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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'attacco / Ucraina

L'ennesimo raid russo su una stazione ferroviaria dell'Ucraina

L'attacco, avvenuto nel giorno della Festa dell'Indipendenza dall'Unione Sovietica, ricorda i bombardamenti missilistici che hanno colpito lo scorso aprile la stazione di Kramatorsk

Pioggia di missili russi sull'Ucraina nel giorno della Festa dell’indipendenza dell’Ucraina dall’Unione Sovietica. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensy ha reso noto che almeno 15 persone sono morte e altre 50 sono rimaste ferite in un attacco missilistico russo alla stazione ferroviaria di Chaplyne nella regione di Dnipropetrovsk. "I soccorritori sono al lavoro. Ma, sfortunatamente, il numero dei morti potrebbe aumentare. È così che viviamo ogni giorno. È così che la Russia si è preparata per questa riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu", ha detto Zelensky in un video messaggio consegnato alla Nazioni Unite. Ma c'è pessimismo nell'aria. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso in collegamento video al Consiglio di sicurezza dell'Onu ha affermato che potrebbe salire il bilancio dei morti.

La stazione ferroviaria colpita dai missili russi si trova a Chaplyne, a 100 chilometri a est della città di Zaporizhzhia, e nel bombardamento è rimasto ucciso anche un bambino di 11 anni, stando a quanto scritto su Twitter dal presidente della Rada (il Parlamento ucraino), Ruslan Stefanchuk. "Cos'altro è necessario perchè il mondo riconosca questo Paese come terrorista?", ha aggiunto il politico ucraino riferendosi alla Russia. 

L'attacco ricorda i bombardamenti missilistici che hanno colpito lo scorso aprile la stazione di Kramatorsk, nell'Ucraina orientale, dove ci sono stati decine di morti e centinaia di feriti. Un bilancio che già da subito era apparso altissimo: al momento dell'esplosione infatti, la stazione era parecchio affollata per dei treni che sarebbero partiti verso Ovest, la parte verso cui la popolazione ucraina si stava spostando in vista di una rinnovata offensiva russa nell'Est. 

Cosa sappiamo sull'attacco alla stazione di Kramatorsk, in ordine

L'Ucraina ha celebrato i 31 anni della sua indipendenza in tono minore, per il timore di un attacco eclatante dei russi, ma il messaggio lanciato al nemico è stato tutt'altro che dimesso. "Ci batteremo fino alla fine, senza nessun compromesso", ha scandito il presidente Volodymyr Zelensky rivolgendosi alla nazione. Incassando il rinnovato sostegno di tutti i leader occidentali, a partire da Boris Johnson, che è volato a Kiev a sorpresa.

La tanto temuta provocazione russa, almeno sulla capitale, non c'è stata, ma da Washington sono arrivati segnali che potrebbero aprire le porte ad un'ulteriore inasprimento del conflitto: Mosca starebbe infatti pianificando un "referendum farsa" nel Donetsk e nel Lugansk, e potrebbe annunciarlo già in settimana.

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