Putin le libera, le Pussy Riot lo attaccano: "Operazione di facciata"
Durissimo il commento della cantante Nadezhda Tolokonnikova: "La Russia è costruita come una colonia penale. Purtroppo non era possibile rinunciare alla grazia"
RUSSIA - Appena liberate, le Pussy Riot non hanno aspettato un minuto a criticare il presidente Vladimir Putin. Uscita dal carcere, Maria Alekhina, componente del gruppo punk femminista russo, ha detto che l'amnistia concessa dal Cremlino, grazie alla quale è uscita di prigione tre mesi prima della scadenza della sua pena, è solo un'operazione di facciata. "Non penso si tratti di un gesto umanitario, piuttosto di un'operazione di pubbliche relazioni" ha detto la Alekhina al canale tv russo Dozhd.
"E' una profanazione" ha proseguito, aggiungendo che il perdono che "non riguarda neppure il 10%" dei prigionieri. "Se avessi potuto scegliere, avrei rifiutato".
Condannata a due anni in colonia penale per una "preghiera punk" cantata a febbraio 2012 contro il presidente Vladimir Putin nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, Maria Alekhina è stata liberata oggi in virtù della legge approvata mercoledì scorso dalla Duma russa, che prevede l'amnistia per le donne condannate per "teppismo" madri di bambini piccoli. La Alekihna è madre di un bambino, Filip. "La cosa più difficile in prigione è vedere come fanno a pezzi le persone" ha raccontato.
Come lei oggi è uscita dal carcere la compagna di band Nadezhda Tolokonnikova, 24 anni, anche lei madre di una bambina, che non ha risparmiato critiche al potere. "La Russia è costruita sul modello di una colonia penale, ecco perchè è così importante cambiare il sistema penale oggi per cambiare la Russia" ha detto ai giornalisti dopo il suo rilascio dalla prigione siberiana dove si trovava, annunciando che intende continuare a lavorare per i diritti dei prigionieri. "Le colonie penali e le prigioni sono il volto del paese".
