rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il vertice / Cina

Putin e Xi usano il summit dei Brics per scagliarsi contro l'occidente

Il presidente cinese Xi Jinping, facendo gli onori di casa, lo scorso 22 giugno ha dato il via al vertice virtuale delle economie emergenti

C’è chi aveva consacrato la loro morte, ma i Brics – l’acronimo che racchiude Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica – dimostrano ancora una volta di essere in grado di trovare linfa vitale nelle complesse dinamiche internazionali, come la guerra russa in Ucraina e la politica statunitense incentrata sull’Indo-pacifico.

La Cina è pronta a "schiacciare" Taiwan se riceve un aiuto dagli Usa

Il presidente cinese Xi Jinping, facendo gli onori di casa, lo scorso 22 giugno ha dato il via al vertice virtuale delle economie emergenti. Oltre a Xi, erano presenti anche l’indiano Narendra Modi, il brasiliano Jair Bolsonaro, il sudafricano Cyril Ramaphosa e il presidente russo Vladimir Putin. Il leader del Cremlino, intervenuto per la prima volta in un consesso internazionale da quando ha ordinato l’invasione in Ucraina, ha trovato una spalla nel suo omologo cinese: i due sono legati da un’”amicizia senza limiti”, rafforzata lo scorso lo scorso 4 febbraio, quando la crisi ucraina era in ebollizione ma si riteneva ancora fosse sotto controllo.

Dito puntato contro gli Usa

Il 14esimo summit dei Brics è stato un palcoscenico perfetto per Xi per rilanciare l’idea di un mondo alternativo a quello occidentale, in cui i paesi Brics – secondo il leader cinese - devono agire con senso di responsabilità ed essere una forza stabilizzante e costruttiva. Il presidente della Repubblica Popolare si è nuovamente scagliato contro gli Usa e l’Ue per le sanzioni contro la Russia, sostenendo che le misure imposte in risposta all’invasione dell’Ucraina hanno trasformato l’economia globale in un’”arma a doppio taglio”.

Da qui, l’enfasi sul ruolo guida dei Brics a scoraggiare l’impiego di una “mentalità da guerra fredda” e “il confronto tra blocchi” contrapposti, che secondo Xi provocherà solo guerre e conflitti. Il presidente cinese ha poi scandito la sua visione del vero multilateralismo, al cui centro c’è il diritto internazionale dell’ONU e l’ordine internazionale che ne consegue. “Non si possono espandere le alleanze militari e cercare la propria sicurezza a spese della sicurezza di altri paesi”, ha detto il leader cinese in quello che appare un chiaro riferimento alla Nato e alle azioni russe (non apertamente condannate da Pechino).
Xi infatti osserva con cautela i movimenti dell’Alleanza Atlantica e degli Stati Uniti nella regione asiatica e digerisce con difficoltà la presenza storica dei leader di Giappone e Corea del Sud al summit della Nato che si aprirà il 28 giugno a Madrid.

Kishida sarà il primo leader giapponese a un vertice Nato: così l'Alleanza guarda all'Indo-pacifico

Gli accordi di tipo economico

Pechino continua a incarnare il ruolo di leader del mondo in via di sviluppo. Un mondo in cui i Brics possono trovare un nuovo slancio grazie a un’economia mondiale aperta e una crescita più inclusiva. Xi ha così promosso un accordo di libero scambio con Brasile, Russia, India e Sud Africa nell’ottica di rafforzare la prossimità politica tra i paesi e respingere i tentativi di contenimento statunitensi.

L’intesa commerciale non sarebbe una goccia nel mare economico del mondo. Il blocco delle economie emergenti, inaugurato nel 2009, rappresenta il 40 per cento della popolazione (3,2 miliardi di persone) e il 23 per cento del Pil globale, e contribuisce a un quinto del commercio globale. Il commercio tra i paesi Brics avrebbe un enorme potenziale, dal momento che attualmente si registra solo il 6 per cento del commercio combinato.

La proposta del presidente cinese Xi rafforza l’iniziativa presentata dal leader del Cremlino Putin, che ha suggerito la creazione di una valuta di riserva internazionale basata su un paniere composto dalle monete dei paesi dei Brics, in aperta funzione ‘anti-dollaro’. L’intento di Putin è quello di individuare per i membri dei Brics alternative affidabili ai meccanismi più diffusi dei pagamenti internazionali, come lo Swift da cui il sistema bancario russo è praticamente escluso dall’inizio del conflitto in Ucraina.

L’appoggio a Mosca

Mosca, ormai isolata dal mondo occidentale in risposta alla guerra in Ucraina, guarda a est puntando sul mercato indiano e cinese. Il Cremlino sta discutendo con New Delhi per l’apertura di catene di negozi indiani in Russia e per aumentare le esportazioni di petrolio russo verso l’India: nel flusso dell’export russo di greggio rientra anche la Cina. Nel mese di maggio la Russia è diventata la prima fonte di importazione di petrolio della Cina, superando l’Arabia Saudita. Le raffinerie di Pechino stanno ricevendo le forniture petrolifere russe con un forte sconto sui prezzi, spingendo l'import del Paese del 55 per cento annuo nel solo mese di maggio.

La Russia è diventata il principale fornitore di petrolio della Cina

Il presidente russo ha presentato un discorso tradizionalmente antioccidentale, accusando gli Stati Uniti di “scaricare i propri errori sul resto del mondo” e invocando una “risposta comune” alle sfide transnazionali. Putin è forte del sostegno dei paesi Brics, che non hanno condannato la Russia né aderito alle sanzioni occidentali. Con una paventata neutralità, sia New Delhi che Pechino hanno stretti legami con Mosca grazie all’import-export energetico, militare e del petrolio. Ma tra i paesi Brics non mancano però i contrasti interni. L’India fa parte del Quad, il gruppo con Usa, Giappone e Australia, nato per contenere l’assertività nell’Indo-pacifico.

Il tema attorno a cui è ruotato il summit è la guerra in Ucraina. Nella “dichiarazione di Pechino, adottata al termine del 14esimo vertice, i paesi dei Brics hanno rilanciato il sostegno ai negoziati tra Mosca e Kiev e ribadito la preoccupazione per la situazione umanitaria in Ucraina. Ma quello che emerge dal documento finale è l’assenza di volontà di Putin di intraprendere per primo un reale percorso di pace.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Putin e Xi usano il summit dei Brics per scagliarsi contro l'occidente

Today è in caricamento