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Giovedì, 25 Aprile 2024
CIPRO / Cipro

Cipro, approvato il piano di salvataggio: "Ma resta il rischio default"

Nella notte raggiunto l'accordo per salvare l'economia dell'isola dalla bancarotta. Ma Moody's avverte: "Cipro resta a rischio default anche se risolve questa crisi"

Le trattative sono andate avanti, ininterrottamente, per tutto il fine settimana. I 17 paesi dell'eurozona nella notte tra domenica e lunedì hanno raggiunto l'accordo per salvare Cipro dalla bancarotta.

IL SALVATAGGIO - Il piano di salvataggio consiste in una profonda ristrutturazione del settore finanziario. Le banche cipriote non collasseranno e la Banca centrale europea non fermerà le iniezioni straordinarie di liquidità in caso di mancata intesa.  Il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ritiene che  il nuovo accordo sia molto migliore di quello precedente perché le perdite maggiori "saranno concentrate là dove sono i problemi, nelle grandi banche".

A sostenere le perdite o i costi della ristrutturazione e ricapitalizzazione non saranno i contribuenti o i piccoli risparmiatori, ma gli azionisti delle stesse banche, i detentori delle loro obbligazioni, e se necessario anche i titolari dei depositi oltre i 100.000 euro. La Laiki Bank (Popular Bank of Cyprus) verrà chiusa. Gli obbligazionisti privilegiati ne assumeranno le perdite.

I depositi bancari oltre i 100 mila euro dei correntisti della Banca di Cipro, la prima banca dell'isola, subiranno un prelievo di "circa il 30%". Lo ha detto il portavoce del governo, Christos Stylianides riferendosi all'intesa raggiunta sul salvataggio di Cipro. Nessua cifra e' invece stata fatta per quanto riguarda il prelievo sui depositi di Laiki, la banca Popolare.

RISCHIO DEFAULT ANCORA VIVO - "Cipro rimane a rischio default e di uscire dall'area euro per un periodo prolungato'' anche nello scenario migliore in cui dovesse approvare e applicare le misure chieste dalla Troika. Lo scrive l'agenzia di rating Moody's nel 'Credit Outlook'. La crisi finanziaria di Cipro, secondo Moody's ''avra' profonde conseguenze negative a lungo termine per il debito sovrano'' anche se Nicosia ''risolvesse con successo questa crisi politica delle ultime settimane e l'impasse con l'area euro".

UNA SETTIMANA FA - E' del tutto diversa la soluzione raggiunta, rispetto a quella che era stata approvata all'unanimità dallo stesso Eurogruppo una settimana fa, scatenando reazioni estremamente negative in tutta Europa: perché mirava a salvare le banche drenando i capitali con un prelievo forzoso su tutti i depositi dell'Isola (anche quelli sotto la soglia dei 100.000 euro, che sono garantiti in virtù della legislazione dell'Ue) senza toccare gli interessi degli azionisti.

Il piano di salvataggio ora è più equo e più efficace, secondo tutti gli osservatori. Le somme depositate sotto i 100.000 euro - chiamate ora "depositi assicurati" proprio a causa della copertura data dalla garanzia europea - non verranno toccati. E lo Stato non pagherà per colpe non sue: il peso del salvataggio ricade in maniera netta sugli azionisti delle banche stesse e i grandi patrimoni, spesso detenuti da non residenti russi e di dubbia provenienza (evasione fiscale o riciclaggio).

Tutto su Cipro, l'isola che era vicina al crack

UN COMPROMESSO - L'intesa può essere considerata un compromesso tra opposte esigenze. Da una parte, l'Eurogruppo e l'Fmi hanno voluto ridurre radicalmente il settore finanziario cipriota ed evitare un eccessivo aumento del debito per via dei nuovi prestiti al piccolo paese mediterraneo. Dall'altra parte, il governo cipriota ha tentato di evitare misure troppo impopolari presso l'opinione pubblica, cercando di salvaguardare per quanto possibile i vantaggi offerti dal sistema creditizio, che in questi anni ha attirato molti russi.

"Abbiamo evitato una disastrosa uscita dall’euro e la bancarotta, andiamo incontro a tempi duri per Cipro, ma è il miglior accordo che potessimo fare", ha commentato il ministro delle Finanze cipriota Michael Sarris al termine dell’Eurogruppo. Sarris non ha dato una data per la riapertura delle banche, che potrebbero restare chiuse anche dopo martedì.

IL NORD TURCO - I guai delle banche di Nicosia interessano pochissimo a Lefkosa, quella parte della capitale che si stende a nord della linea verde che dal 1974 divide la Repubblica di Cipro, membro dell’Unione Europea ed etnicamente greca, dalla Repubblica Turca di Cipro del Nord, l’entità politica che governa il 34% settentrionale dell’isola, riconosciuta soltanto dalla Turchia, dove vivono trecentomila turchi. La sua economia, a parte un po’ di produzione agricola, il settore del gioco d’azzardo, e il turismo vive dei trasferimenti a fondo perduto di Ankara, 600 milioni di dollari l’anno. In tanti sperano che la crisi bancaria al Sud possa diventare un’opportunità per il Nord. "Ci aspettiamo che con la crisi economica dei greci sia possibile attirare qui più depositi bancari di russi e inglesi. È una scelta naturale, le nostre banche sono più solide e offrono rendimenti più elevati. Appena riaprono le banche di là, i risparmiatori sappiano che noi siamo distanti pochi metri", ha detto in un’intervista il ministro delle Finanze della "Repubblica turca", Ersan Tatar.

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