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Giovedì, 28 Marzo 2024
Guerra in Siria

Perché il jet russo abbattuto dalla Turchia preoccupa l'Europa

Dopo l'abbattimento del jet russo sul confine tra Turchia e Siria crescono le tensioni tra Erdogan e Putin. Intanto l'Europa è pronta per la guerra all'Isis. Ora però unirsi contro il Califfo è più difficile

Il jet russo abbattutto nei cieli di Latakia da parte della Turchia ha scosso le mediazioni per dar vita a una grande coalizione per sconfiggere l'Isis. Lo scontro tra Putin ed Erdogan è aperto, tanto che le ultime dichiarazioni hanno ben poco di diplomatico. "L'Isis vende il petrolio al regime di Bashar al Assad" ha detto il presidente turco, che ha accusato il governo siriano di "favorire i militanti del Califfato": "Chi cerca l'origine del potere militare e finanziario dell'Isis dovrebbe guardare prima di tutto al regime di Assad e ai Paesi che collaborano con lui. La Turchia non si scuserà con la Russia".

Ma in realtà le accuse erano partite da Mosca: "La Turchia ha dimostrato ora con le sue azioni di proteggere i militanti dell'Isis. Questo non sorprende, considerando gli interessi finanziari diretti di certi dirigenti turchi nella fornitura di prodotti petroliferi realizzati dagli impianti dell'Isis" ha detto infatti il premier Dmitri Medvedev all'indomani dell'abbattimento del jet.

IL PROBLEMA DEL PETROLIO - In realtà prima del "fattaccio" il 20 novembre il ministro della Difesa Sergey Shoygu ha comunicato a Vladimir Putin che i massicci bombardamenti aero-navali russi dei giorni precedenti avevano distrutto non solo centinaia di autocisterne del Califfato piene di petrolio, ma anche una quindicina di depositi di stoccaggio e di raffinerie nella principale zona di produzione petrolifera dell’Isis, Deir Ezzor. Un danno ingente: per Mosca si tratta di una perdita di circa 1,5 milioni di dollari. I bombardamenti non si sono fermati e hanno continuato ad avere come obiettivo proprio impianti petroliferi e autobotti. 

Un danno economico ingente per i fedeli del Califfo ma anche per chi guadagna con il commercio illegale di petrolio. Gürsel Tekin vicepresidente del principale partito d’opposizione turco (il Chp) ha puntato il dito contro la compagni turca di trasporti Bmz Ltd: sulle sue navi verrebbe caricato il petrolio dell'Isis al porto di Ceyan e trasportato in Giappone. Il proprietario della compagnia è Bilal Erdogan, figlio del presidente turco. E secondo l'intelligence britannica è dalla Turchia che il petrolio dell'Isis passa per poi arrivare nei porti di tutto il mondo. 

LA COALIZIONE ANTI-ISIS - Intanto in Europa Hollande prepara la coalizione per combattere i jihadisti, volendo mantenere le promesse fatte il giorno dopo gli attacchi di Parigi. Con lui c'è già la Germania, che si prepara a inviare aerei da ricognizione in appoggio ai caccia francesi. Il Regno Unito invece ha confermato che estenderà i bombardamenti in Siria. Così sta prendendo forma una coalizione europea "anti-Califfato"

Hollande ha anche incontrato Vladimir Putin: "E' il momento di assumersi la responsabilità per quanto sta accadendo. Dobbiamo creare una grande coalizione contro il nostro comune nemico. Lo Stato islamico ha territori, un esercito, risorse. Quindi dobbiamo creare questa larga coalizione per colpirlo". Il presidente russo, ricordando le vittime delle stragi di Parigi e dell'aereo russo abbattuto sul Sinai, ha dichiarato: "Soffriamo con voi per le perdite che ha subito la Francia. Sa che anche la Russia ha subito gravi perdite a causa di atroci attentati contro aerei civili. E tutto questo ci porta a unirci nella lotta contro il male comune". Sembra proprio che le posizioni di Hollande e di Putin coincidano

Fatto sta che la Turchia è un membro Nato e Putin sta già "punendo" gli imprenditori di Ankara: secondo quanto riferisce la Cnn Turk un gruppo di circa 40 imprenditori turchi è stato fermato dalle autorità russe a Krasnodar, nella Russia meridionale, con l’accusa di aver mentito sul motivo del loro ingresso nel Paese. La notizia diffusa dai media turchi è stata confermata da un’emittente russa che ha spiegato che verranno espulsi per violazione delle normative sui visti, in quanto avevano dichiarato di trovarsi in Russia per turismo. 

Ma l'offensiva che la Russia ha scelto per la Turchia non è solo economica. Il Cremlino ha posizionato l’incrociatore antimissile "Moskva" in direzione Siria e schiera a Latakia gli S-400, ovvero il suo sistema antiaereo più efficiente, entrato in servizio nel 2007: ciò significa creare un ombrello di protezione per i propri jet. Se gli F-16 di Ankara dovessero portare nuove minacce, sarebbero bersagliati da un’antiaerea studiata per evadere i sistemi di difesa Nato. 

L'intento di Mosca sembra essere quello di trasformare l’abbattimento del proprio jet in un momento di svolta del conflitto in Siria, capace di far venire alla luce le "complicità turche con i terroristi". Ma Obama non ci sta: "La decisione di Mosca di schierare i sistemi di difesa anti missilistica S-400 alla base militare russa a Latakia non fa che complicare la situazione e non favorisce la lotta all’Isis", tuona l’ambasciata Usa in Russia, aggiungendo di augurarsi che i missili non siano rivolti contro gli aerei della coalizione a guida Usa. E una frattura tra Russia e Nato nella coalizione "anti-Califfo" non si potrebbe sanare.
 

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