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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La Russia potrebbe bloccare Facebook entro la fine del 2018

Mosca ha già dichiarato guerra a Telegram. Potrebbe fare lo stesso con Facebook: ecco perché

La Russia già nel 2018 sarà in grado di bloccare Facebook, se non soddisferà i requisiti di legge per i database sul territorio della Federazione. Questa la minaccia del capo dell'autorità competente Alexander Zharov, in un'intervista alle Izvestia. Il tutto dopo che il patron di Telegram Pavel Durov, nei giorni scorsi, ha dichiarato che a causa del blocco decretato da Zharov alla sua chat, "la sicurezza nazionale della Russia diminuirà, come quella dei dati personali dei russi. Si sposteranno da un sito neutrale su territorio russo, a quelli controllati dagli statunitensi come WhatsApp e Facebook", ha scritto Durov sul suo social network VKontakte.

Tuttavia, ha osservato che la minaccia terroristica in Russia rimarrà allo stesso livello. In risposta, il capo del Roskomnadzor ha nuovamente dichiarato la disponibilità dell'agenzia a bloccare Facebook in Russia, per non aver rispettato i requisiti. E le dichiarazioni sembrano davvero una risposta al commento di Durov sulla vicenda Telegram che in questi giorni sta lottando contro il blocco deciso sempre dal Roskomnadzor, costringendo milioni di utenti, anche statali russi, a fare a meno della preziosa risorsa. "Non v'è un qualche tipo di rapporto speciale" ha dichiarato Zharov.

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Più performante di WhatsApp, più sicuro di Viber, Telegram è diventato in pochi anni uno dei mezzi di comunicazione più agevole. Una vignetta sul giornale di bordo di una nota compagnia aerea russa ci scherzava su, solo pochi mesi orsono, sancendo il fatto che mentre le altre chat sono già sorpassate e out, il servizio di messaggistica di Durov è all'avanguardia e alla moda. Amato nel mondo, ma soprattutto in Russia, dove appunto è nato. E tuttavia, dopo gli attentati nella capitale degli zar, oltre un anno fa, Mosca ha dichiarato guerra alla chat, "utilizzata anche dai terroristi". Nonchè dagli oppositori di Vladimir Putin, che attraverso i gruppi chiusi comunicano ora e luogo, per andare a manifestare.

In realtà Telegram in Russia è usato da tutti. Ma proprio tutti. Anche al Cremlino. Ha un canale tutto suo persino Margarita Simonyan, direttrice della tv RT. Ma per il regolatore è solo una risorsa sovversiva, che non vuole obbedire alla legge e consegnare le chiavi d'accesso.

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