Cosa succede se la Russia blocca le esportazioni di cereali
Il Cremlino limita le vendite all’estero di alcuni cereali per contrastare l’aumento dei prezzi e garantire gli approvvigionamenti: misure e decisioni a uso interno, non sanzioni verso Ue e paesi Nato
Cosa accadrà e quali Paesi subiranno conseguenze più pesanti nel caso la Russia decida davvero di procedere con il blocco parziale delle esportazioni di cereali? Se l'Ucraina è "il granaio d'Europa" (e per questi i suoi portti sul Mar Nero sono snodi chiave di questa guerra), anche la Russia esporta in tutto il mondo. Dall’Ucraina l’Italia ha sempre ricevuto un milione e mezzo di tonnellate di granoturco, visto che non ne produciamo abbastanza e dobbiamo procurarci sui mercati esteri il 53% del fabbisogno. Negli ultimi due anni, ci siamo rivolti maggiormente a Romania e Ungheria, Austria e Slovenia, ma abbiamo continuato ad acquistare da Kiev più di 700mila tonnellate.
La Russia e l’Ucraina insieme rappresentano un terzo delle esportazioni mondiali di grano, un quinto del suo commercio di mais e quasi l’80% della produzione di olio di girasole. Il Cremlino avrebbe deciso di limitare le vendite all’estero di alcuni cereali per contrastare l’aumento dei prezzi e garantire gli approvvigionamenti. La vice primo ministro del governo russo Viktoria Abramchenko comunica che le nuove misure dovrebbero restare in vigore da oggi fino al 30 giugno. "Ho approvato gli atti presentati dal ministro dell’Industria che vietano l’export di zucchero bianco e grezzo al di fuori della Federazione Russa fino al 31 agosto e di grano, meslin, segale, orzo e mais fino al 30 giugno di quest’anno - avrebbe scritto Abramchenko -. L’export di grano sarà consentita entro i limiti delle quote in base a licenze individuali. È una misura temporanea. Renderà possibile contenere i prezzi e coprire le esigenze dei consumatori domestici e delle aziende in trasformazione"
Sono misure e decisioni a uso interno, non sanzioni verso Ue e paesi Nato. La Russia introduce un divieto temporaneo sulle esportazioni di grano verso i paesi dell'Unione economica eurasiatica. L'EAEU unisce economicamente la Russia con Kazakistan, Bielorussia, Armenia e Kirghizistan. A dimostrare che la strada del blocco dell’export, anche se fosse ampia, non darebbe vita a controsanzioni, alcuni dati riportati oggi dal Sole 24 Ore. La Russia è un grande esportatore di mais verso Iran e Turchia, e tra i grandi clienti ci sono Georgia, Azerbaijan, Armenia, Cina, Bielorussia e i Paesi Baltici. Il grano va in Africa e Asia: Egitto, Turchia, Bangladesh, Nigeria, Yemen, Azerbaijan. L’orzo russo in Arabia Saudita, Iran, Giordania, Turchia, ma anche Bielorussia e Libia. Il peso di Mosca nel mercato dello zucchero è limitato e riguarda solo l’area ex sovietica. In questo scenario si avvantaggiano sempre gli altri esportatori: Stati Uniti, Francia e Canada per il grano, Usa, Brasile e Argentina per il mais, Francia, Cina, Iran e Arabia Saudita (che sono anche grandi importatori) per l’orzo.