Seul tuttavia vuole preservare la fragile relazione con Pechino. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha esortato la Corea del Sud a mantenere l'impegno preso dal predecessore di Yoon, Moon Jae-in, di non schierare più il sistema antimissile dell'esercito statunitense per colpire missili balistici a medio e corto raggi, il Thaad. Zhao preme affinche Seul non cambi la “politica dei tre no” - nessun ulteriore dispiegamento del THAAD in Corea, nessuna partecipazione a una rete di difesa missilistica guidata dagli Stati Uniti e nessun coinvolgimento in un'alleanza militare trilaterale con il Giappone - un principio sostenuto dal liberale Moon. 

Il dispiegamento del sistema Thaad da parte della Corea del Sud nel 2017 ha provocato un feroce contraccolpo economico da parte di Pechino, che a sua volta ha alimentato il sentimento anti-cinese in Corea del Sud negli ultimi anni. Il timore è un disaccoppiamento dall'economia cinese, dal momento che la Samsung è la seconda azienda al mondo produttrice ed esportatrice di semiconduttori, dopo la taiwanese TSMC.

Le aziende sudcoreane si sono mosse negli ultimi anni per ridurre la loro esposizione al mercato cinese e per diversificare le catene di approvvigionamento in settori chiave tra cui semiconduttori e batterie per veicoli elettrici. Seul mantiene alta l’attenzione sulla corsa alla leadership nella supply chain di semiconduttori. 

L'ultima tappa del tour: Giappone

Nancy Pelosi è già arrivata in Giappone.  E' l'ultima tappa del tour in Asia della speaker della Camera Usa che ha suscitato le ire della Cina con la visita di meno di 24 ore a Taiwan, per Pechino una "provincia ribelle". Domani 5 agosto, scrive l’agenzia di stampa giapponese Kyodo, Pelosi ha in programma colloqui con il premier Fumio Kishida con il presidente della Camera dei Rappresentanti, Hiroyuki Hosoda. Kishida e Pelosi parleranno di "sfide comuni", anche - dicono da Tokyo - di un Indo-Pacifico "libero e aperto".

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