Azienda assume finto prete per spiare i dipendenti
La catena di ristoranti Taqueria Garibaldi assumeva migranti a cui non versava i contributi. Chi protestava veniva minacciato, anche grazie all'aiuto del falso sacerdote
I casi di aziende che sfruttano la manodopera migrante o che compiono truffe sui salari dei dipendenti non sono purtroppo così rari. Ma quello messo a punto dalla Taqueria Garibaldi, una catena di ristoranti della California, negli Stati Uniti, è "tra i più spudorati" schemi di sfruttamento scoperti dalle autorità locali, stando alle parole del procuratore Marc Pilotin. Uno schema che sembra uscito da una serie tv in stile "Better call Saul": i titolari della catena hanno assunto un finto prete che, puntando sul forte senso religioso dei suoi dipendenti (per lo più migranti di origine sudamericana), estorceva loro informazioni, le quali poi venivano utilizzate per minacciarli.
Il ricorso al finto prete è iniziato nel 2021, quando il dipartimento del lavoro aveva avviato un'indagine sulla Taqueria Garibaldi scoprendo che l'azienda non versava gli straordinari ai suoi dipendenti. A chi si lamentava, i manager rispondevano con la più classica delle minacce (almeno negli Usa): il ritiro del permesso di soggiorno per lavoro. L'indagine del dipartimento ha però costretto la dirigenza della catena di ristoranti a rivedere i suoi metodi. Purtroppo, non in meglio.
Nell'azienda è stato instaurato un vero e proprio clima di terrore, favorito dall'alta presenza di lavoratori immigrati. La mossa clou è stato l'ingaggio di un finto prete: i dipendenti, durante le confessioni, venivano tempestati di domande specifiche sul lavoro e gli veniva chiesto se provassero rancore nei confronti dei loro superiori o se ne avessero parlato negativamente con qualcuno, inclusi gli ispettori del dipartimento. Uno dei dipendenti, però, ha scoperto la truffa, e ha avvertito il dipartimento. La Taqueria Garibaldi dovrà adesso rimborsare salari e danni a 35 lavoratori per circa 140mila dollari.