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Venerdì, 29 Marzo 2024
Sull'orlo della guerra

Russia-Ucraina: le quattro opzioni di Putin

L'intelligence Usa: "Partito l'ordine di invadere Kiev". Sforzi diplomatici sempre più intensi di Macron per una de-escalation, ma il tempo sembra che stia per scadere. Tutti gli scenari e le possibili mosse dello "zar". Il 50% del dispositivo russo è in assetto d'attacco. Possibile vertice Biden-Putin

Russia e Ucraina sull'orlo della guerra: secondo informazioni di intelligence Usa, i comandanti russi hanno ricevuto gli ordini per procedere con un'invasione. Cbs, Washington Post e Cnn - tra gli altri - fanno riferimento alle disposizioni ricevute da vertici militari. La Cnn, in particolare, cita informazioni fornite da due fonti Usa e da una terza fonte vicina all'intelligence. Il giornalista responsabile per la sicurezza nazionale della Cbs, David Martin, sostiene che l'intelligence sia convinta che i vertici militari russi "stiano facendo tutto quello che i comandanti americani farebbero se ricevessero l'ordine di procedere". Sono ore decisive. La diplomazia è ancora in campo. Il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, dice che parlare di un'invasione russa "nei prossimi giorni è inopportuno". "A oggi - ha affermato a Ictv - la nostra intelligence non registra che truppe offensive russe siano preparate per un'invasione, ma questo non vuol dire che non lo possano fare se lo vogliono entro una-due settimane, dipende dai loro piani".

Possibile un vertice Biden-Putin

Nel Donbass si continua intanto a sparare. La finestra che può evitare la guerra non è ancora chiusa. Ma il tempo ora stringe per davvero. Il 50% del dispositivo russo "è in assetto d'attacco" secondo l'intelligence americana. L'interrogativo è per quanto tempo Putin potrà permettersi di tenere tutto questo potenziale schierato in formazione di assalto ai confini dell'Ucraina. 

Possibile un vertice Biden-Putin, ma non ci sono conferme ufficiali. Il ministro francese degli Affari europei, Clement Beaune, ha affermato che un vertice tra i presidenti degli Stati Uniti Joe Biden e della Russia Vladimir Putin "non si svolgerà prima di giovedì". Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov parlerà oggi con il suo omologo francese, Jean-Yves Le Drian, e giovedì con il segretario di Stato americano Anthony Blinken. All'emittente francese LCI, Beaune ha descritto questi incontri come "preparatori" per un vertice tra i due presidenti. "Vedremo la situazione" dopo quelle discussioni, ha detto.

Russia-Ucraina: le ultime notizie

Il presidente francese Emmanuel Macron e l'omologo russo Vladimir Putin hanno condiviso, in un colloquio telefonico avuto domenica, l'impegno a ''lavorare intensamente'' per raggiungere un cessate il fuoco. Hanno condiviso che occorre "dare priorità a una soluzione diplomatica all'attuale crisi'' ed è necessario ''fare tutto il possibile per raggiungerla". In quest'ottica "nei prossimi giorni e settimane sarà svolto un intenso lavoro diplomatico". ''I due capi di Stato si sono impegnati in modo fermo a intraprendere tutte le azioni utili per evitare l'escalation, ridurre i rischi e tutelare la pace".

Quali sono le origini e le ragioni del conflitto tra Russia e Ucraina

L'Eliseo ha inoltre reso noto che Macron e Putin hanno concordato di tenere colloqui trilaterali "nelle prossime ore", spiegando che i due hanno deciso di ''lavorare intensamente per lo svolgimento di una riunione del gruppo di contatto trilaterale nelle prossime ore". Il Gruppo di contatto trilaterale comprende rappresentanti dell'Ucraina, della Federazione Russa e dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce).

Ma l'agenzia di stampa Interfax, citando una fonte ben informata e smentendo di fatto quanto affermato dall'Eliseo, ha detto che non c'è in programma alcuna riunione del Gruppo trilaterale di contatto sul Donbass nelle prossime ore o nei prossimi giorni. ''Al momento non si parla di un incontro, non è in programma: né oggi, né domani o nei prossimi giorni'', ha detto la fonte. L'Osce ha convocato per oggi una riunione straordinaria sulla crisi in Ucraina su richiesta di Kiev e per tentare una de-escalation. 

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha accettato "in linea di principio" di incontrare il presidente russo Vladimir Putin se la Russia non invaderà l'Ucraina. E' il quadro delineato da Cnn e Washington Post dopo la mediazione del presidente francese Emmanuel Macron

"L'offensiva con attacchi digitali, poi lancio di missili e bombardamenti contro Kiev"

L’obiettivo è fermare l’invasione, riaprendo i colloqui per l’applicazione degli accordi di Minsk sul trattamento delle due province separatiste del Donbas. L'offensiva secondo i media Usa inizierebbe con attacchi digitali, seguiti dal lancio di missili e bombardamenti contro Kiev. Poi le forze speciali russe assalirebbero la capitale, per prendere il controllo dei centri nevralgici del potere e dell’informazione. A quel punto seguirebbe l’invasione di terra, soprattutto dalla Bielorussia, dove i circa 30.000 soldati impegnati nelle esercitazioni condotte durante il fine settimana sono rimasti in posizione di attacco. Il 75% delle forze convenzionali russe è ormai schierato al confine con l’Ucraina, accerchiandola dal nord al sud, cioè dalla Bielorussia fino alla Crimea. In totale, a 60 chilometri dalla frontiera, ci sarebbero 120 dei 160 gruppi tattici di battaglione (Btg) russi, 35 dei 50 battaglioni per la difesa aerea, 500 caccia e 50 bombardieri.

