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Martedì, 23 Aprile 2024
GEORGIA / Georgia

Preti aggrediscono manifestanti gay

Diversi attivisti per i diritti umani e dei gay sono stati evacuati dalla polizia su autobus, mentre una folla di manifestanti anti-gay hanno cercato di aggredirli lanciando pietre contro i mezzi e colpendo le finestre

Diversi sacerdoti e credenti ortodossi si sono riuniti oggi a via Rustavali, nel centro della capitale georgiana Tbilisi, per protestare contro una manifestazione dell'orgoglio gay organizzata dal gruppo Identità.

La polizia aveva messo in campo diversi cordoni di agenti per impedire che i due gruppi posano arrivare a contatto, come accaduto lo scorso anno quando ci sono stati tafferugli, ma alla fine le migliaia di preti e fedeli ortodossi sono riusciti a sfondare i cordoni della polizia e a impedire che la manifestazione si svolgesse pacificamente.

Diversi attivisti per i diritti umani e dei gay sono stati evacuati dalla polizia su autobus, mentre una folla di manifestanti anti-gay hanno cercato di aggredirli lanciando pietre contro i mezzi e colpendo le finestre.

Gli organizzatori della manifestazione - che doveva commemorare la Giornata internazionale contro l'omofobia - hanno dichiarato che la polizia è riuscita a scortarli in un posto sicuro e nessuno è rimasto ferito.

"Da quel che ne so, tutti sono potuti andar via in sicurezza", ha affermato Irakli Vacharadze, direttore del gruppo dei diritti gay Identità. Nei tafferugli diversi agenti di polizia e un giornalisti sono rimasti feriti, secondo i media locali.

"La gente non vuole la propaganda delle minoranze", ha affermato il prete ortodosso padre Ioanne, ergendosi tra manifestanti anti-gay in giubilo. "Quando questa gente vuole dimostrare - ha aggiunto - allora diventa un problema".

Anche lo scorso anno manifestanti ortodossi avevano impedito un quieto svolgersi della manifestazione. Il primo ministro Bidzina Ivanishvili aveva chiesto ieri alla polizia di proteggere i manifestanti pro-gay dalle violenze che sarebbero potute venire dalla parte avversa.

Ma, sempre ieri, il patriarca ortodosso Ilia II, capo della chiesa ortodossa georgiana, aveva chiesto alle autorità di vietare la manifestazione e aveva definito l'omosessualità "un'anomalia, una malattia".

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