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Sabato, 20 Aprile 2024
scenario post bellico

Il grande gioco della ricostruzione dell'Ucraina

Il protrarsi della guerra alimenta le ambizioni diplomatiche della Cina, che vuole giocare la grande partita della ricostruzione dell'Ucraina

Offrirsi come mediatore per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina. È questo l'obiettivo della Cina, ansiosa di presentarsi come paese responsabile e impegnato nel trovare una "soluzione politica" al conflitto iniziato più di un anno fa.

Perché un inviato speciale della Cina sarà in Ucraina

Pechino ha puntato molte delle sue fiches sul tavolo della mediazione, come indica il tour in diversi paesi europei che partirà da Kiev e terminerà a Mosca del suo rappresentate speciale per gli affari eurasiatici, Li Hui. 

Gli interessa della Cina in Ucraina

La Cina vuole che la guerra finisca. E anche presto. A spingere il gigante asiatico ad affermare il suo ruolo di intermediario in uno dei conflitti più sanguinosi in Europa degli ultimi decenni è la ricerca di stabilità economica: l'esito sconosciuto di una guerra imprevedibile solleva diversi interrogativi sulla tenuta della catena di approvvigionamento globale e sulle ripercussioni determinate dalle sanzioni occidentali imposte alla Russia (da cui la Pechino acquista petrolio e gas a prezzi convenienti).

Secondo diversi analisti politici e osservatori della Cina, a Pechino non interessa davvero chi "vince" la guerra o quale forma avrà un probabile accordo di pace. Ciò che importa a Pechino, secondo i diversi studiosi, è che diventi il ​protagonista che è stato capace di portare la Russia e Ucraina al tavolo dei negoziati per porre fine alla guerra. Un impegno faticoso e duraturo, che mira anche a tutelare i propri interessi economici e diplomatici. 

Pechino ha sempre preferito mantenere un profilo basso a livello internazionale. Almeno fino a poco tempo fa, quando ha ottenuto un successo diplomatico per aver organizzato i colloqui tra Arabia Saudita e Iran a marzo che li hanno portati a ripristinare le relazioni diplomatiche dopo una pausa di sette anni.

Questo cambio di passo ha alimentato la diffidenza di molti paesi occidentali che guardano gli sforzi della Cina come un tentativo per proporre un nuovo ordine internazionale, in parte attraverso i suoi stretti legami con la Russia, come denunciato ultimamente dal capo della diplomazia europea, Josep Borrell.

Con il suo ruolo da mediatore, la Cina sembra voler cercare di allontanare gli alleati europei dagli Stati Uniti, che Xi accusa di tentare di bloccare l'ascesa economica e politica del gigante asiatico. Bruxelles osserva con attenzione le mosse di Pechino, perché molto dello sviluppo delle relazioni tra Cina ed Europa passa proprio dalla guerra in Ucraina. Ma a più di un anno dall'inizio di un conflitto, la Cina non ha ancora mai condannato l'invasione russa, attirando accuse di Washington e ai suoi alleati per la presunta fornitura armi alla Russia. Accuse respinte dallo stesso Xi al presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante la prima telefonata tra i due leader lo scorso 26 aprile.

La grande partita della ricostruzione dell'Ucraina

Un confronto che il leader di Kiev ha atteso per lungo tempo. Ciononostante, l’Ucraina vorrà vedere come procede la sua controffensiva prima di accettare qualsiasi offerta della Cina in una eventuale mediazione, mentre continua a respingere qualsiasi proposta che potrebbe concedere alla Russia i territori occupati.

America, guarda: c'è un mondo nuovo

Il timore è che la Cina possa fare un passo indietro dall'accordo firmato nel 2013, che assicura all'Ucraina la protezione cinese in caso di un attacco nucleare. Nove anni fa, il gigante asiatico ha accolto con favore l'intesa siglata nel 1994 dall'Ucraina, che rafforzava l’impegno da parte di Kiev a rinunciare alle armi nucleari di epoca sovietica, in cambio di garanzie di sicurezza da parte di Stati Uniti, Regno Unito e Russia. Ma l’impegno di Pechino nel proteggere l'Ucraina da un attacco nucleare si presenta come un ulteriore ostacolo nei rapporti tra Cina e Russia, due stretti partner che si danno forza a vicenda nella lotta per rafforzare gli autoritarismi. Le garanzie di sicurezza promosse da Pechino rischiano di venir meno a fronte di un’ambiguità cinese nel conflitto.

Ucraina e Cina sono infatti legati da un rapporto diplomatico trentennale, il cui anniversario è stato celebrato un mese prima dell'inizio della guerra con una telefonata tra Xi e Zelensky. Con la guerra ancora in corso, Pechino pensa a quale scenario potrebbe verificarsi e quale ruolo potrebbe giocare nel paese invaso dalla Russia. Il position paper in 12 punti presentato dalla Cina a pochi giorni dal primo anniversario dell'inizio della guerra rientra negli sforzi di Pechino di ottenere un ruolo nella ricostruzione dell'Ucraina del dopoguerra. E la Cina ha tutte le possibilità e capacità per aiutare l'Ucraina a risollevarsi dalle macerie. Il gigante asiatico, grazie anche al megaprogetto infrastrutturale della Nuova Via della Seta, ha costruito più ferrovie, autostrade, aeroporti, ponti, oleodotti, porti e grattacieli all'estero di qualsiasi altro paese negli ultimi decenni.

La Cina ha davvero interesse a far finire la guerra in Ucraina?

Una condizione resa possibile dalle finanze di cui la Cina dispone. Già prima del conflitto, la Cina aveva dato il via ad alcune opere infrastrutturali. Ne è un esempio il primo forum sugli investimenti del governo ucraino dopo l'elezione alla presidenza di Volodymyr Zelenskyy, tenutosi a Mariupol il 29 ottobre 2019, ha raccolto "centinaia di milioni di dollari in investimenti e prestiti2 per la città portuale del Mar Nero. Tra l'elenco dei progetti significativi annunciati c'era un investimento di 50 milioni di dollari da parte della China National Cereals Oils and Foodstuffs Corporation (COFCO) "per realizzare un progetto di investimento nel porto marittimo di Mariupol". Adesso, però, i lavori sono stati interrotti a causa del conflitto e probabilmente del progetto è andato distrutto a causa dei bombardamenti russi. Il protrarsi della guerra alimenta le ambizioni diplomatiche della Cina, che vuole giocare la grande partita della ricostruzione dell'Ucraina. 

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