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Giovedì, 25 Aprile 2024
Verso il baratro / Ucraina

Russia-Ucraina: le mani di Putin sul Donbass e la possibile "guerra lampo"

Cosa succede ora? Lo scenario dell'invasione di terra risparmiando le grandi città, le nuove sanzioni che già dividono l'Occidente, il mondo con il fiato sospeso per le prossime mosse di Putin (che non cederà sulle sue principali richieste)

Le truppe russe sono nel Donbass. Putin ha ordinato ai militari russi di muoversi verso le regioni di Donetsk e Lugansk per svolgere "funzioni di mantenimento della pace" dopo il riconoscimento della loro indipendenza. Un "nonsense" secondo gli Usa. Nel lungo discorso a reti unificate, Putin ribadisce di ritenere una minaccia l'ingresso di Kiev nella Nato e, con parole impregnate di retorica e propaganda, dichiara che "la moderna Ucraina è stata creata dalla Russia" e "ha già perso la sua sovranità" diventando serva "dei padroni occidentali". Si tratta di una pietra tombale sugli accordi di Minsk, sanciti sette anni fa per cercare di mettere fine al conflitto nel Donbass: l'area del Sud-est ucraino dove la Russia è accusata da tempo di sostenere militarmente i separatisti nel conflitto scoppiato otto anni fa e nel quale si stima che abbiano perso la vita oltre 14.000 persone. 

La diretta

La diplomazia continua a lavorare per cercare di placare le tensioni, ma non è chiaro quali ripercussioni possa avere la mossa di Putin su questi sforzi. Incontri internazionali ad alto livello sono comunque in programma nei prossimi giorni. Per la Nato, la Russia "inscena il pretesto per una nuova invasione". Le potenze occidentali temono che il riconoscimento da parte di Putin delle aree controllate dai ribelli apra la strada all'ingresso ufficiale delle truppe russe nell'est dell'Ucraina. All'invasione vera e propria.

Blindati russi nella Repubblica popolare di Donetsk

Un gran numero di veicoli blindati è stato visto sul territorio della Repubblica popolare di Donetsk (DPR). Lo scrive l'agenzia russa Interfax sul suo sito internet.
Come hanno riferito testimoni oculari a Interfax, due colonne di veicoli blindati si trovano sul territorio della repubblica separatista dirette a nord e ad ovest. L'agenzia russa ricorda che il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che riconosce l'indipendenza delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e ha incaricato le forze armate della Federazione Russa di svolgere funzioni di mantenimento della pace nella DPR e nella LPR.

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Un fermo immagine tratto da un video mostra l'entrata dei camion russi a Donetsk, 22 febbraio 2022. ANSA

Quali sono le origini e le ragioni del conflitto tra Russia e Ucraina

Russia-Ucraina: che succede ora?

Cosa accadrà ora? Se gli scontri nel Donbass dovessero continuare e aggravarsi, è possibile che si crei un episodio scatenante che dia alla Russia il pretesto per un attacco in Ucraina su larga scala. Gli Usa sono convinti che i vertici militari russi siano già pronti per sferrare l'attacco. Mosca smentisce categoricamente le accuse e sostiene che siano invece gli Stati Uniti a voler spingere Kiev ad azioni militari nel Donbass. L'Ucraina, al momento, preferisce non soffiare sul fuoco: il ministro della Difesa definisce "improbabile" la possibilità di un attacco russo a breve, ma individua allo stesso tempo "rischi elevati" di escalation. 

La Russia ha in tutto almeno 50 battaglioni pronti a entrare nel Donbass. Una richiesta d’aiuto dai leader delle Repubbliche popolari potrebbe scatenare l’invasione vera e proprio. La guerra è più vicina? "Non in forma di invasione", secondo Maksak, direttore del think tank Prisma: "Il suo discorso che decreta la morte degli accordi di Minsk serve a preparare i russi a inevitabili sanzioni. E ci dobbiamo aspettare più provocazioni nel Donbass".

Lo scenario della guerra lampo

In queste ore il mondo è con il fiato sospeso. Cosa c'è dietro l’annunciata “operazione di peacekeeping”. E' impossibile che le truppe ucraine riescano a fermare la eventuale carica di cento gruppi d’assalto. Putin deciderà quanto in profondità colpire, valutando la reazione e i rischi di perdite.

"Due cose sono sicure - nota oggi Repubblica - Il generale Valerij Gerasimov vuole una campagna lampo: un’offensiva di cinque giorni, come quella lanciata in Georgia nel 2008. E il baricentro delle operazioni sarà spazzare via la linea fortificata di Kiev che circonda il Donbass, in modo da garantire una fascia di sicurezza stabile intorno alle due repubbliche separatiste". E' dunque possibile ipotizzare che "il braccio più massiccio della tenaglia scatterà da nord: si muoveranno le brigate accumulate a Kursk e Belgorad, dove sono stati notati i mezzi con la “Z” dipinta sulla fiancata, forse a indicarne il ruolo di avanguardia. A loro toccherà anche spezzare i collegamenti tra la regione e il resto del Paese, impedendo l’afflusso di rinforzi ucraini. Da Sud partiranno le unità posizionate a Rostov, con il contributo di sbarchi sul mare d’Azov e, forse, l’intervento di paracadutisti".

