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Venerdì, 29 Marzo 2024
La visita

25 Aprile, i Radicali lo celebrano in Ucraina: “Qui c'è la Resistenza”

Il viaggio dei vertici di Radicali Italiani a Kyiv, tra incontri istituzionali e la visita alle città martiri di Irpin e Borodyanka

Un 25 Aprile anche per l'Ucraina, perché la Resistenza contro la dittatura è oggi a Kyiv, sul fronte ucraino e nelle città “martiri” della guerra d'invasione su larga scala scoppiata nel 2022. I vertici di Radicali italiani hanno scelto la capitale ucraina per celebrare il 25 Aprile del 2023 e, martedì mattina, hanno tenuto una conferenza stampa presso l'Ukraine Media Center per illustrare l'iniziativa. Nel frattempo, in questi giorni hanno avuto incontri istituzionali di vario livello e hanno visitato Irpin e Borodyanka, due delle città a nord della capitale devastate dall'occupazione russa.

“Abbiamo deciso di celebrare qui la nostra Liberazione perché la resistenza che ci liberò dalla dittatura è simile a quella ucraina”, ha detto il segretario Massimiliano Iervolino spiegando che, del viaggio, gli sono rimaste impresse soprattutto tre cose: “Una è avere visto Irpin, la ferocia assassina dei russi. Un'altra è la bandiera ucraina vicino a quella dell'Unione Europea. La terza è sentire dal vivo il racconto del genocidio dell'Holodomor, conosciuto da poche persone e importante da diffondere”.

Vent'anni contro Putin

Iervolino ha poi evidenziato la posizione netta del mondo radicale verso il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, non da oggi: “Nel nostro Paese, per anni, i media e i partiti hanno raccontato che Putin era un interlocutore affidabile. Noi lo abbiamo sempre considerato un dittatore, dalla seconda guerra cecena in poi. Al funerale di Anna Politkovskaja, l'unico leader politico presente è stato Marco Pannella”. Non è mancato un riferimento al referendum promosso in questi giorni per abrogare il decreto legge con cui l'Italia ha scelto d'inviare aiuti militari: “Se passasse, non scoppierebbe la pace, ma finirebbe l'Ucraina”, ha commentato Iervolino.

Tre i punti destinati a diventare altrettante iniziative radicali, quando la delegazione sarà rientrata in Italia. “La prima - ha spiegato Giulia Crivellini, tesoriera - è che l'Ucraina entri al più presto nell'Unione Europea. Il processo deve essere il più veloce possibile. La seconda è che, per aiutare, bisogna continuare a mandare le armi, e quindi contrasteremo le posizioni di chi crede che la pace si raggiunga smettendo di aiutare militarmente gli ucraini. La terza è il ruolo degli organismi internazionali. È incredibile che oggi la Russia guidi il Consiglio di sicurezza dell'Onu, quando è la più grande minaccia alla sicurezza internazionale”.

Gemellaggi tra città

Tra le iniziative promosse durante la permanenza in Ucraina, l'incontro al ministero degli Esteri. “Abbiamo avuto un'accoglienza eccezionale”, ha detto il presidente di Ri, Igor Boni: “Ai funzionari del ministero abbiamo illustrato la nostra idea di attivare molti gemellaggi tra città italiane e ucraine. Ora consegneremo questa targa, dedicata al sindaco di Kyiv, in qualità di rappresentante della capitale di questo Paese, che ha dimostrato cosa vuol dire fare resistenza oggi. Come noi oggi commemoriamo la nostra, del 1945, vogliamo nel 2023 che ce ne sia una anche per voi”. Tra le visite dei giorni scorsi, quella con i volontari dell'Irpin Reconstruction Summit, un'organizzazione guidata dal consiglio comunale di Irpin che raccoglie fondi e competenze (architetti, ingegneri) in tutto il mondo per la ricostruzione.

Dopo circa un anno dalla liberazione della regione di Kyiv, a Irpin (e Bucha, Borodyanka, Hostomel) si vedono già case ricostruite, più spesso palazzi con uffici, ma altri edifici sono ancora semidistrutti e inagibili. Soltanto a Irpin si calcola che gli edifici danneggiati siano circa 7mila e che le persone rimaste senza casa siano almeno 16mila, ma quasi certamente sono molte di più. Si tratta di persone che vorrebbero tornare, ma non possono farlo. 

La rappresentanza della Crimea

Lunedì pomeriggio, invece, la delegazione radicale è stata ricevuta dalla rappresentanza del presidente ucraino in Crimea, che prima dell'invasione su larga scala aveva base a Kherson. La sua missione è lavorare per la restituzione della Crimea all'Ucraina ed è guidato da Tamila Tasheva, la cui famiglia, di etnia tatara, era stata deportata a Samarcanda. Altri incontri (sedici quelli complessivi) sono stati organizzati con associazioni per la difesa dei diritti umani, parlamentari e Stop Fake, l'organizzazione non governativa che si occupa di smascherare le fake news dalla Federazione Russa. Durante questi incontri, la delegazione ha tra l'altro illustrato la campagna 'Putin all'Aja', con cui sono state raccolte 10mila firme già consegnate alla Corte penale internazionale, e la richiesta al governo ucraino di adesione alla corte stessa.

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