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Giovedì, 28 Marzo 2024
Catalogna indipendente

Catalogna, un sogno chiamato indipendenza: plebiscito al (finto) referendum

Domenica la Catalogna ha sfidato Madrid e ha votato per il referendum. Alle urne è stato un plebiscito, con l'80% di sì. E ora Mas spinge: "Diritto a un referendum definitivo"

ROMA - Un sogno chiuso in una scatola di cartone. Un sogno affidato a una scheda elettorale "non ufficiale" né "legale". Un sogno che, da oggi, si augurano, non potrà più essere ignorato dal governo centrale. L'ottanta per cento dei catalani, su poco più di due milioni di votanti, ha scelto il sì: vuole che la Catalogna sia uno Stato e che sia indipendente da Madrid. Il messaggio è arrivato forte e chiaro domenica sera, in una giornata in cui la Catalogna ha sfidato il parere della Consultata di Madrid, che aveva dichiarato illegale il referendum del nove novembre. 

Ma gli indipendentisti hanno scelto di andare comunque avanti e i risultati definitivi, scrutinati a tempo di record da quarantamila volontari della Generalitat, non lasciano spazio a dubbi: è stato un tripudio di sì. Solo un esiguo 4,5% ha votato no a entrambi i quesiti, mentre il 10% ha scelto un si e un no: per il resto tutti hanno chiesto l'indipendenza. 

Il voto non è riconosciuto dal governo di Madrid, ma ha un importante valore simbolico con il fronte indipendentista che ha mostrato i muscoli e i suoi veri numeri. Una giornata di "pieno successo", ha commentato il presidente catalano Arthur Mas, opponendosi al parere del ministro della giustizia di Madrid, Rafael Català, che aveva parlato del referendum del 9-N come una consultazione "sterile e inutile, senza validità democratica". 

Probabile che il premier Rajoy, da sempre ostile all'indipendenza catalana, riceva in giornata una lettera di Mas. L'oggetto del testo è scontato, e lo stesso leader catalano lo ha lasciato intendere ieri: "Ci siamo guadagnati - ha esultato - il diritto a un referendum definitivo". 

Marcia per l'indipendenza della Catalogna

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