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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Russia, urne aperte nel Lontano Oriente per le presidenziali

Putin verso la riconferma: secondo i sondaggi, l’attuale leader del Cremlino dovrebbe vincere con percentuali che variano dal 69 al 73%

I russi hanno cominciato a votare nel Lontano Oriente per le elezioni presidenziali. In tutto il Paese, che conta 11 fusi orari, i seggi aprono alle 8 locali (21 italiane di sabato) e chiuderanno a Kaliningrad, enclave russa in Europa, alle 19 di domani. Si prevede un’affluenza tra il 63 e il 67 per cento.  Anche in Italia saranno allestiti diversi seggi e potranno esercitare il diritto di voto tutti i cittadini russi che si trovano nel Bel Paese, compresi i turisti. 

Un candidato sembra avere già in tasca la vittoria. È ovviamente Vladimir Putin: secondo le previsioni degli esperti di VTsIOM, istituto di sondaggi russo, l’attuale leader del Cremlino dovrebbe vincere con percentuali che variano dal 69 al 73%, Pavel Grudinin secondo con 10-14%, Vladimir Zhirinovsky terzo con 8-12%, Ksenia Sobchak al 2-3%, Grigory Yavlinsky con l’1-2%. A seguire sotto l’1% Boris Titov, Sergei Baburin e Maxim Suraykin.

Domenica 18 marzo le elezioni presidenziali in Russia

L’affluenza al voto di domenica 18 marzo sarà in una forbice del 63-67%, secondo i sondaggisti, ma come ha risposto ad Askanews Ella Pamfilova, presidente della Commissione elettorale Centrale, è importante, “ma non è la cosa principale”. Il sottotesto è l’esclusione del candidato Aleksey Navalny dalla corsa elettorale e il suo successivo appello agli elettori per il boicottaggio delle urne. “Ha detto così? È bene che lo abbia detto” continua la Pamfilova. “E’ un’azione politica la sua. La legge lo permette. E dal mio punto di vista, la questione importante è che la legge non sia infranta”.

Perché Putin verrà rieletto

Il voto proclamato per il 18 marzo 2018, si tiene nel quarto anniversario dell’annessione della Crimea alla Russia. Oggi, riferisce ancora Askanews, durante il silenzio elettorale, verrà trasmesso proprio un documentario dalla Tv di Stato, che suggella quello che resta agli occhi dei russi uno dei più grandi successi di Vladimir Putin in politica estera: Sebastopoli e la circostante penisola ucraina tornate sotto l’ala di Mosca, proprio come ai tempi dell’Unione Sovietica. L’annessione ha coinciso con la spaccatura con l’Ovest, ma l’elettore russo medio continua a vedere in Putin il difensore della Patria e dei confini. In fondo chi ha riportato il Paese alla grandezza sovietica. Lo stesso Putin non ha mancato di ribadire che, se potesse cancellare un evento storico, sarebbe proprio la disgregazione dell’Urss. E in questa prospettiva, è abbastanza naturale che nei sondaggi lo premi la profonda provincia.

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