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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Puigdemont dal Belgio: “Non chiedo asilo, l'Europa reagisca”

Il presidente catalano destituito ha parlato a Bruxelles: “Siamo pronti al dialogo”. Il Primo ministro belga Charles Michel: “Verrà trattato come un qualsiasi cittadino dell'Ue”

Carles Puigdemont, il presidente  catalano destituito dopo aver dichiarato l'indipendenza della Catalogna “sarà trattato come qualsiasi altro cittadino europeo, con gli stessi diritti e doveri, né più né meno”. Lo ha assicurato oggi il Primo ministro belga Charles Michel. Puigdemont, colpito da provvedimento giudiziario in Spagna, aveva appena affermato in una conferenza stampa dalla capitale belga che vi si era trasferito con una parte del suo governo “per sicurezza”, ma senza l’intenzione di chiedere asilo

“Non sono qui per chiedere asilo politico, ma per lavorare in tranquillità e sicurezza”, ha dichiarato il leader catalano Carles Puigdemont, rispondendo alle domande dei giornalisti sulla sua presenza a Bruxelles dopo che il governo spagnolo ha di fatto commissariato la Catalogna con l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione. Mentre il presidente catalano destituito parla dalla capitale belga, dove è arrivato nelle ultime ore dopo la richiesta di incriminazione per sedizione e ribellione, la Corte costituzionale spagnola fa sapere che ha sospeso la dichiarazione di indipendenza del Parlamento della Catalogna della scorsa settimana, avallando un ricorso del governo spagnolo. 

L'articolo 155: cos'è e come funziona

“Siamo cittadini europei”, ha aggiunto Puigdemont, “possiamo circolare liberamente…Non dobbiamo nasconderci. Ci stiamo comportando nella maniera più normale e tranquilla qui” ha detto il leader catalano. “Il cammino del governo catalano continuerà con nuovi membri, siamo a Bruxelles per esprimere il problema catalano nel cuore d’Europa”, ha poi dichiarato nel corso della conferenza stampa. “Porteremo avanti il lavoro come membri legittimi del governo catalano, noi non abbiamo mai abbandonato il governo, continueremo a lavorare nonostante i limiti che ci impone questa strategia, continueremo a difendere l’idea che la denuncia contro di noi è uno strumento politico utilizzato dallo stato spagnolo”.

L'appello all'Europa

Da Bruxelles, Carles Puigdemont ha rivolto un appello all'Europa: "Dopo il giorno del referendum siamo sempre stati pronti al dialogo. Abbiamo chiesto un dialogo franco a Madrid che è stato rifiutato: Psoe e Ppe vogliono utilizzare solo la repressione. All'Europa chiedo che reagisca, deve reagire, non può pagare la gente catalana. Siamo pronti ad andare in prigione per 30 anni in un processo equo".

"La causa catalana mette in questione i valori su cui si basa l'Europa ed è prezzo troppo caro da fare pagare alla gente - ha sottolineato Puigdemont -Rispetteremo risultati di elezioni del 21 dicembre, sono una sfida democratica che noi accettiamo con tutte le forze. Votando si risolvono i problemi, non mettendo in carcere le persone".

Guardia Civil perquisisce le sedi dei Mossos d’Esquadra

La Guardia Civil spagnola sta perquisendo le sedi dei Mossos d’Esquadra, la polizia regionale catalana, nell’ambito di un’indagine sugli avvenimenti legati al referendum fuorilegge d’indipendenza in Catalogna del 1 ottobre scorso. Lo ha detto un portavoce del corpo di polizia spagnolo. “Stiamo attuando un’ispezione relativa alle comunicazioni dei Mossos d’Esquadra nel giorno del referendum illegale del 1 ottobre” ha detto il portavoce all’Afp, precisando che i raid hanno luogo a Sabadell, città nelle immediate vicinanza del capitale catalana Barcellona, e in altre località.

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