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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il caso / Russia

Perché Putin si siede così lontano da (quasi) tutti

Cosa c'è dietro i lunghi tavoli del Cremlino

Cosa c'è dietro quell'immagine di Vladimir Putin, seduto a metri di distanza dal ministro della Difesa Serghei Shoigu e dal capo di stato maggiore Valeri Gerasimov? Come sappiamo l'incontro è servito al capo del Cremlino per mostrare i muscoli all'Occidente ordinando lo stato di allerta delle forze di deterrenza russe, comprese quelle nucleari. Ma al di là del dato "politico" o "geopolitico" emerso dalla riunione, c'è un altro aspetto - certamente secondario ma forse non del tutto futile come potrebbe sembrare - che ha molto colpito l'opinione pubblica. Perché Putin si tiene a debita distanza dai suoi interlocutori?

La foto che immortala i vertici delle forze armate e il capo del Cremlino non è unica nel suo genere. Qualcuno ad esempio ricorderà il vertice di inizio febbraio tra Putin e il presidente francese Macron. L'immagine dei due leader agli estremi di un tavolo ovale lungo circa 4 metri ha fatto il giro del mondo. Una scelta dettata da motivi sanitari, ovvero evitare che Putin potesse contagiarsi.

Secondo le indiscrezioni confermate da due fonti dello staff di Macron alla Reuters, il leader francese sarebbe stato messo di fronte a un bivio: o sottoporsi a un test molecolare da un uomo di fiducia del Cremlino, oppure restare a debita distanza dal presidente russo, senza neppure una diplomatica stretta di mano. Circostanza poi confermata da fonti della presidenza francese ("i russi ci hanno detto che Putin doveva essere tenuto in una rigida bolla sanitaria"). Il capo dell'Eliseo ha scelto la seconda opzione, ovvero tenersi a distanza, anche per evitare che il suo Dna "cadesse" nelle mani di Mosca.

Allo stesso tavolo ovale, lungo almeno quattro metri, si era seduto solo pochi giorni prima il premier ungherese Viktor Orbán, anche lui opportunamente distanziato. Così come il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Incontro Putin Scholz EPA-2

Qualcuno ha ipotizzato che quella del presidente russo sia anche una strategia per mettere in soggezione i suoi interlocutori, segnare una distanza, anche a livello fisico. Ma siamo nel campo delle supposizioni. In realtà sembra molto più probabile che Putin abbia effettivamente paura del virus. 

Secondo diversi media, il presidente russo continua a chiedere che chiunque lo incontri osservi due settimane di quarantena. Ai capi di Stato o di governo il Cremlino offrirebbe come alternativa quella di sottoporsi a un tampone molecolare effettuato da medici russi. In caso di diniego scattano le misure sanitarie più rigide. Regole piuttosto severe del resto sono imposte anche agli stessi funzionari e dirigenti della Federazione Russa. Un esempio è la riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza della Russia durante la quale Putin ha riconosciuto le due Repubbliche autonome del Donbass, rimanendo a grande distanza dai suoi interlocutori. 

Vladimir Putin durante la riunione del consiglio di sicurezza. ANSA-2

Di sicuro non tutti gli ospiti del Cremlino vengono tenuti a debita distanza. Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro in una recente visita a Mosca non ha goduto dello stesso trattamento riservato a Scholz e Macron, tanto da essere immortalato mentre stringe la mano al leader russo. Anche l'incontro tra Putin e il presidente cinese Xi Jinping si è svolto senza le rigide misure di sicurezza riservate ad altri ospiti. 

Cosa c'è dietro i lunghi tavoli di Putin

Il Cremlino da parte sua assicura che non c'è stato alcun "favoritismo". Secondo il portavoce della presidenza russa, Dmitri Peskov, la 'bolla' che circonda il presidente russo può essere evitata a patto che ci sia uno scambio reciproco di test. "Se gli specialisti in malattie infettive dei due Paesi collaborano e tale scambio ha luogo, è possibile evitare ulteriori restrizioni" ha fatto sapere Peskov. "Alcuni leader seguono le proprie regole e non intendono interagire con il Paese ospitante in termini di scambio di tamponi. Lo rispettiamo - ha aggiunto -, ma in questo caso scatta un protocollo di misure aggiuntive per proteggere la salute del nostro presidente e dei nostri ospiti allo stesso tempo e si applica una maggiore distanza".

Se quella del presidente russo è solo prudenza o c'è anche un po' di strategia non lo sapremo mai con certezza. Di sicuro Vladimir Putin ha dimostrato di temere parecchio il Covid tanto che qualche osservatore si chiede se sia in effetti diventato paranoico. Già allo scoppio della pandemia, il Cremlino aveva imposto una serie di stringenti protocolli, stanziando qualcosa come 84 milioni di dollari per la gestione della sicurezza anti-Covid. La prima mossa era stata, nell'aprile 2020, l'installazione di un tunnel a raggi ultravioletti nella sua dacia a Novo-Ogaryovo, fuori Mosca. Un vero e proprio bunker dove Putin si era prontamente rifugiato. Sempre in ottica anti-Covid, il 69enne presidente russo ha disertato meeting e incontri internazionali. E non ha abbassato la guardia neppure dopo essersi vaccinato (con Sputink) tanto da vivere ancora in una "bolla sanitaria". 

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