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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il caso

Pistorius, chiesti i servizi sociali: "Carcere non appropriato"

L’avvocato di Oscar Pistorius ha chiesto oggi una condanna ai lavori socialmente utili per il campione paralimpico, sostenendo che il carcere non sarebbe una punizione appropriata per l’omicidio colposo della sua fidanzata nel 2013

ROMA - Mancano pochi giorni e poi Oscar Pistorius, assolto lo scorso settembre dall'accusa di omicidio premeditato e anche di omicidio volontario della sua fidanzata Reeva Steenkamp, conoscerà il suo destino. E c'è un nuovo tassello nel caso: il suo avvocato, Barry Roux, oggi ha chiesto per il suo assistito una pena ai servizi sociali, affermando che la prigione non sarebbe una punizione appropriata per l'omicidio della ragazza.

Il legale ha chiesto "una pena utile alla società" per il campione sudafricano. Prima aveva insistito sulla sincerità dei rimorsi dell'imputato sostenendo che adesso desidera una cosa sola: "Fare del bene il più possibile".

Quale pena rischia il campione sudafricano? Vista l'indeterminatezza del verdetto - “omicidio colposo” frutto di “comportamento negligente” e un abuso del diritto alla legittima difesa - e la discrezionalità di cui dispone la giudice monocratica, Thokozile Masipa, la condanna potrebbe spaziare dai 10-15 anni di carcere fino agli arresti domiciliari, alla libertà vigilata e perfino a una semplice multa.

Nei giorni scorsi, la tensione ha toccato il picco quando un assistente sociale, chiamato a testimoniare dallo Stato, ha proposto che Pistorius sia affidato ai servizi sociali per sedici ore la settimana per tre anni, da trascorrere agli arresti domiciliari: “L'imputato beneficerebbe di una sorveglianza correzionale, avrebbe la possibilità di ricostruirsi e di modificare il proprio comportamento”, ha spiegato l'assistente sociale Joel Maringa, ricordando il sovraffollamento delle carceri sudafricane, mentre il padre della ragazza uccisa scuoteva la testa nascosta fra le mani, come a non voler sentire.

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