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Domenica, 3 Dicembre 2023
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Catalogna, sfida a Madrid: al voto sognando l'indipendenza

I sondaggi in Catalogna indicano che circa l'80% dei catalani è a favore di una consultazione popolare, mentre la percentuale di chi voterebbe per un'indipendenza totale si aggira intorno al 50%

La Catalogna oggi al voto, sia pure in modo del tutto informale, per rivendicare il diritto di poter decidere sul suo futuro politico rispetto alla Spagna, come è accaduto in Scozia: un voto in sostanziale violazione dei divieti imposti dal governo centrale di Madrid, che con due successivi ricorsi giudiziari ha fatto dichiarare incostituzionale qualsiasi consultazione popolare sull'indipendenza.

Divieti che a poco sono serviti però, anzi. Hanno sortito l'effetto opposto, e la mobilitazione dei catalani negli ultimi giorni è aumentata, con migliaia di volontari che hanno improvvisato dei veri e propri call center civici per convincere il numero più alto possibile di persone a partecipare. Ieri sera la campagna a favore del voto si è conclusa a Barcellona con un atto a cui hanno preso parte decine di migliaia di persone. "Dimostreremo che presto la Catalogna sarà un Paese libero e indipendente", ha gridato alla folla Carme Forcadell, presidente dell'Assemblea Nazionale Catalana.

La consultazione non è giuridicamente vincolante e viene gestita da volontari della società civile e non da funzionari pubblici. 41.000 volontari renderanno possibili le operazioni di voto in centri pubblici e privati di 942 comuni sui 947 di cui è composta la Catalogna. Il numero di locali abilitati al voto (1317) dovrebbe essere circa la metà rispetto quelli di un'elezione formale, per cui le file davanti ai "seggi" sembrano probabili. Data l'assenza di formalità della consultazione, per votare sarà sufficiente presentare una carta d'identità valida da cui risulti la residenza in Catalogna, e potranno farlo anche i maggiori di 16 anni e gli stranieri residenti.

Il premier Rajoy non è restato con le mani in mano. Il governo centrale a Madrid ha reagito alla notizia della disobbedienza civile catalana facendo scrivere dal prefetto della Catalogna una lettera alle autorità locali - inclusi i direttori delle scuole pubbliche - che ricorda loro "l'importanza" di rispettare e far rispettare le sentenze del Tribunale costituzionale. La violazione è punibile, per i componenti del governo regionale, con il divieto di ricoprire uffici pubblici. Ma nonostante tutto, sembra probabile che solo pochi fra i destinatari delle missive accolgano l'invito.

I sondaggi in Catalogna indicano che circa l'80% dei catalani è a favore di una consultazione popolare, mentre la percentuale di chi voterebbe per un'indipendenza totale si aggira intorno al 50%.

Marcia per l'indipendenza della Catalogna

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