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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Cos'è questa storia di Renzi e Obama che hanno scippato voti a Trump per darli a Biden

La teoria rilanciata dai sostenitori del Tycoon sotto l’hashtag #ItalyDidIt mette in mezzo l’ex premier italiano, l’ex presidente egli Usa, l’ambasciata americana a Roma, George Soros, algoritmi e satelliti

Che c’entra l’Italia (e Matteo Renzi) con la sconfitta di Donald Trump alle elezioni? Niente, ma secondo una nuova teoria complottista l'ex presidente del Consiglio italiano avrebbe tramato con l'ex inquilino della Casa Bianca Barack Obama, con l’aiuto della Cia, l’ambasciata americana a Roma, l’agenzia Leonardo e George Soros (ovviamente), per hackerare i dati elettorali la notte delle presidenziali 2020 con un satellite militare gestito dall’Italia e regalare la vittoria a Joe Biden scippandola a Donald Trump. C’è questo dietro l’hashtag #ItalyDidIt, diventato presto di tendenza, che raccoglie la teoria lanciata e rilanciata negli ambienti dell’altra destra americana sostenitori di Trump.

Ovviamente non c'è uno straccio di prova. L’account Twitter da 46mila follower BlueSkyReport ha buttato il proverbiale sasso nello stagno nella serata di martedì: “Tutte le strade portano a Roma. L'Italia ha interferito con le elezioni americane. Diamo prima un'occhiata ai possibili giocatori coinvolti. Obama e l'ex premier dell'Italia Renzi”. Poi vengono gettati nel calderone il generale Claudio Graziano, presidente del comitato militare dell’Unione Europea, l’agenzia Leonardo, i servizi segreti italiani, la Cia, l’MI6… La teoria complottistica si basa sulla ricostruzione di tale Bradley Johnson, definito un ex agente della Cia, e che oggi è tra i commentatori del network tv Oann (One America News Network), la preferita di Donald Trump, che ha spesso rilanciato tesi e notizie prive di fondamento.

Renzi, Obama e le teorie senza prove del complotto contro Trump

Le accuse sul complotto guidato da Renzi e Obama sono state condivise anche dall’account di Ann Verdersteel, un’attivista vicina a QAnon e sostenitrice di Trump, chiamando in causa George Soros e l’ambasciata americana a Roma e sostenendo che “un membro del board di Leonardo, che lavora per la Difesa, ha utilizzato un loro satellite per spostare voti da Trump a Biden”. Il tutto accompagnato dall’hashtag #ItalyDidIt e una richiesta al presidente Conte di fare chiarezza: #ConteComeClean. Non poteva mancare poi l’avvocata cospirazionista Sidney Powell, che secondo Verdersteel avrebbe le prove di tutto ciò. Michael Flynn, ex consigliere per la sicurezza nazionale coinvolto nel Russiagate e graziato da Trump, ha pure aggiunto del suo. E un altro personaggio legato al Russiagate - e in seguito graziato anche lui da Donald Trump - aveva già negli anni scorsi tirato in ballo Matteo Renzi, “usato da Barack Obama per attuare qualche colpo basso nei confronti di Trump”: era George Papadopoulos. 

Queste fantasiose teorie sono state rilanciate anche in Italia da account complottisti e blogger. Come Cesare Sacchetti de “La cruna dell’ago”, il quale riportando la ricostruzione di Bradley Johnson chiama anche in causa l’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia Lewis Eisenberg, “ex membro di Goldman Sachs e collaboratore della prima campagna Trump ma allo stesso tempo vicino alle lobby neocon sioniste che sono acerrimi nemici del presidente per il suo piano in corso di ritirare il Esercito americano in Medio Oriente”. 

Renzi: "Siamo alla follia totale"

“Siamo alla follia totale. I responsabili di queste menzogne hanno ricevuto il pardon - una sorta di grazia - da Trump qualche settimana fa”,  ha scritto Matteo Renzi  nella sua e-news replicando alle improbabili accuse da parte dei sostenitori di Trump. “Sto cercando con i miei avvocati di chiedere comunque di portare questi signori davanti alla giustizia italiana. Quello che dicono di me è folle: ci mancava giusto che mi accusassero di complotti internazionali. Ma ancora più grave è che questi signori la facciano franca”. 

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