rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Rischio default

Perché le sanzioni contro la Russia stanno funzionando

L'agenzia di rating S&P ha declassato (default selettivo) il debito in valuta estera a lungo termine di Mosca

L’economia è l’altra faccia della guerra in Ucraina, l’altro fronte dove si gioca secondo altre regole ma dove anche lì si può fare del male al proprio nemico. A quanto pare le sanzioni inflitte dalla federazione russa da parte dell’occidente, stanno cominciando a dare i primi segni.

Infatti l’agenzia di rating S&P ha declassato da “Cc” a “Sd” (default selettivo) il debito in valuta estera a lungo termine della Russia. La decisione giunge in seguito al pagamento in rubli e non in dollari delle emissioni di “Russia-2022” e “Russia-2042”, le cui cedole a scadenza 4 aprile valevano quasi 595 milioni di euro. In pratica la decisione è arrivata dopo che la Russia ha cominciato a pagare i propri debiti esteri in rubli. Ma perchè lo ha fatto? Si certifica l'incapacità di onorare i pagamenti, ma "selettivo", limitata cioè a una parte dei titoli emessi.

Mosca non riesce ad onorare il debito estero in dollari (come era stato fatto fino a ora) dopo che gli Stati Uniti hanno impedito alla Russia qualsiasi pagamento da conti correnti in banche americane. Così Mosca è costretto a ricorrere alle proprie riserve in dollari che prima o poi finiranno e comunque saranno meno dollari impegnati per la guerra.  Non è che la Russia non abbia soldi. Non li può usare per via delle sanzioni e così si avvicina il rischio del default.

Guerra Russia Ucraina: ultime notizie in diretta

L'agenzia in una nota spiega che non ci si attende "che gli investitori siano in grado di convertire in dollari equivalenti agli importi originariamente dovuti il pagamento effettuato in rubli, o che il governo converta quei pagamenti entro un periodo di grazia di 30 giorni, in parte perché si ritiene probabile che le sanzioni contro la Russia siano rafforzate nelle prossime settimane, ostacolando la volontà e la capacità tecnica della Russia di onorare i termini e le condizioni degli obblighi verso i debitori stranieri". Inoltre, sebbene S&P "ritenga che i fondi trasferiti dal governo russo per i pagamenti del debito sulle obbligazioni in valuta locale (Ofz) ai conti nazionali russi possano non essere accessibili per alcuni o per tutti gli obbligazionisti non residenti, non ha attualmente visibilità delle informazioni definitive sul processo di pagamento. Per questo S&P ha abbassato il rating unsolicited di emittente in valuta estera per la Russia”.

Secondo l’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica, "i rischi di una crisi finanziaria diffusa in caso di default russo sono molto bassi", poiché il debito pubblico verso l’estero è di poco più di 100 miliardi di dollari. La cifra aumenta enormemente a 495 miliardi di dollari considerando le vicende della Russia pubbliche e private, quindi anche le obbligazioni delle sue aziende a rischio default oltre che dalle stesse sanzioni occidentali. In questa vicenda non è escluso che ci possano essere anche "gravi squilibri sul mercato energetico e dei metalli".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Perché le sanzioni contro la Russia stanno funzionando

Today è in caricamento