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Martedì, 23 Aprile 2024
RUSSIA / Russia

Russia, liberata una delle Pussy Riot

Katja ha scelto una linea difensiva diversa da quella delle altre componenti della band. I giudici hanno confermato la condanna a due anni di carcere per le altre due ragazze

Nuovo colpo di scena oggi nel caso Pussy Riot. La Corte di Appello di Mosca ha sospeso la pena a due anni di carcere per Ekaterina (Katja) Samutsevich, mentre la condanna è stata confermata per le altre due componenti del gruppo.

All'inizio del mese l'attivista aveva deciso di affidare la propria difesa ad un altro legale, rivolgendosi così ad Irina Khrunova. Secondo il nuovo avvocato la giovane, accusata insieme alle altre componenti della band di aver intonato una preghiera anti-Putin in una cattedrale, si sarebbe limitata a salire sull'altare e ad imbracciare la chitarra, ma sarebbe stata fermata dalla sicurezza prima di poter eseguire la performance. I giudici le hanno quindi permesso di lasciare il carcere, condannandola a due anni di libertà vigilata.

La Samutsevich si è voluta inoltre scusare con quei fedeli che si sono sentiti offesi dal suo gesto, affermando che lo scopo della sua performance era quello di lanciare un messaggio politico, e non di insultare i sentimenti religiosi della popolazione. 

Dissidi nella band - La scelta di Katja di cambiare avvocato è stata letta da molti come il sintomo di una rottura all'interno del gruppo. “Non capiamo perchè il giudice abbia visto una differenza nelle azioni delle Pussy Riot – ha commentato Mark Feigin, uno degli avvocati delle altre due attiviste, come scrive Russia Today – siamo contenti che la Samutsevich sia stata liberata, ma sarebbe stato giusto rilasciare tutte le ragazze”. 

Il legale, che segue il caso insieme a Vileta Volkova, ha inoltre dichiarato di volersi rivolgere alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.

Proprio oggi è giunta la notizia che le Pussy Riot sono tra le finaliste del premio Sakharov 2012, riconoscimento che ogni anno viene assegnato dal Parlamento europeo a coloro che si sono distinti nella lotta per i diritti umani e la libertà di espressione. 

Le tre ragazze si sono trovate davanti ai giudici per aver intonato una preghiera punk a febbraio, nella cattedrale del Cristo Salvatore, con la quale chiedevano alla Vergine Maria di scacciare il presidente Vladimir Putin. Le attiviste erano quindi state condannate a due anni di carcere, con l'accusa di “teppismo” e di “incitamento all'odio religioso”.  

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