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Giovedì, 28 Marzo 2024
L'appello / Iran

Proteste in Iran, la sorella di Khamenei: "Il popolo vinca contro la tirannia"

Nonostante gli appelli, il regime iraniano aumenta la repressione nei confronti dei manifestanti

Nel terzo e ultimo giorno dello sciopero nazionale in Iran chiesto dai manifestanti antigovernativi, irrompe una inaspettata dimostrazione di sostegno nei confronti dei giovani che sono scesi in strada all'indomani del decesso di Mahsa Amini: Badri Khamenei, la sorella della Guida Suprema dell'Iran Ali Khamenei, ha duramente criticato il fratello "per non aver ascoltato la voce del popolo iraniano".

In una lettera aperta pubblicata online e rilanciata da radio Farda, la sorella di Khamenei ha ricordato di "aver tagliato i ponti" con il leader della Repubblica islamica, dopo aver cercato ripetutamente di convincerlo ad ascoltare le richieste della piazza che da tre mesi protesta per avere maggiori libertà.
Nella sua lettera, Badri Khamenei - da tempo in rotta con il fratello - auspica "presto la vittoria del popolo e il rovesciamento di questa tirannia al potere". Anche la figlia di Badri Khamenei, Farideh, aveva sostenuto le proteste in corso e per questo motivo è stata arrestata e si trova nel carcere di Evin a Teheran, mentre suo padre, il predicatore Ali Moradkhani Tehrani, è recentemente morto agli arresti domiciliari.

Terzo giorno di sciopero

Nonostante gli appelli, il regime iraniano aumenta la repressione nei confronti dei manifestanti. Prosegue in tutto il paese da tre giorni lo sciopero di commercianti e camionisti a sostegno delle proteste seguite alla morte di Mahsa Amini; e secondo gli attivisti, la reazione del governo è stata quella di sigillare le serrande dei negozi. Fonti del Kurdistan Human Rights Network riferiscono di minacce a negozianti e commercianti nei bazar e che nelle città di Ilam, Kermanshah, Ravansar e Sanandaj con le forze di sicurezza che hanno sigillato i negozi che hanno partecipato allo sciopero.

Il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, intervenendo oggi 7 dicembre alla cerimonia della Giornata dello Studente, ha definito "rivolte" le attuali contestazioni dei giovani. "Le proteste in Iran dovrebbero essere ascoltate e siamo sempre determinati ad ascoltare le parole degli studenti, ma la protesta è diversa dalla rivolta", ha dichiarato il presidente iraniano.

I verdetti capitali

Parole che vogliono giustificare il pugno duro del regime degli Ayatollah. Nella giornata di ieri 6 dicembre, le autorità iraniane hanno condannato a morte cinque persone per aver ucciso un paramilitare, membro di un gruppo affiliato alla Guardia rivoluzionaria islamica iraniana. Altre 11 persone hanno ricevuto pene detentive. Non una novità, però. Il tribunale rivoluzionario iraniano, istituito dopo la rivoluzione islamica del 1979, emette regolarmente condanne a morte. Secondo Amnesty International, l'Iran ha giustiziato almeno 314 persone nel 2021, più della metà delle esecuzioni statali totali registrate in tutto il Medio oriente quell'anno.

Nella Giornata dello Studente si sono tenute diverse forme di manifestazioni di protesta, in numerose università dell'Iran: da cortei con slogan anti-governativi, al boicottaggio delle lezioni, con le immagini di aule vuote che stanno ampiamente circolando sui social. Scanditi slogan come "gli studenti muoiono, ma non accetteranno umiliazioni", "siamo figli di lavoratori, saremo al loro fianco". Alcuni studenti hanno dichiarato di aver ricevuto sms che li minacciavano di interrompere le proteste. Il rischio è di finire in carcere.

L'Iran arresta e condanna regolarmente persone con l'accusa di spionaggio e ha accusato i paesi occidentali di guidare le proteste. Finora, almeno 473 persone sono state uccise e altre 18.200 arrestate durante le manifestazioni, secondo Human Rights Activists in Iran. Non si ferma tuttavia il coraggio dei giovani e delle giovani donne iraniane, scesi in strada con rivendicazioni molteplici, tra cui il cambio di regime e la caduta dei governanti clericali iraniani. Per questo la rivista statunitense Time, oltre al riconoscimento alla persona dell'anno, ha attribuito alle donne dell'Iran il riconoscimento di "eroi dell'anno".

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