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Martedì, 19 Marzo 2024
Il virus dilaga / Romania

La propaganda no-vax sta causando un'ondata di morti in Romania

Ospedali al collasso e record di decessi. Solo il 30% della popolazione è vaccinato. La giornalista Anca Mihai a Today: "La gente è sotto choc, vive in una bolla"

La variante Delta dilaga in Romania dove nelle ultime 24 ore si sono registrati 18.863 nuovi casi positivi e 561 decessi, due dati finora mai raggiunti dall'inizio della pandemia, in un paese che conta 19,2 milioni di abitanti. Per dare l'idea del disastro è sufficiente fare una semplice moltiplicazione: è come se in Italia, che ha il triplo degli abitanti, si fossero contati più di 56mila contagi e 1.700 morti in un giorno (nelle ultime 24 ore i decessi sono stati "appena" 70).

La Romania è il secondo paese meno vaccinato contro il covid-19 dell'Unione Europa e secondo le autorità sanitarie il 92% dei decessi si è verificato proprio tra persone che hanno rifiutato il vaccino. Nei reparti di terapia intensiva sono ricoverate 1.805 persone, un dato anche questo impressionante se pensiamo che in Italia i pazienti in condizioni critiche sono in tutto 355. Insomma la situazione sta rapidamente sfuggendo di mano.

Decessi per milione di abitanti in Italia e Romania-2

Solo ieri l'Ufficio regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l'Europa ha inviato nel paese un'esperta in programmi per la gestione delle emergenze sanitarie e del rischio catastrofi, Heather Papowitz, che avrà il compito di facilitare la fornitura di materiali essenziali, inclusi 34mila test diagnostici rapidi e quasi 200 concentratori di ossigeno. Ma per alleggerire la pressione sugli ospedali servirebbe innanzitutto spezzare la catena dei contagi.

Impresa tutt'altro che semplice visto che le misure di contenimento sono quasi inesistenti e il Paese è molto indietro sul fronte vaccinazioni anti-Covid: nonostante un buon inizio la campagna vaccinale si è quasi subito arenata e ad oggi solo il 30 per cento degli abitanti ha ricevuto entrambe le dosi (fonte: Our World in data).

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Secondo l'Oms ai ritmi attuali ci vorranno ben 7 mesi per raggiungere una copertura vaccinale del 40% e addirittura due anni e mezzo per arrivare al 70. Il tasso di vaccinazione peraltro è molto diverso a seconda della fasce di età e l'adesione è più bassa tra chi ha più di 80 anni e dunque è maggiormente a rischio: otto anziani su dieci hanno scelto di fare a meno del vaccino. Il risultato è che gli ospedali sono pieni e i malati vengono curati sulle sedie perché non ci sono più posti nei letti delle corsie.

In questa situazione, riferisce il quotidiano Adevarul, migliaia di persone ammalate hanno deciso di curarsi a casa utilizzando delle bombolette di ossigeno che si usano per l'arrampicata in montagna, altre si sono affidate a medicinali off label, cioè non approvati dalla comunità scientifica come cura contro il Covid. Il dottor Adrian Marinescu, primario di malattie infettive a Bucarest, ha spiegato che usare i kit per l'ossigeno trovati in commercio può essere molto pericoloso ("una trappola") e che molti di questi pazienti arrivano in ospedale in condizioni già disperate. A Iasi, la seconda città più popolosa della nazione, i medici affermano che la malattia sembra diventata più aggressiva.

"Quello che abbiamo notato - ha detto Florin Roşu, primario in un reparto di malattie infettive - è un cambiamento del virus in termini di sintomi, ovvero un peggioramento in tempi brevissimi dei pazienti. Se al momento del ricovero c'è un basso fabbisogno di ossigeno, parliamo di 5 litri al minuto, in un breve intervallo di tempo, meno di 30 minuti, questo fabbisogno aumenta" tanto da richiedere il trasferimento in terapia intensiva.