La domanda di tutti è quella che esplicita il presidente del Consiglio europeo Michel: "La grande domanda rimane: il Cremlino vuole il dialogo? Non possiamo offrire per sempre un ramoscello d’ulivo, mentre la Russia conduce test missilistici e continua ad accumulare truppe".

Le 4 opzioni di Putin

Sono 4 oggi come oggi le opzioni di Vladimir Putin. Tutte con conseguenze drammatiche.

L'invasione - Il piano più devastante è quello dell'invasione dell'Ucraina. Scatterebbe con cyber attacchi per neutralizzare le infrastrutture del Paese e la catena di comunicazione militare. I caccia annienterebbero l'aviazione ucraina con bombardamenti per 2-3 giorni mentre i tank avanzerebbero verso Kiev da tre direzioni: da Nord (sia dalla Bielorussia, sia da territorio russo); dal Donbass con le truppe corazzate che si spingerebbero oltre il fiume Dnepr; da Sud invece dalle basi in Crimea i soldati russi si spingerebbero verso Odessa. Gli uomini delle operazioni speciali attualmente dislocati in Bielorussia porterebbero avanti azioni di destabilizzazione nel cuore della capitale. E' uno scenario definito di «major attack» e farebbe scattare subito le sanzioni occidentali. Porterebbe tre milioni di profughi alle frontiere europee.

Paralizzare da sud - Per spaccare il Paese, Putin potrebbe non dover arrivare fino al cuore della capitale. I russi hanno 40 navi da guerra al largo della Crimea. Mezzi anfibi e truppe da assalto sono già in assetto offensivo. Nel Mar Nero dal 13 febbraio c'è anche un sottomarino classe-Kilo (Project 636.3 in gergo russo) equipaggiato con missili Kalibr/Club per gli attacchi a terra e dotato di razzi anti-sommergibile e anti-navi. Lo scopo è conquistare una fetta di terreno che va dalla Crimea fino a Odessa nella zona meridionale dell'Ucraina e «unirla» alla Transnistria, la regione filorussa in Moldova. L'obiettivo sarebbe paralizzare l'Ucraina e spezzarne il territorio, secondo un'analisi pubblicata domenica dalla Stampa.

L'annessione - Putin potrebbe anche agire unilateralmente per annettere le due Repubbliche di Donetsk e Lugansk. Potrebbe a un certo punto forzare la mano riconoscendo la loro indipendenza come chiesto dalla Duma, superando a quel punto gli accordi di Minsk. Biden e gli alleati continuano a ripetere che tuteleranno l'integrità territoriale dell'Ucraina. L'annessione del Donbass farebbe scattare le sanzioni? Se sì, quali? E' proprio su questa ambiguità che scommetterebbe Putin.

Bloccare l'economia - C'è infine l'ipotesi della pressione permanente, senza invasione. In parte è quel che sta già succedendo, con le mosse russe che vanno nella direzione di non allentare mai la tensione, mescolando gesti apparentemente distensivi con il build-up militare. Così facendo Mosca recapiterebbe di continuo il messaggio a europei e americani che il conflitto è possibile in ogni momento. Questa strategia si regge su due elementi: il primo è il parziale blocco, grazie al pattugliamento nel Mar Nero delle navi da guerra russe, dell'export di grano e farina dell'Ucraina. Il secondo è il prezzo relativamente basso che Mosca andrebbe a pagare in termini finanziari avendo Nato e alleati finora escluso "sanzioni preventive". A rimetterci sarebbe l'economia ucraina: oltre il 90% del suo grano viaggia attraverso il Mar Nero. Un blocco manderebbe in tilt l'export agricolo che conta per il 45% del totale dei beni esportati e rappresenta almeno il 10% del Pil.

Della crisi ucraina e in generale della situazione della sicurezza in Europa torneranno a parlare oggi a Bruxelles i ministri degli Esteri della Ue. In quest'occasione, il capo della Farnesina Luigi Di Maio vedrà per uno scambio informale il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba, già incontrato a Kiev martedì scorso.

"Putin vive isolato, invasione probabile"

"Putin vive isolato, ha pochissimi contatti. La cerchia ormai è ristretta a personaggi come Naryshkin, Bortnikov, Bastrykin, Patrushev, Shoigu, duri convinti che la Russia dovrebbe tagliare i ponti con l’Occidente e diventare autarchica", dice a Repubblica Fiona Hill, direttrice per l’Europa e la Russia nel Consiglio per la sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump. Secondo Hill l'invasione "è altamente probabile. Le esercitazioni in corso sono offensive, ha mobilitato risorse militari enormi, perché dovrebbe bluffare? Guardate cosa ha fatto in Georgia e Siria, dove qualcuno aveva dato via libera ai mercenari di Wagner per sparare sulle forze speciali Usa fingendo di essere ribelli. Furono decimati, ma l’azione avvenne".

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