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Sabato, 20 Aprile 2024
La proposta / Russia

Putin ha una soluzione per sbloccare l'export del grano ucraino

La Russia è pronta a offrire i porti di Mariupol e Berdyansk per sbloccare l'export del cereale

La Russia ha quasi terminato lo sminamento dei porti di Berdyansk e Mariupol che "sono sotto il nostro controllo" e attraverso i quali "siamo pronti a garantire l'esportazione senza problemi di grano ucraino". Sono le parole del presidente russo Vladimir Putin, che ha rilasciato un'intervista al canale Rossiya-1. Le sue dichiarazioni vorrebbero suonare come una rassicurazione, proprio nel giorno in cui sono entrate in vigore le sanzioni europee.

In quei porti, ha aggiunto il leader del Cremlino, "stiamo finendo i lavori di sminamento" visto che "le truppe ucraine avevano deposto tre strati di mine". Il leader russo ha rilanciato la proposta di far transitare i carichi di cerali attraverso la Bielorussia, ma prima è necessario revocare le sanzioni applicate a Minsk. Nel corso dell’intervista televisiva rilanciata dalle agenzie di stampa russe, Putin ha precisato che l'Ucraina può esportare il grano "dai porti che controlla, per esempio Odessa", ma anche attraverso Romania e Polonia. Da parte sua, ha detto il capo del Cremlino, la Russia si impegna a "garantire la sicurezza" dell'export dai porti.

Putin ha poi puntato il dito contro i Paesi occidentali che diffonderebbero notizie false sull’attività della Russia nel bloccare l’export di grano dai porti dell’Ucraina. Il presidente russo ha denunciato i tentativi di "fare della Russia il capro espiatorio" della crisi alimentare globale, precisando che i Paesi occidentali vogliono "coprire i propri errori politici”. A cento giorni dall'inizio dell'invasione, Mosca non si ferma, e anzi dice che ora non ha senso discutere di incontro tra il presidente russo e quello ucraino, Zelensky.

La fidanzata di Putin nel mirino delle sanzioni Ue

Nella giornata di oggi 3 giugno, è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia che prevede, oltre all'embargo al petrolio russo, misure restrittive per 65 persone e 18 entità.

Tra questi, il generale Mikhail Mizintsev, noto come 'il macellaio di Mariupol' e il colonnello Azatbek Omurbekov, noto come 'il macellaio di Bucha', e l'ex ginnasta russa Alina Kabaeva, da molti considerata la fidanzata del presidente russo Vladimir Putin.

Vengono colpiti anche i familiari di Dmitry Peskov, il potentissimo portavoce di Putin, sua moglie Tatia Navka, considerata "comproprietaria di imprese e beni, situati, tra l'altro, nella penisola di Crimea annessa illegalmente dalla Federazione russa", e i figli Nikolay ed Elizaveta, per aver ottenuto "posizioni redditizie". I due figli, si legge nella Gazzetta europea, condurrebbero "una vita all'insegna del lusso grazie ai legami del padre".  

La misura colpisce anche Pavel Prigozhin, figlio di Yevgeniy Prigozhin, uomo chiave del gruppo dei mercenari Wagner, soprannominato 'il cuoco di Putin'. Nel mirino dell'Ue è finito anche l'imprenditore Arkady Yurievich Volozh, fondatore e amministratore delegato di Yandex, il più grande motore di ricerca russo. 

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