In questo scenario "bombardieri, missili, razzi, artiglieria apriranno la strada alla corsa dei carri armati, radendo al suolo qualsiasi nucleo di resistenza. Contemporaneamente una pioggia di disturbi elettromagnetici e di incursioni cyber azzererà le comunicazioni radio e telefoniche, lasciando senza coordinamento gli ufficiali di Kiev. Le avanguardie russe saranno sempre accompagnate da elicotteri da combattimento, con squadriglie di cacciabombardieri corazzati Sukhoi 25 pronti a intervenire in caso di ostacoli: lo schema classico della blitzkrieg tedesca, ma con mezzi molto più potenti". Resta improbabile che una eventuale invasione di terra tocchi le città più grandi, come Charkiv, tantomeno la capitale Kiev. Troppo alto il rischio di gravi perdite tra i russi e tra i civili.

Russia e Ucraina a un passo dalla guerra

Le sanzioni

"Troveranno o costruiranno il modo di imporci sanzioni, tanto ce le avrebbero imposte comunque", ha detto ieri sera Putin. Ci saranno nuove sanzioni. Putin conta sulla sua capacità di spaccare l’Occidente, usando la leva dell’energia russa da cui dipendono Italia e Germania. Sul tavolo restano le misure contro le banche russe, l’esclusione dal sistema Swift per le transazioni internazionali, il blocco delle esportazioni tecnologiche, lo stop al gasdotto Nord Stream 2, ma la speranza è di usarle ancora come deterrente, per evitare l’invasione e magari procedere con l’incontro fra Blinken e Lavrov.

Gli Stati Uniti hanno prontamente condannato la mossa di Putin e il presidente Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo che vieta nuovi investimenti, scambi e finanziamenti da parte degli americani nelle regioni separatiste. La Casa Bianca ha affermato che le misure sono separate dalle più ampie sanzioni occidentali che sono pronte ad andare "se la Russia dovesse invadere ulteriormente l'Ucraina". Le potenze occidentali si sono schierate con l'Ucraina, promettendo dure sanzioni contro la Russia in caso di invasione, anche se non è ancora chiaro fino a che punto si spingerà la risposta a questa mossa. Il primo ministro britannico Boris Johnson ha affermato che le azioni della Russia equivalgono a "una flagrante violazione della sovranità e dell'integrità dell'Ucraina" che viola il diritto internazionale.

Ufficialità a parte, le reazioni informali non sono allineate. C'è il blocco dei “falchi” composto in primo luogo dai Baltici, l’Olanda e la Polonia, che ha immediatamente reclamato una controffensiva. Invece il gruppo di testa formato da Francia, Germania e Italia frena: il loro programma mira ai provvedimenti pesanti solo in caso di vero e proprio attacco. Non c'è di mezzo solo il gas, ma dire addio in questa fase al gas russo per molti stati dell’Ue significherebbe affrontare una tensione altissima sui prezzi dell’energia. Forse insostenibile.

Nel suo discorso di ieri alla nazione, il leader del Cremlino ha insistito oltremodo sulla minaccia militare rappresentata dall'Occidente. Gli americani, ha sottolineato Putin, "dicono che non dobbiamo preoccuparci per l'ingresso dell'Ucraina nella Nato e che ci vorrà tempo perché questo accada. Ma cosa cambia per noi? Assolutamente nulla. Gli Stati Uniti non hanno escluso l'allargamento, se rispetterà determinate condizioni. Quindi arriverà il momento dell'adesione e allora la Nato non sarà più un'alleanza difensiva. Siamo noi l'obiettivo dei missili della Nato".

Putin non cederà sulle sue principali richieste

Ma dopo anni di interrogativi sul grado di razionalità del Cremlino, la risposta è arrivata  dallo stesso Putin che, commenta oggi la Stampa "dichiara di credere alla sua propaganda, in un mix di nostalgia sovietica, rimpianto per una grandeur imperiale e paranoia dell'accerchiamento. 'Vlad il Pazzo', come l'ha definito qualche giorno fa il Financial Times, ha prevalso sul 'maestro di scacchi' esaltato per anni dai commentatori non solo russi". 

Putin non cederà a questo punto sulle sue principali richieste di sicurezza. Probabilmente non ha mai avuto intenzione di farlo: l'espansione della NATO deve essere annullata e l'adesione all'Ucraina è una linea rossa. Si è lamentato del fatto che le preoccupazioni della Russia erano state ignorate come irrilevanti per anni e ha accusato l'Occidente di cercare di "contenere" la Russia come forza globale in ripresa. In tutto ciò, l'Ucraina è il campo di battaglia. Ma è anche un gioco di mediazione tra Russia e Occidente, che si sta rapidamente trasformando in una resa dei conti.

Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelenskiy ha tenuto un discorso televisivo nelle prime ore di martedì mattina, escludendo qualsiasi concessione territoriale e chiedendo la pace.

Putin riconosce l'indipendenza del Donbass: "L'Ucraina serva dell'Occidente"

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