Perché il colpo di Stato in Gabon è (si spera) diverso
I militari hanno posto fine a un "regime autoritario elettorale": i Bongo erano al potere dal 1967. Grazie al petrolio è una delle nazioni più ricche del continente, ma la popolazione è poverissima
La folla ha accolto con urla di giubilo lunedì scorso l'insediamento del nuovo presidente del governo di transizione de Gabon, il generale Brice Oligui Nguema. Migliaia di persone si sono radunate nella capitale Libreville, sulla spianata della moschea Hassan II, adiacente al palazzo presidenziale. Tutti erano ansiosi ti assistere alla cerimonia di investitura del nuovo uomo forte del Paese che, in quello che è stato l'ottavo colpo di Stato dell'Africa occidentale e centrale in tre anni, ha spodestato con un golpe militare Ali Bongo Ondimba, al potere da 14 anni. Il colpo di Stato è avvenuto il 30 agosto, pochi minuti dopo l'annuncio che Bongo aveva ottenuto un terzo mandato in un'elezione ritenuta truccata.
Indossando l'uniforme rossa della Guardia Repubblicana, Nguema, cugino del presidente deposto e precedentemente al servizio del padre, ha tenuto un discorso molto applaudito in cui ha promesso di guidare la nazione verso elezioni "libere e trasparenti" (pur senza fissare una data), ha proposto diverse riforme tra cui la scrittura di una nuova costituzione da adottare tramite referendum, nuovi codici elettorali e penali, ha promesso una lotta spietata contro la corruzione e misure per dare priorità alle banche e alle imprese locali per favorire lo sviluppo economico nazionale. Il nuovo presidente ha anche detto che i rifugiati politici scappati all'estero saranno riaccolti e i prigionieri politici liberati.
Lo scorso 26 luglio c'era stato l'ultimo colpo di Stato nella regione, quello in Niger, dove i golpisti, guidati dal generale Abdourahamane Tchiani, hanno imprigionato il presidente eletto Mohamed Bazoum e sciolto il governo, ricevendo l'immediato sostegno di altre due nazioni della regione in cui al potere sono i militari: il Mali e il Burkina Faso. In tutte e tre queste nazioni si è sviluppato un forte risentimento contro la Francia, ex colonia e che fino ai colpi di Stato era un'alleata chiave dei governi locali, che ha portato a cercare legami più stretti con la Russia di Vladimir Putin.
Le opzioni sul tavolo per porre fine al golpe in Niger
Pur essendo anche il Gabon un'ex colonia di Parigi, le ragioni del colpo di Stato in questa piccola nazione di due milioni di abitanti, sono diverse. Per diversi osservatori potrebbe trattarsi di un colpo di Stato che punta davvero a riportare la democrazia e la sovranità al popolo. O almeno questa è la speranza. In Gabon la famiglia Bongo era al potere ininterrottamente da 56 anni. Omar Bongo Ondimba ha governato dal 1967 al 2009, anno del suo decesso.
Suo figlio Ali ha preso il controllo nazione centrafricana ricca di petrolio alla sua morte, e sembrava destinato a stringere la sua presa sul potere oltre i 14 anni con un terzo mandato. Il presidente deposto è stato elogiato per aver preso provvedimenti per proteggere gli elefanti della foresta e i rari primati del Gabon, ma è stato criticato per non aver condiviso la ricchezza del Paese, lasciando un terzo della popolazione in povertà. Il petrolio rappresenta il 60% delle entrate del Gabon, rendendolo uno dei Paesi più ricchi dell'Africa, ma secondo la Banca Mondiale la maggior parte della popolazione vive ancora al di sotto della soglia di povertà di 5,07 euro al giorno.
La commissione elettorale aveva annunciato la scorsa settimana una sua ulteriore vittoria, con il 64,27% dei voti, sconfiggendo il suo principale rivale, Albert Ondo Ossa, che aveva ottenuto il 30,77% dei voti. Ma i leader del colpo di Stato hanno annullato i risultati. Le precedenti vittorie elettorali di Bongo, nel 2009 e nel 2016, avevano scatenato violente proteste. Leonard Mbulle-Nziege, economista politico e analista del rischio africano, ha spigato a Dw che da tempo in tanti desideravano vedere la fine della dinastia Bongo. "Il Gabon è quello che si definisce un regime autoritario elettorale, in cui anche se le elezioni multipartitiche si svolgono regolarmente, le istituzioni della democrazia e lo stato di diritto sono stati sovvertiti dal dominio della famiglia Bongo", ha affermato.
I Bongo sono stati a lungo accusati di corruzione. Nel 2021 si è scoperto che Ali aveva legami con entità offshore segrete in paradisi fiscali internazionali, come rivelato dall'inchiesta Pandora Papers. Il colpo di stato di mercoledì è stata la prima volta che l'esercito si è ribellato alla famiglia da quando è arrivata al potere nel 1967, anche se è stata la seconda rivolta che Ali Bongo ha affrontato durante la sua presidenza. La prima è stata nel 2019, dopo che l'uomo è stato colpito da un ictus che lo ha bloccato per 10 mesi durante la convalescenza in Marocco.