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Giovedì, 28 Marzo 2024
L'allarme / Cina

Perché la Cina sta reclutando ex piloti europei per il suo esercito

Pechino sconta uno storico ritardo nello sviluppo dell'aviazione militare. E ora sta cercando di recuperare il gap, grazie a una società in Sud Africa

Quando l'atterraggio di emergenza di due piloti dell'aviazione cinese è finito in un video su Twitter, dall'altra parte del mondo, in Francia, i servizi di intelligence si sono attivati per risalire all'identità del più anziano dei due militari di Pechino, molto probabilmente l'istruttore del più giovane: il suo accento tradiva origini transalpine. E in effetti, come ricostruito dal quotidiano Le Figaro, si tratta proprio di un veterano dell'esercito francese, un ex ufficiale dell'Aeronautica militare di Parigi "reclutato a caro prezzo per accelerare l'addestramento dei piloti cinesi". Un caso che non sarebbe isolato, come dimostra il recente allarme di sicurezza lanciato dal Regno Unito.

L'intelligence di Londra ha informazioni secondo le quali almeno una trentina di ex piloti della Raf, la rinomata forza aerea dell'esercito britannico, sono stati reclutati dalla Cina per addestrare i propri piloti. Gli 007 di Sua Maestà hanno espresso "preoccupazione e disapprovazione" per questo reclutamento, perché rappresenterebbe "una minaccia per gli interessi del Regno Unito e dell'Occidente". Sebbene le norme britanniche non vietino esplicitamente ai piloti di fornire le loro competenze all'estero, il governo si starebbe attivando per "gestire il rischio".

liaoning aerei cina epa-2 La portaerei cinese Liaoning

Come dicevamo, questo piano di addestramento di Pechino non riguarda solo il Regno Unito. Le Figaro ha raccolto la testimonianza di un ex aviatore navale francese che ha ricevuto l'offerta di un contratto da circa 20mila euro al mese, tasse escluse, per coordinare la formazione di piloti in Cina. Il contratto sarebbe stato "schermato" da una società con sede in Sud Africa. Un'informazione, questa, che coincide con quanto ricostruito dall'intellingence britannica.

L'interesse cinese nei confronti dei piloti europei è dettato da alcuni fattori. Innanzitutto, c'è il ritardo "competitivo" dell'aviazione di Pechino nei confronti dell'Occidente. Se la Cina ha enormi risorse per pagare personale e costruire armamenti e veicoli militari, di contro le manca l'esperienza operativa sul campo che Paesi europei e Stati Uniti hanno sviluppato nel corso dei decenni. Una carenza che fa il pari con quella di insegnanti, come dimostrano le notizie di continui incidenti, anche mortali, nelle accademie cinesi. Da qui, il ricorso ai veterani stranieri. I quali possono "insegnare" ai piloti di Pechino "le tattiche utilizzate dalle forze aeree della Nato".

In particolare, la sfida riguarda le portaerei: la Cina si è dotata di un nave di questo tipo solo nel 2012, acquistandone una dall'Ucraina. Secondo la rivista cinese Ordnance industry science technology, Pechino si è posta l'obiettivo di addestrare tra i 100 e i 150 aviatori navali aggiuntivi nel prossimo decennio. Senza gruppi di battaglia di questo tipo, è difficile pensare che la Cina possa confrontarsi con chance di successo con le forze Usa nel Pacifico in una potenziale guerra per Taiwan. Il presidente Xi Jinping ha detto chiaramente che Pechino vuole la "riunificazione" dell'Isola con la madrepatria, anche "con la forza", se necessario.  

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