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Martedì, 23 Aprile 2024
La testimonianza / Russia

La mamma di un soldato russo: "È morto per noi, non possiamo fermarci”

La storia di un 26enne caduto in battaglia a Hostomel. Nonostante il dolore la madre non condanna la decisione di Putin: "Non avevamo scelta, ci avrebbero bombardato"

"Portavo il cellulare sempre con me. Ho passato giorni a guardare la televisione e a cercare notizie su internet. Ho pensato che forse avrei visto la sua faccia da qualche parte. Andavo in chiesa tutti i giorni, accendevo una candela e pregavo per lui. Ma lui era già morto da tempo". A parlare è la madre di Yevgeny, un soldato russo di 26 anni, sposato e padre di un bambino, che avrebbe perso la vita a Hostomel, vicino Kiev, nei primi giorni di guerra. A fine gennaio il giovane soldato aveva comunicato alla madre che sarebbe stato mandato a Smolensk, città a 80 km dal confine bielorusso, "per un'esercitazione". Facendo delle ricerche on line la donna però si è resa conto che la vera destinazione sarebbe stata l'Ucraina. Natalya (nome di fantasia) è stata intervistata dall'emittente tedesca Deutsche Welle (DW) che ha pubblicato la conversazione telefonica tra la donna e la giornalista Oxana Ivanova.

La madre del soldato ripercorre la vicenda dall'inizio. Yevgeny sarebbe partito il 13 febbraio. Non aveva mai preso parte a operazioni di guerra. Quel giorno "gli ho chiesto scherzosamente se gli piaceva Smolensk" ha raccontato la madre, "e che tipo di cibo gli davano da mangiare. Lui ha sorriso, dicendomi che andava tutto bene. L'ultima volta che ho avuto sue notizie è stata la mattina del 24 febbraio, quando tutto è iniziato. Mi ha scritto usando l'account WhatsApp di un commilitone, dicendomi: 'Mamma, è scoppiata la guerra'. E io ho risposto: 'Figlio mio, l'ho visto in televisione'. Lui mi ha detto: 'Non ci crederai, un'intera unità di nostri soldati è stata uccisa al confine'. Ho chiesto: 'Dove sei?'. Al che ha risposto: 'Sono a Smolensk, mamma'". A quel punto il 26enne ha dovuto chiudere la conversazione: "Devo andare" sono state le sue ultime parole. "Dì a mia moglie che va tutto bene". Da quel momento di lui non si è saputo nulla per due settimane.

Secondo il certificato di morte, il giovane sarebbe caduto il 27 febbraio in una battaglia combattuta nel Donbass, ma la madre pensa che sia stato ucciso nella notte tra il 24 e il 25 febbraio proprio a Hostomel, nel nord del Paese, dove nel primo giorno di guerra c'è stata una sanguinosa battaglia per il controllo dell'aeroporto. E dove il giovane sarebbe stato trasferito il 24 febbraio, giorno in cui l'esercito russo ha invaso l'Ucraina. "I nostri ragazzi sono stati accerchiati e nessuno è venuto in loro aiuto" ha detto la donna. "Sono stati colpiti e bombardati per un giorno intero".

Aeroporto Hostomel ANSA-2

Natalya è venuta a sapere della morte del figlio solo l'8 marzo. "Ho quasi perso la testa" dice. Ma nonostante il dolore non condanna la decisione di Putin di invadere l'Ucraina. "Penso che se non avessimo iniziato a bombardarli, gli ucraini avrebbero bombardato noi. Non avevamo scelta. Ma qualcosa è andato storto. Ora che tanti soldati sono morti, non possiamo fermarci. Dobbiamo andare avanti fino a raggiungere la vittoria". Quello di Natalya è un grande dolore, che però non cancella le sue convinzioni. "Mio figlio ha combattuto per noi, per la Russia e per i russi. In modo che possiamo continuare a usare i nostri cellulari, a mangiare e bere come prima. Non è morto invano, è morto per noi (…)".

(Foto nell'articolo. Truppe d'assalto russe a bordo di elicotteri attaccano il vecchio aeroporto di Hostomel, a pochi chilometri dal centro di Kiev, 24 febbraio 2022. Ansa).

Hostomel-2

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