rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
L'influenza russa / Russia

La Russia e i 300 milioni dati ai partiti politici stranieri

La cifra mostruosa (e sottostimata) contenuta in un rapporto dell'intelligence statunitense: dal 2014, anno dell'occupazione della Crimea, il Cremlino avrebbe speso una fortuna per condizionare politici e funzionari di una ventina di paesi, in Europa e non solo

Dal 2014 ad oggi, la Russia ha trasferito in segreto circa 300 milioni di dollari ai partiti politici, dirigenti e politici stranieri di oltre una ventina di Paesi per esercitare il suo 'soft power'. Cifre sottostimate rispetto a quelle che Putin ha realmente speso per diffondere la sua influenza e condizionare i funzionari locali, come sottolineato da un alto funzionario dell'amministrazione Biden in una conference call, in cui  il Dipartimento di Stato ha voluto mettere in guardia le ambasciate americane sparse sul globo dall'interferenza russa. Il ‘cable', firmato dal segretario di Stato Antony Blinken, si basa su informazioni di intelligence relative alle strategie attuate dalla Russia per creare una rete di consenso e di sostegno attorno a Mosca. Il documento non cita espressamente gli obiettivi di Mosca ma chiarisce che gli Stati Uniti stanno fornendo informazioni classificate a singoli paesi specifici.

La rete creata da Mosca per sostenere soggetti e cause avrebbe coinvolto think tank in Europa e aziende pubbliche in America Centrale, Asia, Medio Oriente e Nord Africa. In particolare, secondo il Washington Post, un membro dell'amministrazione Usa ha evidenziato che il presidente russo Vladimir Putin ha speso somme ingenti "nel tentativo di manipolare le democrazie dall'interno". Il quotidiano ha chiesto, senza ottenerlo, un commento all'ambasciata russa a Washington. Sotto i riflettori, in particolare, le attività russe in Ucraina: la fonte consultata dal WP non ha chiarito quanto denaro Mosca abbia speso nel paese guidato dal presidente Volodymyr Zelensky e invaso a febbraio dalle forze russe.

Gli Usa hanno condiviso le informazioni raccolte con i paesi coinvolti, scatenando in Europa e in Italia, sempre più vicina alle elezioni del 25 settembre. L'informativa non indica specifici 'target' russi e comunque non è la prima volta che l'intelligence Usa denuncia una campagna di influenza a suon di finanziamenti sui partiti nazionalisti, anti europei e di estrema destra che rappresentano circa il 20% del Parlamento europeo. Secondo un articolo apparso nel 2016 sul quotidiano inglese Telegraph, le agenzie di intelligence americane avevano raccolto informazioni che dimostrerebbero come il Cremlino stesse condizionando alcuni partiti politici in Europa. Alla National Intelligence guidata allora da James Clapper, il Congresso americano aveva assegnato l'incarico di controllare i finanziamenti russi degli ultimi 10 anni ai partiti europei, missione tuttora in corso. Anche allora non trapelarono i partiti coinvolti ma nel mirino dei media finirono forze politiche in Francia, Paesi Bassi, Ungheria, Austria, Repubblica Ceca e Italia, con la Lega di Matteo Salvini che all'epoca negò ogni coinvolgimento.

Il legame tra la Russia e i movimenti euroscettici è materia di studio da tempo: nel 2013 il Centro di Intelligence Euroasiatica ha pubblicato una lista di partiti anti europei, con tendenze xenofobe e anti liberali, che intrattengono rapporti con Mosca. Nell'elenco ci sono l'Ukip (Regno Unito), in epoca Brexit, AfD e il Partito Nazionale Democratico (Germania), Jobbik (Ungheria), Alba Dorata (Grecia) e il Front National (Francia) di Marine Le Pen, quest'ultima costretta nell'ultima campagna elettorale a gettare più di un milione di copie stampate - ma non ancora distribuite - di un depliant elettorale che la ritraeva stringere la mano allo zar. Un caso clamoroso si verificò nel 2019 in Austria quando il quotidiano Der Spiegel pubblicò un video risalente a due anni prima, che riportava la conversazione tra Heinz-Christian Strache - leader del partito di estrema destra - e la nipote di un oligarca russo, sul finanziamento e il supporto mediatico della campagna elettorale in cambio di appalti pubblici: uno scandalo che portò alla sfiducia del governo - di cui Strache era vice cancelliere - e a nuove elezioni. Il 10 marzo scorso il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione che vieta le ingerenze straniere nella politica europea, mettendo nel mirino i finanziamenti da parte della Russia (ma anche della Cina). Ci sono tuttavia lacune legislative in un terzo degli stati dell'Unione a permettere questa pratica mentre dove è previsto il divieto ci sono alcune scappatoie che rendono possibile il trasferimento di fondi, mascherandone l'origine.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La Russia e i 300 milioni dati ai partiti politici stranieri

Today è in caricamento