Numero di decessi per giorno-2

"In tutta la Romania - ha aggiunto Roşu - il sistema sanitario è vicino al collasso. E ciò accade perché il tasso di vaccinazione non è solo basso, ma molto basso". Diana Cimpoeşu, dottoressa all'ospedale Sfântul Spiridon di Iasi, sostiene che rispetto alle precedenti ondate ora i pazienti peggiorano già al 4° o 5° giorno di malattia. "È qualcosa di chiaramente diverso. Non so dire se si tratti di un ceppo nuovo perché su questo aspetto devono esprimersi microbiologi e immunologi", ma il numero di casi gravi "è molto più alto". 

La violenta campagna contro i vaccini

Nonostante il disastro in corso non c'è stata nessuna impennata delle vaccinazioni. La popolazione resta diffidente. Anca Mihai, giornalista rumena in Italia dal 2005, spiega a Today che nei mesi scorsi sui media (e finanche sulla televisione pubblica) è stata portata avanti una vera e propria campagna di disinformazione che ha minato la fiducia dei cittadini. "Le tv hanno ospitato medici e specialisti che mettevano in guardia sui rischi di un vaccino 'sperimentale' e dicevano apertamente che la gente avrebbe fatto meglio a non vaccinarsi".

Anche la chiesa ortodossa ci ha messo del suo: molti vescovi e sacerdoti hanno messo in discussione l'emergenza sanitaria e la necessità di immunizzarsi. E poi ci sono i politici apertamente no-vax, come gli esponenti del partito di estrema destra Alleanza per l'Unione dei Romeni (Aur) che "hanno fatto campagna contro i vaccini dal parlamento". "Abbiamo parlamentari che fanno dirette facebook in cui rilanciano fake news o che vanno negli ospedali e aggrediscono i medici".

Più in generale, dice Mihai, "i no-vax si sono fatti spazio approfittando di un contesto di instabilità politica e di sfiducia verso le istituzioni", alimentata anche da una crisi interna alla maggioranza che ha contribuito ad inquinare il clima in un paese che faceva già molta fatica a fidarsi della propria classe politica (alle ultime elezioni l'affluenza è stata pari al 31,95%). "I cittadini hanno visto che la lotta per il potere aveva la priorità rispetto all'emergenza sanitaria e si sono sentiti abbandonati e presi in giro".

La credibilità dei politici rumeni è stata minata anche da comportamenti non proprio esemplari. "Fin dalle prime fasi della pandemia loro stessi non hanno rispettato le restrizioni, sono stati fotografati in contesti in cui non avrebbero dovuto essere o si sono fatti vedere in pubblico con la mascherina indossata male".

CONTAGI ROMANI DEFINITIVO 1-2

"I rumeni sono increduli e sotto choc"

Il risultato è stato una crescente sfiducia verso le autorità, ed è proprio in questo clima di incertezza che la propaganda no-vax ha trovato terreno fertile. Il resto è storia di questi giorni. Con la variante Delta che ha preso il largo gli ospedali sono stati inondati dai pazienti Covid. La gravità della situazione a Bucarest è tale che a inizio ottobre tutti i ricoveri, gli interventi e le operazioni non urgenti sono stati sospesi per un periodo di 30 giorni.

Nonostante il numero dei contagi sia fuori controllo il governo non sembra avere soluzioni da offrire. Il green pass in Romania è uno strumento che serve solo per viaggiare; le restrizioni scattano in base alla situazione Covid nelle contee, ma di fatto (scuole a parte) le attività sono tutte aperte e in ogni caso, precisa ancora Anca Mihai, "nessuno controlla che le misure vengano rispettate". Insomma, si tratta di (blande) restrizioni solo di facciata.

Che cosa accadrà ora è difficile dirlo. "La classe politica è inerme, ci preoccupiamo più noi che siamo all'estero. In Romania si vive in una specie di bolla, c'è incredulità per quanto sta accadendo. I cittadini sono sotto choc, ma allo stesso tempo restano indifferenti". 

"Il 72% dei medici in Romania contro la vaccinazione obbligatoria negli ospedali"

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