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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Il dramma dimenticato dei Rohingya: "6.700 morti in un solo mese, è pulizia etnica"

Secondo Medici senza Frontiere almeno 6.700 Rohingya, minoranza musulmana del Myanmar, sono stati uccisi nel primo mese di repressione da parte dell'esercito birmano nello stato di Rakhine: "Sconvolgente"

I numeri sono da pulizia etnica. Almeno 6.700 Rohingya, minoranza musulmana del Myanmar, sono stati uccisi nel primo mese di repressione da parte dell'esercito birmano nello stato di Rakhine, che è iniziata alla fine di agosto. Lo riferisce Medici senza Frontiere. Ed è una stima "prudente": tra le vittime almeno 730 bambini sotto i cinque anni, secondo l'organizzazione che basa i dati su indagini condotte in questo periodo di violenze nel Paese.

Repressione feroce

La stima di almeno 6.700 morti in appena un mese di violenze, pubblicata oggi da Msf, è la più alta da quando lo scorso 25 agosto è iniziata la repressione della minoranza musulmana e la crisi dei rifugiati con la fuga di oltre 620mila Rohingya in Bangladesh in tre mesi.

Parlano i sopravvissuti

Msf ha stimato il bilancio di morti sulla base di sei indagini su oltre 2.434 famiglie che si trovano nei campi rifugiati Rohingya. "Abbiamo incontrato e parlato con i sopravvissuti alle violenze in Myanmar, che adesso si trovano nei campi sovraffollati e con carenze igieniche e sanitarie in Bangladesh", ha spiegato il direttore medico dell'organizzazione Sidney Wong.

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"Sconvolgente"

"Quello che abbiamo scoperto è stato sconvolgente sia in termini di numero di persone che ha dichiarato la morte di un familiare come risultato delle violenze, sia per il modo orribile in cui sono stati uccisi o gravemente feriti". La principale causa di morte sono ferite da arma da fuoco, il 69% dei casi, secondo le indagini. Il 9% è stato bruciato vivo dentro le case date alle fiamme, il 5% è morto per le percosse.

Rifugiati Rohingya in Bangladesh (Ansa)

"Bambini uccisi a colpi d'arma da fuoco"

Il 60% dei bambini sotto i cinque anni è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco. Secondo Msf il picco delle morti coincide con il lancio "dell'operazione di pulizia" dell'esercito e delle milizia locali alla fine di agosto e ci sono le prove "che i Rohingya sono stati l'obiettivo".

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Come in Ruanda

Dalla scorsa estate più di 600mila persone di etnia Rohingya sono fuggite dal Myanmar a causa degli scontri tra esercito birmano e gruppi ribelli che appartengono alla minoranza. L'esercito birmano ha bruciato sistematicamente le case di molti Rohingya, costringendoli a scappare: è stato il più rapido spostamento di un gruppo etnico dai tempi del genocidio del Ruanda del 1994. 

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"E' pulizia etnica"

"Le prove sono inconfutabili: le forze di sicurezza hanno dato alle fiamme lo stato di Rakhine in una campagna mirata per costringere i rohingya a lasciare il paese. Non c’è alcun dubbio: si tratta di pulizia etnica“, ha dichiarato in una nota ufficiale Tirana Hassan, direttrice di Amnesty International per le risposte alle crisi.

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