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Martedì, 23 Aprile 2024
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Sale la febbre del petrolio a Cork: così l'Irlanda uscirà dalla crisi?

In Irlanda sono stati scoperti giacimenti di petrolio e Cork potrebbe diventare una delle città più ricche d'Europa. Ma per dare il via al progetto servono un miliardo e mezzo di euro

La crisi economica in Irlanda ha "picchiato duro". Pesa su Dublino l'enorme fardello del debito bancario: 64 miliardi che pesano sui conti dello Stato che si fece carico, allo scoppio della bolla immobiliare, degli enormi passivi degli istituti. Da allora l'Irlanda è stata costretta a chiedere aiuto a Ue ed Fmi - 67,5 miliardi in tre anni concessi a fine 2010 - e ad accettare un faticoso programma di risanamento. Misure di austerity già costate 25 miliardi di sacrifici (a cui si aggiungeranno i 3,5 del nuovo budget varato a fine anno).

Dalle difficoltà il Paese non ne è uscito a pezzi. E' stato capace di ridurre il deficit dal 30% all'8,2% nel 2012 (per il 2013 l'obiettivo è il 7,5%), di tornare a crescere, seppur di poco (+0,5-0,9% nel 2012, a seconda delle fonti) e di ottenere il plauso della troika dei creditori internazionali e il riconoscimento dei mercati.

E le speranze per il futuro sono incoraggiate dall'oro nero. Il petrolio potrebbe dare una grossa mano al paese che ha appena assunto la presidenza a turno dell’Ue per uscire dalla crisi? Sono stati scoperti dei giacimenti nel Mare Celtico.

La scoperta ha scatenato una “febbre dell’oro nero a Cork”, scrive La Vanguardia. La seconda città irlandese vive “nell’attesa di un boom economico che fa sognare” un paese gravemente colpito dalla crisi, commenta il quotidiano spagnolo. "I rappresentanti di ExxonMobil, Texaco e altri giganti petroliferi mangiano nei pub e nei ristoranti della città in riva al fiume Lee, come gli inviati della troika fanno a Dublino. La differenza è che loro vogliono investire, e non prestare dettando le condizioni"

Barryfoe field, così è stato battezzato il giacimento, in teoria potrebbe produrre 280 milioni di barili, per un valore di 30 miliardi di euro. Non è tutto così semplice, però. Servono infatti soldi, tanti soldi, per iniziare lo sfruttamento dell'area: un miliardo e mezzo di euro. Con questo scopo è stata creata la società Providence, fondata dall’ex rugbista Tony O’Reilly che vuole fare di Cork “una delle città più ricche d’Europa”.

"In passato erano già stati trovati giacimenti nel Mare Celtico - scrive La Vanguardia - ma i costi di sfruttamento non li rendevano redditizi. Oggi le circostanze sono più favorevoli, con lo sviluppo di tecniche di estrazione più economiche, l’aumento del prezzo del petrolio e la riduzione delle tasse per le compagnie straniere che operano in Irlanda – il paese ha le imposte aziendali più basse d’Europa, fatto che ha causato continue frizioni con Bruxelles. E' già la sede europea di Apple e dello stabilimento dove la Pfizer produce il Viagra, ma adesso Cork vuole salire di categoria ed entrare nella serie A economica e finanziaria. Essere per l’Irlanda quello che Aberdeen è per la Scozia, e raccogliere con il petrolio del Mare Celtico gli stessi benefici portati da quello del Mare del Nord. Con un consumo globale che tocca gli 88 milioni di barili al giorno e una sete insaziabile che le considerazioni ecologiche non bastano a calmare, non si tratta affatto di una chimera"

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