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Giovedì, 25 Aprile 2024
Downing Street / Regno Unito

Più tasse e meno aiuti contro le bollette: la giravolta del Regno Unito

Il neo ministro Hunt annulla quasi tutte le misure del suo predecessore. I mercati finanziari esultano, ma Goldman Sachs rivede a ribasso le stime di crescita. La premier Truss in bilico

Altro che taglio delle tasse (soprattutto per i più ricchi) e aiuti generosi contro il caro bollette per cittadini e imprese per 2 anni. Dopo il crollo della Sterlina, le agitazioni dei mercati, e persino la bocciatura del presidente Usa Joe Biden, il nuovo governo del Regno Unito ha dovuto fare una clamorosa inversione a "U" ritirando non solo "quasi tutte le misure fiscali annunciate nel piano di crescita tre settimane fa", ma anche annunciando nuove imposte per un valore di 32 miliardi di sterline.

L'inversione a "U"

A delineare il nuovo corso è stato il cancelliere dello Scacchiere (il nostro ministro delle Finanze) Jeremy Hunt, nominato da pochi giorni dalla premier Liz Truss per salvare capre e cavoli dopo che il suo predecessore Kwasi Kwarteng era stato costretto a dimettersi per il terremoto finanziario scatenato dal piano, il cosiddetto minibudget. Un terremoto che adesso sembra essersi stabilizzato proprio grazie all'intervento di Hunt: la borsa di Londra è tornata in positivo, la sterlina ha riguadagnato terreno sul dollaro dopo il crollo dei giorni scorsi, e anche la performance dei titoli di Stato britannici è migliorata. Segnali che però non bastano ad allontare le nuvole intorno a Truss, che rischia seriamente una congiura di Palazzo da parte del suo partito. 

La premier per il momento professa tranquillità e fa sapere che la retromarcia sul minibudget è stata concordata in pieno con Hunt: "Abbiamo intrapreso un'azione per tracciare un nuovo corso di crescita che sostenga e aiuti le persone in tutto il Regno Unito", ha scritto in un tweet. Questo nuovo corso prevede però una serie di misure che poco hanno a che fare con la crescità: lo ha sottolineato anche Goldman Sachs, che ha subito aggiornato le sue stime sul 2023 per l'economia britannica, prevedendo una contrazione del Pil dell'1% contro il -0,4% precedente.

Più tasse e meno aiuti

Nel piano di Hunt, infatti, scompaiono tutte le misure che prevedevano meno tasse per imprese e famiglie. Al contrario, l'aliquota fiscale sulle imprese salirà dal 19% al 25%, anziché venire congelata come previsto da Kwarteng, mentre l'aliquota di base per i redditi personali resterà al 20% invece di scendere di un punto. Saltata, ma questo lo si sapeva già, anche l'aliquota ridotta per la fascia di reddito più alta della popolazione. Se il vecchio pacchetto doveva costare 45 miliardi di sterline alle casse pubbliche, il nuovo dovrebbe portare introiti per 32 miliardi. 

Con l'addio al sogno di meno tasse per tutti (e in particolare per i più benestanti), si riducono anche gli aiuti contro il caro bollette: i sussidi pubblici anti rincari che dovevano durare 2 anni, adesso scadranno fra 6 mesi, ad aprile. Sempre ad aprile scadrà anche il tetto ai prezzi dell'energia, che non sarà prorogato. Il tutto per risparmiare altri 100 miliardi rispetto all'indebitamento delineato dal precedente ministro della Finanze, con il consenso di un'entusiasta Truss. La premier, che doveva rappresentare una linea di continuità con il suo predecessore Boris Johnson, è sempre più in bilico.

Truss in bilico

Quattro parlamentari dei Tory hanno chiesto espressamente le sue dimissioni. Ma dietro le quinte, l'agitazione dei conservatori è ben più ampia di quanto emerga. Non solo i fedelissimi di Rishi Sunak, l'ex ministro che la sfidò nella corsa a Downing Street, ma anche buona parte dei suoi sostenitori comincia a valutare la sua sostituzione. Del resto, gli ultimi sondaggi sono catastrofici per i Tory: la sfiducia dei britannici nei confronti del governo è altissima, anche nei confronti di Johnson. Di contro, i laburisti avrebbero una maggioranza schiacciante se si andasse al voto a stretto giro. 

A pesare è anche il clima di sfiducia che si respira tra i principali attori economici e sociali del Paese, ma anche a livello internazionale: Biden ha bocciato pubblicamente l'approccio di Truss alle politiche fiscali, temendo un'instabilità sui mercati tale da impattare anche gli Usa. L'arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, capo della Chiesa anglicana, ha detto di essere profondamente scettico nei confronti di politiche che impattano la vita dei più poveri. Mentre il presidente della catena di supermercati Tesco, John Allan, ha dichiarato: "Non abbiamo visto un reale piano di sviluppo da parte dei Tory. Stiamo invece assistendo a un piano di crescita plausibile da parte dei laburisti. Molte delle loro idee si possono mettere in pratica e sono appetibili".
 

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