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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Catalogna, effetto contagio: i Paesi Baschi chiedono il referendum, si muove l'Europa

Il governo di Madrid guidato da Rajoy vuole impedire la dichiarazione di indipendenza della Catalogna annunciata per martedì, giorno di sciopero generale, ma in Spagna è già effetto contagio: Paesi Baschi in fibrillazione mentre l'Ue condanna le violenze

MADRID (Spagna) - Lo stato spagnolo farà "tutto ciò che permette la legge" per impedire la proclamazione dell'indipendenza della Catalogna annunciata dal governo regionale indipendendista dopo il referendum di autodeterminazione che si è svolto domenica 1 ottobre. Lo ha annunciato il ministro della Giustizia spagnolo, Rafael Catala. Ma in Spagna è già effetto contagio. 

Il presidente della comunità autonoma dei Paesi Baschi, il lehendakari Inigo Urkullu, ha chiesto il riconoscimento come nazione dei Baesi Baschi e della Catalogna, chiedendo un processo di dialogo che culmini con la celebrazione di un referendum legale e concordato con il governo di Madrid. In una conferenza stampa a Bilbao, Urkullu ha sostenuto che "nessuno è uscito vittorioso da quel che è accaduto, in Catalogna" e ha espresso la sua profonda preoccupazione per la situazione, "derivata dall'assenza di dialogo politico. Urkullu ha rimarcato la sua "incomprensione per la strategia della violenza utilizzata domenica da parte dei corpi di polizia" e ha espresso la sua solidarieta' con le persone rimaste ferite. 

La situazione, ha aggiunto, richiede "grande serietà e responsabilita'", il modello di Stato - ha spiegato - necessita una riformulazione" e ha chiesto una soluzione al braccio di ferro con il dialogo che culmini in un referendum concordato con lo Stato.

Il capo del governo spagnolo, Mariano Rajoy, si riunisce oggi al Palazzo della Moncloa con il segretario generale del Psoe, Pedro Sanchez, e con il leader di Ciudadanos, Albert Rivera, per analizzare la giornata di domenica e l'orizzonte che si apre dopo il referendum in Catalogna. Rajoy riceve Sánchez alle 16:30 e Rivera a las 18:00, dopo che con entrambi ha avuto contatti telefonici già domenica.

Rajoy ha annunciato nella notte, parlando dalla sede del governo, che vuole aprire una tornata di colloqui con tutti i partiti che hanno rappresentanza parlamentare per riflettere sul futuro del Paese. 

Ue: "Referendum illegale ma violenza mai strumento in politica"

La violenza non può mai essere uno strumento nella politica”. Lo ha affermato il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, commentando gli scontri di ieri sul referendum per l’indipendenza in Catalogna.

La Commissione europea conferma la sua posizione secondo cui il referendum di indipendenza della Catalogna era illegale, e all’indomani degli scontri sul voto ha anche ribadito la fiducia nel premier Mariano Rajoy nel gestire quello che considera “un problema interno” della Spagna. Al tempo, stesso, il portavoce dell’esecutivo comunitario Margaritis Schinas ha lanciato un appello “a tutte le parti a passare dallo scontro al dialogo”.

Referendum Catalogna, scontri con la polizia

“In base alla costituzione spagnola, il voto di ieri non era legale – ha detto Schinas -. Come ripetuto più volte dal presidente Jean-Claude Juncker, secondo la Commissione europea la questione è un problema interno della Spagna da gestire nell’ambito del suo ordinamento costituzionale.

“I referendum vanno organizzati in linea con la costituzione”, ha proseguito il portavoce, ricordando che eventuali nuovi Stati nati da secessioni, secondo l’interpretazione di Bruxelles, si collocherebbero al di fuori dell’Ue stessa. Più in generale “l’Ue ritiene che questi siano tempi per l’unità – ha concluso Schinas – non per le divisioni e le frammentazioni”.

Leggi anche: Non indipendenza ma più autonomia: i referendum (legali) in Veneto e Lombardia

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